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 2010  dicembre 21 Martedì calendario

PDL, C’È QUALCUNO CHE ASCOLTA MA È TROPPO TARDI

La riforma dell’Università è arrivata al capolinea. Domani è prevista l’approvazione definitiva del provvedimento, ma studenti e ricercatori (che animano le proteste di piazza) non hanno mai potuto confrontarsi col ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini o con esponenti del centrodestra. Il vicepresidente dei senatori del Pdl, Gaetano Quagliariello, ha chiesto al “Fatto” di organizzare un confronto con i ragazzi in redazione. Ieri, di fronte al senatore, c’erano Giorgio Paterna, coordinatore nazionale dell’Unione degli Universitari, Claudio Riccio, portavoce del coordinamento universitario Link e Massimiliano Tabusi, ricercatore della Rete 29 aprile. Di seguito, ecco ampi stralci della discussione.
Le motivazioni
dell’incontro
PADELLARO Abbiamo ritenuto di accettare questo confronto perché facciamo i giornalisti e ci interessano i fatti, e anche perché ci interessa tutto ciò che può aiutare un rapporto tra due parti che finora hanno dialogato pochissimo.Nonabbiamoinvecenessuna intenzione di dialogare con chi, come Gasparri, ha chiesto l’arrestopreventivodeglistudenti,perché non è accettabile, è una palese violazione della Costituzione e un modo per soffiare sul fuoco. Dobbiamolavorarepercomprendere ognuno le ragioni degli altri. E con questo spirito, duqne, ospitiamo questo confronto.
Non si può
conservare tutto
QUAGLIARIELLOHodecisodi incontrareiragazziperchéilmioatteggiamento è di grande disponibilità, ma anche di fermezza intellettuale: penso che nelle manifestazioni, il principio di legalità vada sempre rispettato. Approfitto dell’introduzione per dare altri elementi per non fare una discussione astratta:siamoinuncontestodicrisieconomica,inauguratonel2008. Finiamoilprimodecenniodelnuovosecoloconduecrisiepocali:l’11 settembre del 2001 e questa. Nonostante ciò, l’università è in crisi damoltissimotempo,almenodagli anni ‘60. E questa crisi è planetaria. Gli atenei nel passato si fondavano su due principi: il primo è la separatezza, un mondo “a parte”, con tempi interni non coincidenti con la società esterna. Nonostante ciò, portava il suo contributo. Il secondo è che l’Università andava avanti per cooptazione. I concorsi erano unasovrastrutturaederailmododi trasmissione del sapere all’interno dicomunitàscientificheconleloro prerogative e il loro tasso di paternalismo. A contatto con il mondo moderno il “mito” della separatezza è venuto meno. Basta vedere oggi la sorte di un docente che fa fund raising, didattica, ricerca, etc. L’università è entrata in crisi per questi due motivi: la separatezza è diventata astrazione e non ci sono più atenei italiani nei primi 150 delle classifiche internazionali. La cooptazione è diventata privilegio. Un primo punto di contatto lo possiamotrovare,manonèpossibileconservare quello che c’è.
La cancellazione
del diritto allo studio
RICCIO Ha utilizzato la parola “paternalista”. Buona parte del suo intervento trasudava paternalismo sia per quello che riguarda il movimento che per l’università. Rispetto alla mobilitazione di questesettimane,chedeveesserefondata su analisi complessa e non semplificazioni, questo è uno dei rarimomentidi“confronto”–non di dialogo – dall’avvio della riforma: il ministro Gelmini non ha mai risposto.Inrealtàdaglistudentisonovenutetantissimeproposte,vedi “Altra Riforma”, una proposta di legge alternativa che interviene sugli stessi temi della riforma Gel-mini, per lo più ribaltandoli.
IL FATTO Quali sono i punti? RICCIO: La Gelmini interviene sulla governance, sul diritto allo studio e sulla ricerca. Non su molti altripuntie,nelmeritosiriducono le borse di studio e gli spazi di autonomia aumentando il potere dei “baroni”. Noi vorremmo l’opposto. Primo un autogoverno democratico dell’università contro l’idea di autonomia stile “faccio quellochemipare”,conmaggiore trasparenza dei bilanci, controllo delle deliberazioni, controllo a chi ha minor potere, quindi studenti e ricercatori. Strumenti di democrazia diretta. Sul diritto allo studio, chiediamo la ridefinizione del diritto tutto intero. Come si fa a sostenere che la riforma è positiva perché premia il merito quando invececisonospecchiettiperleallodole come il “fondo per il merito” che è un sistema di indebitamento come il “prestito d’onore” americano?SisacheObamaprima di diventare presidente degli Stati Uniti doveva ancora estinguere il debito? Perché indebitare gli studenti, sapendo che il mercato del lavoro è sempre più precario?
I debiti sulle spalle
degli studenti
QUAGLIARIELLO Cominciamo dalle risorse: l’università partecipa della crisi del paese, non è un luogo astratto. In più è malata di sprechi inauditi: quella di Siena ha avuto 250 milioni di debiti.
RICCIO: Ma non li hanno fatti gli studenti...
QUAGLIARIELLO No, ma l’università è stata fatta a favore dei professori e non degli studenti. Si pensi ai corsi di laurea con 15 iscritti, è o non è uno spreco?
RICCIOEppure quando vi diciamo che tagliate le borse di studio voi ci parlate di sprechi. Ma guarda caso i Rettori sostengono il governo e la riforma.
QUAGLIARIELLO Il taglio è del 2008. Rispetto al 2008, nel 2009 e 2010 è stato recuperato. Vediamo il ddl sulla stabilità: l’incrementoèstatodi800milionidel FondodiFinanziamentoordinario degli atenei. Poi ne sono stati stanziati 100 per i prestiti d’onore e le borse di studio. C’è stato un taglio lineare nel 2008, valevole per 2009,2010e2011.Dopo,unaparte del taglio è stata ripristinata. Per il resto gli sprechi che finora ci sono stati si cercherà di evitarli. Credo che voi dovreste chiedere che questi soldi siano spesi bene, non più secondo le logiche baronali. Dovreste chiedere per esempio che non ci siano sedi distaccate. Il vero cambiamento è quello di fissare una concorrenza positiva tra atenei, la correzione di alcune distorsioni e un minimo di concorrenzaall’internodell’università. Ce ne sono alcune virtuose e altre no, perché metterle sullo stesso piano? Se un archeologo scaverà in Abruzzo, penserà di aver trovato “l’Atene” del XX secolo,perchécisonoquattrostrutture per tre università. È possibile che non si mettano d’accordo e non si stringano in un patto federativo per fare ognuno una cosa bene e non tutti, in maniera mediocre, le stesse cose? Infine, c’è chi tira la carretta con stipendi modesti e chi non fa nulla: questa cosa si risolve con valutazione e concorrenza.Legandoaquestelo sviluppo di carriera e la soddisfazione economica.
Chiarezza
sui numeri
IL FATTO Il taglio sull’assestamento di bilancio di quest’anno era di 1076 milioni e il reintegro è di 800. Quindi ne mancano 276. Sugli sprechi: forse dovremmo tornare indietro a quando il ministro dell’Istruzione era la Moratti e avallò la creazione di 15 nuove universitàtelematichecontroleduedella Francia e una della Spagna, creando una delle tante anomalie italiane. E sulle priorità: la Germania investe solo quest’anno 15 miliardi per università e ricerca, facendo una chiara scelta per lo sviluppo in tempo di crisi economica. Passiamo alla protesta dei ricercatori.
Baroni sempre
più forti
TABUSI La nostra è una protesta diindisponibilitàaformenonpreviste per legge. Il 45% dei corsi universitarinegliultimiannisono tenuti dai ricercatori che non si sono mai tirati indietro. Ora, visto che questa legge ci porta a non insegnare, nella riforma scompaiono quelli a tempo indeterminato. Quindi, l’unica possibilità che ci lascia è quella di essere indisponibili e tornare a mansioni normali. Con i ricercatori non c’è stato alcun confronto. Il presidente della Repubblica ci rispose che avrebbe girato la nostra lettera al ministro ma da lei mai nessuna notizia. Gli sprechi ci sono sicuramente. I ricercatori e gli studenti vogliono una riforma che massimizzi le potenzialità dell’università. La cosa che più ci colpisce è che noi concordiamo con le parole chiave della riforma, ma che questa non permette. Lotta alle baronie, ad esempio: il ddl dice che la chiamate dei professori saranno fatte in base a regolamento d’ateneo. E quindi bastacheiprofessoripiùpotentisi mettano d’accordo. L’apertura ai privati è già garantita oggi. Con risultati scarsi. Si dice che la riforma ècontroibaronimairettorihanno sempre detto di essere a favore. E voimettetenellemanidichihafatto gli sprechi e provocate disastri, tutto il potere. Le statistiche Ocse dicono che l’Italia ha uno dei più bassirapportitradocentiestudenti, uno a 19. E tra i docenti sono conteggiati anche i ricercatori e i contrattisti che con la riforma andrannofuorigioco.Quandovoiintroducete i 3+2+3, otto anni di precariato, penalizzate l’ingresso dei giovani. Noi invece proponiamo il ruolo unico della docenza, che sarebbe davvero un colpo al baronato. Chi è più bravo guadagna di più e tutti sono tutelati.
QUAGLIARIELLO In Germania e Gran Bretagna la cura dimagrante l’hanno fatta anni fa. L’Inghilterra era uscita da qualsiasi classifica di merito e grazie a quei tagli ha ripreso a scalare le classifiche mondiali.
IL FATTO Questa idea che i tagli portino benessere è curiosa...
QUAGLIARIELLO I ricercatori sono il vero punto. Quello che diceTabusi,sull’operadisupplenza, è giusto. Le università devono essere valutate e, a seconda della valutazione, devono prendere i loro finanziamenti. In questa situazione le università dovrebbero avere l’interesseaprendereimigliorisul mercato. Se non lo fanno vengono penalizzate. Dipenderà da come vengono fatti i decreti attuativi. TABUSIScusimaperchéidecreti non sono nel ddl?
QUAGLIARIELLO Ma come hanno funzionato i concorsi finora?Sonostatipocodipiùchedegli scatti di anzianità.
TABUSI Cosa cambia con la riforma? Tutto il potere è in mano locale.Ealloraperchénonilruolo unico della docenza?
QUAGLIARIELLO Il ruolo unico mi sembra un errore. Chi entra nell’università deve entrare precario, perché fino a che non si mette alla prova non può essere confermato. Quindi noi facciamo un contratto fino a 6 anni e poi può diventare associato. Altrimenti, in un’età in cui può ancora entrare nel mercato del lavoro, l’esperienza la spende altrove. IL FATTO Lei dice che i ragazzi finiscono in un’età ancora spendi-bile. Facciamo i conti: laurea+specializzazione+dottorato+postoda ricercatore fino a 8 anni che possono diventare 12, si arriva a ridosso dei 40 anni. E il mercato offre poco lavoro già molto prima.
QUAGLIARIELLO Questo dipende dal fatto che l’università rimaneunluogoseparato.Ilproblemaèilpassaggiodall’universitàad altri mondi oppure no. Se resta un mondo a parte non c’è sbocco. IL FATTO Basteranno 8 anni per trasformarsi?
QUAGLIARIELLO Da qualche parte occorre cominciare. L’università è piena di precari, con ricercatorichesperanodifareiprofessori a 40 anni e poi rimangono ricercatori a vita.
IL FATTO Non è meglio a vita che disoccupati?
QUAGLIARIELLO Insomma, non so.
Studiare: un bene
di lusso
PATERNA Alcune ricerche del Consiglio nazionale degli studenti universitari insediato al ministero, dicono che al Sud solo il 60% degli studenti idonei alla borsa di studio lariceve.Nelcentroèil95,alNord il97.Idatisonoriferitial2007,con 140 milioni di finanziamento. Il 20 % dei ragazzi non si sposta perché non gli viene consentito di trasferirsi. Nel ddl di Stabilità c’è un taglio sulle borse di studio. Nel 2009 c’erano 246 milioni che vengono portati a 25 fino a 13 nel 2013. Poi il governo ha recuperato 125 milioniperquest’annolasciandoiltaglioinvariatonel2013,parial95%. Quando vi poniamo questi dati la risposta è: c’è il fondo per il merito.Questoperòsignificaabbandonarelecondizionieconomichesocialidiprovenienzadeglistudenti, parlandodicriteridimeritochesaranno definiti in seguito. L’unica cosa certa sono i tagli. E il prossimo anno ci saranno difficoltà a iscriversi alle università. Studiare sta diventando un bene di lusso. QUAGLIARIELLO Avete il terroredelprivato.Maneglialtripaesi europeiècompletamentediverso. Noi investiamo in ricerca lo 0,56% e dobbiamo recuperare uno 0,9. Sul privato dobbiamo recuperare di più. Se vogliamo creare innovazionedobbiamospingereiprivatia entrare nell’università e nel Cnr. RICCIO Il privato entra e non investe neanche risorse?
QUAGLIARIELLO Questa condizione invece attirerà nuovi investimenti. Il problema è che il nostro sistema industriale è fatto di medie e piccole imprese.
PATERNA Non siamo contro i privati ma contro la gestione privata dell’università. Se mettiamo tre esterni nel Cda la strategia sarà schiacciata sulle loro esigenze. Per esempio nelle Marche, con l’ingressodellaMerloni,rischiodi avere i corsi per fare cucine.
IL FATTO Non solo, ma potrebbero anche essere figure politiche, con una deriva Asl.
QUAGLIARIELLO È una paura corretta. Ce n’è però un’altra: che leuniversitàincrisivenganodifatto acquistate per quattro soldi dal potere politico di regioni e comuni lasciando tutto nel grigio, nel-l’opacità. Noi almeno facciamo le cose in maniera trasparente.
RICCIO Quindi gliele lasciamo comprare in pace?
QUAGLIARIELLO Ammettete almeno che abbiamo messo dei limiti seri alle gestione rettorali che duravano venti anni.
TABUSINo,laleggeintroducela possibilità di andare in un altro ateneo. L’unica ope legis è a favore dei rettori. Infatti, se i Rettori sono alla scadenza del mandato gli si regala un anno oppure due. IL FATTO Ma perché si è arrivati a due giorni dall’approvazione del ddl, in un clima assurdo con la manifestazione di mercoledì in cui si getta benzina sul fuoco, e questo modo civile non è stato proposto prima? Perché questa sordità che ha creato nel movimento la sensazione radicata che non si volessero sentire le loro ragioni.Perchéaquestopunto,non ci si poteva pensare prima?
QUAGLIARIELLO Credo che la riforma è improvvisamente diventata un simbolo. Improvvisamente è cambiato il clima.
PATERNA Ma noi manifestiamo da più di un anno.
QUAGLIARIELLOLaragioneè politica. La diagnosi rispetto ai guastidelsistemanonèdiversa,la soluzionesì.Noiriteniamocheattraverso la concorrenza si possa attivare il merito, voi pensate che approfondendo e migliorando i meccanismi attuali si possa servire la stessa causa.
IL FATTO Il senatore difende la riforma con più brillantezza di ciò che merita. La difende con eccezionale diversità dal ministro che non la difende perché non la sa difendere. Se avete una visione liberal democratica perché allora non liberalizzate davvero? Il ddl ha l’idea del taglio e manca un disegno di fondo.
QUAGLIARIELLO La Gelmini è uno dei ministri che si è messo più in gioco ed è anche uno dei miglioriministridell’Istruzione.Queste riforme non si possono mai addebitare a una persona, io mi prendo la mia parte di responsabilità, ho collaborato alla sua stesura. Comunque, la riforma non va fino in fondo, è vero. L’università italiana nonpuòcambiaredicolpo,noivogliamo cambiare ma anche “tenere” e quindi alcune cose non si sono spinte fino in fondo. Penso che nei prossimi anni si potrà andare avanti. Cercheremo un’inversione sullaselezioneesullacooptazione, puntiamo alla meritocrazia.
IL FATTO Ma qualche dubbio o qualche critica da questo confronto le è venuta?
QUAGLIARIELLO Il confronto è stato utile, ma non ho cambiato la mia opinione.
IL FATTO C’èunappuntamento, quello di mercoledì, e tutte le persone responsabili devono evitare che diventi un muro contro muro. Guai se passasse l’idea che i mani-festanti,studenti,precariericercatori,sianounfastidiodatenerelontano così i problemi saranno risolti. Dovete fare in modo che mercoledì sia una giornata positiva.
QUAGLIARIELLO Quello che lei ha detto è uno dei motivi per cui sono contento di essere qui.