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 2010  dicembre 20 Lunedì calendario

Parentopoli a Firenze: Renzi brucia 12 milioni per assumere gli amici - Renziopoli. Spese facili, folli, fantasmagoriche

Parentopoli a Firenze: Renzi brucia 12 milioni per assumere gli amici - Renziopoli. Spese facili, folli, fantasmagoriche. Gli in­ciampi di «parentopoli» non danno certo lustro al sindaco di Firenze, Matteo Renzi, incar­nazione del nuovo che avanza in casa Pd. La procura della cor­te dei conti della Toscana ha mandato sotto processo il «pic­colo Obama fiorentino» (il copyright del soprannome del primo cittadino è dell’espo­nente pdl locale Giovanni Don­zelli) e la sua ex giunta provin­ciale per l’assunzione di una ventina di «esterni» che non avrebbero avuto i titoli per oc­cupare le ambite poltrone. I giudici hanno calcolato un danno erariale di oltre due mi­lioni di euro. Situazione analo­ga al Comune di Firenze dove gli sprechi dell’amministrazio­ne rossa, secondo uno studio dei consiglieri comunali del centrodestra, lieviterebbero a 10 milioni di euro con le assun­zioni mirate negli uffici d’inte­resse del sindaco e della sua giunta: nell’elenco stilato dal consigliere comunale Donzel­li figurano due ex assessori, l’ex portavoce di Lapo Pistelli (avversario politico alle prima­rie di Renzi), la figlia del diretto­re del Corriere fiorentino, una candidata del Pd non eletta, una giovane dirigente del parti­to, amici di famiglia, ex scout etc. Poi c’è il Tar che ha da po­co revocato l’assunzione nel corpo dei vigili urbani della fi­glia di un direttore generale che, coincidenza, è stato capo dei vigili urbani ed è attual­mente il responsabile di una società partecipata. Ma andiamo per gradi. E co­minciamo dai posti assegnati in Provincia. Stando alle accu­se dei magistrati contabili sa­rebbero state fatte una ventina di assunzioni con modalità non proprio cristalline con un danno erariale di 2 milioni e 155mila euro. Alcuni dei fortu­na­ti vincitori dell’impiego pub­blico non avrebbero avuto i ti­toli, altri sarebbero sprovvisti della laurea, altri ancora sareb­bero andati a occupare posti già occupati. Le persone assun­te a tempo determinato entra­rono a far parte dello staff per­sonale di Renzi e delle segrete­rie particolari dei componenti della giunta, ed è per questo che una trentina di persone so­no finite «a giudizio», a comin­ciare­da Renzi e dall’ex assesso­re Andrea Barducci, già vice di Renzi, attuale presidente dell’amministrazione provincia­le fiorentina. La «parentopoli gigliata» è sollevata ovviamen­te dal Pdl ma anche dalla sini­stra. Per dire. Andrea Calò, ca­pogruppo di Rifondazione co­munista, rispetto all’avvio del «processo» presso la Corte dei conti, è arrivato addirittura a sollecitare l’istituzione di una apposita commissione d’in­chiesta per fare luce «sulla cor­retta finalizzazione dell’uso delle risorse pubbliche sulle politiche del personale». Achil­le Totaro, senatore Pdl, ancora si chiede se era proprio neces­sario, nel 2004, buttare 2 milio­ni di euro dopo aver sperpera­to milioni «per iniziative, alle­gri banchetti, eventi e uno staff degno del suo livello». A difesa di Renzi parla il suo avvocato, Alberto Bianchi, che al Giorna­le rivendica la correttezza del­l’operato di quella giunta a cui la legge, spiega, consentiva l’assunzione degli uffici a sup­porto dell’azione politica del presidente e degli assessori, e dunque,«vi è stata un’applica­zione corretta delle norme che regolano la materia». Passando dalla Provincia al Comune, il risultato non cam­bia. Renzi s’è ritrovato a fare i conti col medesimo proble­ma. Solo che qui, a dar retta al­l’interrogazione del solito Don­zelli, i milioni sperperati sareb­bero dieci spalmati in cinque anni per coprire ben quaranta assunzioni, ufficio stampa escluso. A detta del consigliere comunale Pdl, più che sui cur­riculum e sulle competenze specifiche, la scelta sarebbe stata fatta basandosi sull’«intu­ito personale» di Renzi o di chi gli sta vicino. Con i quaranta nuovi assunti «esterni» per cin­que anni, si legge in un’inter­pellanza al sindaco, «si sfiora­no i 10 milioni di euro l’anno, cifra che viene altamente supe­rata se consideriamo che in questo conteggio sono esclusi i premi di produzione e gli stra­ordinari ». Tutto ciò, conclude Donzelli insieme al collega Sa­batini, «senza dimenticare che il Comune conta 5.250 di­pendenti interni, con capacità e competenze specifiche, er­go, 10 milioni di euro è una ci­fra da Superenalotto, uno schiaffo alla crisi, alle tasche dei fiorentini e ai 5250 dipen­d­enti interni del Comune di Fi­renze ». Settantotto persone so­lo per lo staff del sindaco porta­no gli esponenti del Pdl a iro­nizzare sulla considerazione che il primo cittadino avrebbe di sé: «Davvero crede di essere come Obama e di doversi crea­re uno staff da presidente degli Stati Uniti...». Il Comune ha ri­sposto a tono ricordando che il numero degli impiegati è lo stesso dell’entourage del pre­decessore di Renzi a Palazzo Vecchio. «Bugia - ridacchia Donzelli- l’ex sindaco Leonar­do Domenici aveva attinto quasi tutto il personale dal Co­mune, Renzi in grandissima parte da fuori!».