Ettore Livini, la Repubblica 22/12/2010, 22 dicembre 2010
Barbara sfida la Carfagna "Lei deve stare zitta" - Galeotto fu il Telegatto. La guerra delle donne di casa Berlusconi – in lotta contro il «ciarpame senza pudore» (copyright di Veronica Lario) che circonda il Cavaliere – è iniziata da lì
Barbara sfida la Carfagna "Lei deve stare zitta" - Galeotto fu il Telegatto. La guerra delle donne di casa Berlusconi – in lotta contro il «ciarpame senza pudore» (copyright di Veronica Lario) che circonda il Cavaliere – è iniziata da lì. Dagli Oscar tv 2007 di Sorrisi e Canzoni e da Mara. Lei prima di Noemi, Patrizia e Ruby rubacuori. Mara, la goccia che – per vari motivi – ha fatto traboccare il vaso, spazzando via in una notte i delicati equilibri che fino ad allora avevano tenuto assieme i complicati rapporti tra Arcore e Macherio. E cambiando per sempre, in fondo, anche la politica italiana. La scena è nota. Il 27 gennaio 2007 - nelle serata di gala per i premi del settimanale Mondadori – uno scoppiettante Silvio Berlusconi si avvicina sornione al tavolo di Mara Carfagna. «Se non fossi già sposato, la sposerei subito. Con lei andrei dappertutto...», sussurra tra le risate dei presenti alla conduttrice di "Piazza Grande". «Se fosse mio coetaneo verrei di sicuro!», risponde lei. Due battute (?). Diciotto parole in tutto. Sufficienti però a rivoluzionare l´esistenza della ex-soubrette («non sopporto mi si chiami così, sono laureata in legge con 110 e lode») diventata ministro delle pari opportunità e ad aprire una ferita che, come dimostra l´amara confessione di Barbara Berlusconi a "Vanity Fair", non si è mai rimarginata. Il premier non ci ha messo molto per capire che la sua gag ai Telegatti – consumata per ironia della sorte sotto le volte della "Cappella della Veronica" di Santo Spirito in Sassia a Roma – gli sarebbe costata cara. Lo tsunami lo ha travolto due giorni dopo. Quando sua moglie Veronica Lario gli ha rovinato la giornata (e non solo) con una lettera aperta a "La Repubblica": «Interpreto quelle affermazioni come lesive della mia dignità – ha scritto –. Sono parole che per l´età, il ruolo politico e sociale, il contesto familiare della persona da cui provengono, non possono essere ridotte a scherzose esternazioni. A mio marito ed all´uomo pubblico chiedo quindi pubbliche scuse» (mai arrivate, ndr). Il preludio della richiesta di separazione e della pirotecnica stagione delle escort e del Bunga-Bunga sul palcoscenico della politica tricolore. Mara Carfagna non si è mai spiegata il motivo di tanta durezza da parte di Lario. E a maggior ragion delle accuse di oggi della figlia Barbara. Lei ha sempre liquidato come false le illazioni sui suoi rapporti con il premier. «Lui per me un secondo padre – ha detto l´ex Miss Cinema 1997 –. L´ho conosciuto molto prima dei Telegatti, quando ho accompagnato a Palazzo Grazioli mio papà, militante di Forza Italia. E Forza Italia non mi ha scelto per la bellezza». Il tam tam della politica romana (e non solo) ha però lasciato affiorare un´altra verità. Mara è la "Dama mora" che ha fatto saltare il patto di Arcore. Quell´accordo non scritto fondato sul buonsenso in base al quale il premier e la moglie avevano deciso di non mettere in piazza le difficoltà del loro rapporto. A Macherio, dicono, si sospettava da tempo del debole del Cavaliere per la conduttrice. Il gossip capitolino favoleggiava di un Berlusconi in visita ai genitori dell´ex presentatrice de "La Domenica del Villaggio" (Rete 4) come un fidanzato qualsiasi. Paolo Guzzanti, ex deputato Pdl, sostiene di aver letto alcune intercettazioni "piccanti" (mai uscite) sul caso Carfagna-Berlusconi. E ha accusato per questo il premier di fare ministro persone che avevano «il solo merito di averlo servito, emozionato e soddisfatto personalmente». Incassando una denuncia dal titolare delle pari opportunità. E a Macherio? Lì l´argomento Carfagna è delicatissimo da anni. E Veronica, non a caso, ha vissuto l´outing dei Telegatti come uno schiaffo esplicito, la rottura della fragile pace in casa. Proprio perché di mezzo c´era Mara. Diversa da Aida Yespica e dalle tante show girl oggetto dei generosi complimenti del Cavaliere. Come lei la pensa evidentemente la figlia Barbara. E pure Marina Berlusconi pare avere una sua precisa opinione sul caso: «Tu l´hai creata dal nulla e hai visto come ti ha ripagato? – avrebbe detto al padre secondo "A", periodico della Rizzoli di solito molto ben informato sulle vicende di Arcore – È stato un tradimento. Tu le vuoi bene e continui a essere troppo comprensivo». All´intervista di Barbara, del resto, la questione ereditaria non estranea. Basti pensare che proprio nei giorni scorsi Marina ha avvertito che la sorella non entrerà mai in Mondadori «finchè» ci sarà lei. Il nodo dei ruoli all´interno dell´impero berlusconiano, evidentemente, non è stato ancora chiarito. Nessuno, dunque, si chiama fuori dalla guerra delle donne di casa Berlusconi. Mara ha fatto saltare il tappo. È la causa, prima dei festini a Villa Certosa e delle presunti nipoti di Mubarak. La parola fine, per il braccio di ferro di Arcore, è ancora molto lontana.