Ilaria Sesana, Avvenire pag. 4 21/12/2010, 21 dicembre 2010
È L’UCRAINA LA NUOVA PORTA DELL’EUROPA
Fatima ha solo 16 anni ma ha già percorso migliaia di chilometri per sfuggire alla guerra civile che da vent’anni dilania la Somalia. Vuole raggiungere l’Europa per chiedere asilo politico ma, diversamente dalla maggior parte dei suoi collazionali, non ha attraversato i deserti torridi del Sudan e della Libia. La sua speranza di salvezza passa attraverso il confine che separa l’Ucraina dall’Ungheria. Sono sempre più numerosi infatti i rifugiati politici provenienti dal Corno d’Africa che, facendo scalo aereo a Dubai e Mosca, raggiungono l’ex repubblica sovietica. Da qui cercano poi di entrare in Ungheria o in Slovacchia per chiedere asilo politico in uno dei Paesi membri dell’Unione europea. Per passare quel confine, Fatima ha camminato per una notte intera nella foresta con altri tre somali, quando il gruppo è stato fermato dalla polizia di frontiera ungherese la ragazza ha subito detto agli agenti di essere minorenne e di voler chiedere asilo.
Le sue richieste di aiuto però non sono state ascoltate, la ragazza è stata ammanettata, interrogata e rispedita in Ucraina, dove ha trascorso sei settimane nel centro di detenzione per migranti di Mukachevo. Un accordo stipulato il 1° gennaio 2010 tra l’Unione europea e il governo di Kiev prevede, infatti, il ritorno forzato in Ucraina dei cittadini extracomunitari che attraversano illegalmente la frontiera con Ungheria e Slovacchia.
L’Ucraina però non è in grado di garantire assistenza a chi fugge da guerre e torture. Secondo quanto riporta la ricerca realizzata dalla rete “Border monitoring project Ukraine”, tra il 2003 e il 2007 sono state 2.113 le richieste d’asilo presentate da iracheni, afghani e somali, ma solo 186 sono state accolte. Diversamente, in Ungheria il 65% dei chiedenti asilo iracheni, l’84% degli afghani e il 38% dei somali hanno trovato protezione.
Il rapporto “Maltrattamenti alla frontiera: i trattamento di rifugiati e migranti in Ucraina” diffuso nei giorni scorsi da Human rights watch denuncia abusi e detenzioni arbitrarie, persino torture subite da migranti che avevano tentato di varcare illegalmente il confine con l’Ungheria ed erano stati rispediti indietro. «L’Europa dovrebbe sospendere l’accordo di riammissione, fino a quando l’Ucraina non avrà dimostrato di saper offrire trattamenti umani e garantire protezione efficace ai migranti », sottolinea Bill Frelick, direttore del programma Rifugiati di Hrw e coautore del rapporto.