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 2010  dicembre 21 Martedì calendario

YOGHI VINCE LA GUERRA DEGLI ORSI - L’

esito pare scontato. Nella «guerra degli orsi» a vincere sarà Yoghi, l’ orso bruno. Un finale annunciato: l’ orso bianco polare, il più grande carnivoro di terraferma esistente sul nostro pianeta, dovrà soccombere. E nello scontro tra titani sarà proprio il grizzly sottospecie dell’ orso bruno a risultare vincitore. Ma non sarà una lotta cruenta, una lotta diretta tra le specie, ma una lenta sottrazione di habitat di cui è già vittima l’ orso polare a vantaggio del suo competitore. Agli orsi bianchi si sta sempre più «sciogliendo il ghiaccio marino artico sotto i piedi», sul quale si appoggiano per cacciare le foche e così saranno sempre più costretti a migrare verso Sud alla ricerca di fonti alternative di cibo. Ma qui entreranno sempre più in concorrenza con il grizzly, in Canada sta già invadendo verso Nord i territori dell’ orso bianco polare, dove il clima sta diventando più mite.
Come andrà a finire? I biologi dell’ Ucla di Los Angeles hanno costruito al computer modelli tridimensionali dei crani delle due specie di orso, simulando poi il processo attraverso il quale questi animali mordono il cibo. «Quello che abbiamo trovato è stato sorprendente - spiega Graham Slater, biologo evoluzionista primo autore della ricerca -: l’ orso polare e il grizzly hanno un morso ugualmente potente, ma il cranio dell’ orso polare ha una struttura molto più debole rispetto al cranio dell’ orso grizzly. La conseguenza è che gli orsi polari perderanno in competizione per il cibo rispetto agli orsi bruni, quando entrambe le specie si troveranno nello stesso ambiente».
Spostandosi a Sud gli orsi bianchi dovranno cambiare la loro dieta, non più a base di foche, ma soprattutto di vegetali, erbe, bacche, semi, radici, cortecce. «A chi dice che agli orsi polari sarà sufficiente cambiare dieta rispondiamo che saranno costretti a farlo - replica il biologo Blaire Van Valkenburgh - ma per loro non sarà sufficiente, soprattutto se coesisteranno insieme agli orsi bruni. I loro crani sono relativamente deboli e non adatti a masticare a lungo, come invece richiedono i cibi vegetali. Infatti si sono evoluti per magiare i morbidi grassi delle foche. La masticazione prolungata invece porta via molta forza. Esaminando le forze muscolari messe in gioco abbiamo scoperto che mentre le sollecitazioni del cranio del grizzly sono relativamente basse, gli stessi morsi nell’ orso polare producono stress alla struttura del cranio molto più forti. Inoltre i denti molari degli orsi polari sono più piccoli, meno adatti a una dieta vegetariana».
Il risultato è che gli orsi polari diminuirebbero di peso. Così diminuirebbero anche le capacità di riproduzione, e in definitiva calerebbe la popolazione. Allora si entrerebbe in un vortice di estinzione dove una piccola popolazione di orsi diverrebbe ancor più piccola in una spirale discendente. «Potrebbe passare ancora molto tempo prima che gli orsi polari si estinguano - concludono i ricercatori - ma è probabile che diverranno molto più rari rispetto ad oggi. Gli orsi polari sono un meraviglioso esempio di rapido adattamento a un ambiente estremo e sono molto adatti a fare quello che fanno, ma sono altamente specializzati e non adatti a far altro».
Massimo Spampani