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 2010  dicembre 19 Domenica calendario

UNA DONNA IN FUGA DALLA FAMIGLIA, PRIGIONE DEL DISAMORE

Sara ha tutto. Una famiglia, un lavoro, una figlia. Sara non ha niente. Il padre la detesta, la madre la ignora, il fratello la odia. Non può, non vuole ribellarsi. E quando sensibilità e grettezza fanno a pugni a vincere è sempre la seconda. Sara porta le stimmate di una «colpa» antica. Una disattenzione che segna per sempre la vita del fratellino. Ma è lei che rimane ferita nel profondo. Una figlia sopportata che diventa una serva tollerata in una casa dove anche il dolore per la morte di un familiare è solo una pratica da sbrigare al mattino presto. Gente ricca, la sua. Stirpe di avvocati più rispettati che rispettabili. Un prestigio fondato sul ricatto. Legami tenuti insieme solo dall’ interesse. E le donne, una ingombrante necessità per prolungare la dinastia. Un’ anima divisa: storia di Sara, di Paolo Crepet (Einaudi Stile libero, pp. 158, 16) è il ritratto di un grido soffocato. Il prendere a pugni un vetro infrangibile. Sara è la parte di noi che soffre tutti i giorni. E non può farci niente. Vive nell’ illusione di un sorriso del padre. Un uomo che odia le donne, come il nonno. Le femmine che portano solo disgrazie. Incapace di relazionarsi con l’ altro sesso. Un matrimonio combinato con la figlia di un graduato dei carabinieri. Anche questo in funzione di una tela di potere da tessere. Una moglie subito sottomessa. Una figlia subita, Sara, in attesa dell’ erede maschio. L’ unico in grado di continuare la tradizione. Di mettere il suo nome sulla targa dello studio legale. Conservare segreti inconfessabili. Un archivio con i vizi di tutta la città. Un’ arma di ricatto costruita negli anni. Più letale di un’ arma. Più soffocante di un laccio stretto attorno al collo. Sara studia Legge. La passione non c’ entra. Non c’ è mai stata nella sua famiglia. Laurearsi è l’ unica chiave d’ accesso al cuore (se ce l’ ha) di suo padre. Dimostrarsi capace. Alla sua altezza. Quasi come un «uomo». Sara è sveglia, intelligente, studiosa. Ma non basta. Ha l’ anima fragile di una rosa Winchester, la più profumata, ma quella che appassisce prima delle altre. Un fiore così l’ aveva visto nel giardino della sua nuova casa. Dove aveva trovato un compagno e una figlia. E l’ ipocrisia bigotta di chi nasconde in una stanza un fratello «nato male». Un ragazzino disabile e un cane che si chiama come il meno talentuoso dei Beatles, Ringo. È lui che la introduce nel mondo dei fiori. Nei giardini dove basta un profumo a difenderti. Un ragazzino messo in un angolo. Che vede e osserva cose che gli altri sanno solo guardare. E per Sara conta più di tutto. Lei che neanche un nuovo amore riesce a smuovere. Perché l’ amore non l’ ha mai conosciuto. Tutto riversato su un fratello che non lo merita. Un affetto interessato, anche quello. E i legami malati, i sentimenti inquinati finiscono per ritorcerti contro. Il fratello di Sara prende strade sbagliate, viene ripreso a forza. Infine si vendica su chi l’ ha salvato. Il padre che è solo un genitore. Una testa senza cuore, un corpo senza un’ anima. Un sangue dove scorre cattiveria ed odio. Uomini-bestia. Anche se sono ricchi e potenti. Magari proprio per quello. Se non c’ è altro. E le donne a strusciarsi le mani sulle gonne e nascondere la luce degli occhi sotto ciglia sempre troppo lunghe. Sara non è come loro. Non ce la fa. Non può. Sembra venuta da un altro posto. Il suo essere diversa finirà per annientarla. Il Male che vince sul Bene. Il Brutto che prevale sul Bello. E neanche un pretesto per dire basta. Perché sono troppi i motivi. E fuori non capiscono. Puntano il dito anche loro contro di te. Che sei ricca e figlia di potenti. E allora cosa vuoi di più? Un padre, forse.
Carlo Baroni