JOSEBA ELOLA , la Repubblica 21/12/2010, 21 dicembre 2010
ASSANGE: HANNO VOLUTO UMILIARMI MESSO IN CELLA CON I PEDOFILI - C´è
una storia inquietante riguardo alla permanenza di Julian Assange nella prigione di Wandsworth. Un giorno, all´ora di pranzo, ha cominciato a mangiare un piatto di riso e fagioli e all´improvviso qualcosa gli si è rotto in bocca.
Addio a un dente. Un oggetto metallico glielo aveva spezzato. «Non so se ce lo avevano messo apposta o se si sia trattato di un incidente», racconta. In cella d´isolamento ha avvolto il dente in un pezzo di carta. Poi è uscito per un´ora. Al ritorno, il dente era scomparso. «Presto sarà messo in vendita su eBay», dice scherzando nella cucina di Vaughan Smith, il suo protettore sul suolo britannico, l´uomo che gli ha offerto un domicilio in cui possa essere reperibile mentre è in libertà su cauzione.
Signor Assange, secondo lei perché glielo hanno rubato?
«Suppongo perché non volevano che restasse traccia di quello che era successo».
È la sua prima intervista da quando è uscito di prigione. L´australiano ha un´ottima cera. Beve tè e parla, come sempre, con un tono di voce bassissimo. Poi, appena si accende il registratore, entra nel ruolo di un uomo che lotta per la libertà d´espressione.
Come si sente, ora?
«È meraviglioso aver abbandonato l´isolamento. Abbiamo ricevuto appoggi ovunque, sembra che tutto il mondo ci appoggi. Ma più uno è vicino al potere, meno è disposto ad aiutarci, probabilmente perché ha più da perdere. Negli ultimi dieci giorni, tuttavia, abbiamo visto gente che ci ha dimostrato il suo appoggio, anche vicino al potere».
Come Lula.
«Come Lula. Ma è un caso speciale, perché ormai si è ritirato, e può essere più diretto. Non deve più rendere nessun omaggio agli Stati Uniti. Il vicepresidente americano, Joe Biden, mi ha definito "un terrorista tecnologico". Ma terrorismo è usare la violenza a fini politici. E visto che gli Usa continuano a offuscare la stampa con obiettivi politici, domando: chi è il terrorista?».
Giovedì scorso è stato rimesso in libertà e ha pronunciato alcune parole sui gradini del tribunale.
«Sono stato velocissimo... Avrei potuto restare lì a parlare per un´ora, ma la polizia era preoccupata che potessero ammazzarmi, o qualcosa del genere».
Che hanno voluto dire per lei quei nove giorni in prigione?
«Sono stato trasferito tre volte. Prima sono stato nelle celle dei nuovi arrivi. Poi mi hanno trasferito nell´ala Onslaw, dove ci sono 350 detenuti pericolosi per gli altri detenuti o per le guardie carcerarie: gente che è stata probabilmente condannata per reati sessuali, omicidio di bambini... Ma poi hanno pensato che era troppo pericoloso per me restare lì».
Perché?
«C´era il pericolo che qualcuno mi attaccasse o mi uccidesse. Così mi hanno trasferito all´unità di isolamento, chiamata eufemisticamente "Unità di sorveglianza e separazione"... dove sono inviati i detenuti più vivaci. Lì ogni prigioniero è isolato. C´erano pedofili impazziti che urlavano per tutta la notte i loro delitti. Si sentivano quelle urla per tutta la notte».
Assange dice che il sistema del carcere era molto "soviet". Burocratico. Ma racconta che la maggior parte dei secondini era dalla sua parte. Un agente gli ha consegnato un biglietto in cui aveva scritto: "Ho solo due eroi: Martin Luther King e lei". Ha superato la prova facendo esercizi ogni giorno, scrivendo degli appunti su WikiLeaks da consegnare ai suoi colleghi e leggendo «Reparto C» di Alexandr Solgenytsin.
Sabato scorso, il Guardian ha fatto una ricostruzione delle giornate di Assange a Stoccolma, lo scorso mese di agosto, quando vennero fatte le due denunce. Il giornale dava ogni genere di particolari sui rapporti sessuali avuti in quei giorni da Assange con Miss A. e Miss W. «Come al solito, quasi nulla è ciò che sembra - dice Assange -. Questo è l´ultimo episodio della campagna diffamatoria che sto subendo».
Il Guardian dà ogni genere di particolari, e racconta di un momento in cui lei ha rapporti sessuali con una persona addormentata e senza usare il preservativo...
«È solo una dichiarazione fatta alla polizia. Questa denuncia è un falso. Come la maggior parte di ciò che si dice in questo caso. In tutto quel che è emerso finora non c´è nulla di ciò che qualsiasi persona ragionevole definirebbe uno stupro».
Lei dichiara di non aver mai stuprato nessuno?
«Non ho mai avuto un rapporto sessuale con una persona senza il suo consenso. È stato molto difficile ottenere dei particolari in questo caso, e ci resta ancora molto da sapere. Non mi hanno ancora dato niente in inglese, e questo costituisce una violazione della convenzione europea sui diritti umani».
Chi c´è dietro a tutta questa campagna di diffamazione?
«Non voglio dire che ci sia una catena di ordini da Hillary Clinton fino a un giornalista che lavora al Guardian: le cose non funzionano così nel mondo reale. Ma il grande potere crea un ambiente nel quale gli individui percepiscono ciò che vuole il potere e se ne nutrono. Anche senza istruzioni dirette, ogni individuo percepisce in quale modo agire per massimizzare i suoi interessi. Ambizioni di carriera, fama, mantenere e creare alleanze, fare dei favori ad amici, parenti, o membri di uno stesso partito... Fare le cose per paura, senza che te le abbiano chieste... Tutte queste cose creano un ambiente».
(©El Pais/La Repubblica. Traduzione di Luis E. Moriones)