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 2010  dicembre 20 Lunedì calendario

E ORA RENZI FA MEA CULPA "SÌ, HO SBAGLIATO ANCH´IO MA QUANTI GUFI CONTRO DI ME" - ROMA

Ma come, sindaco Matteo Renzi, lei parte per rottamare il ceto politico al completo e un mese dopo finisce preso a palle di neve dai fiorentini? Com´è potuto accadere?
«È un bel casino, sì. Anche se qualcuno c´inzuppa il pane un po´ troppo. Non vedevano l´ora».
Non se ne verrà anche lei con la storia del complotto? Roba da vecchi politici…
«No, no. Non voglio fare la vittima, ma neppure il fesso. I disagi a Firenze città ci sono stati e pesanti. Ma le code sono durate tre ore e non dodici come in autostrada e tutto sommato, considerando che a Firenze non nevicava tanto così dal 1957…».
È andata bene. Peccato per i viali bloccati, le auto abbandonate per strada, i bambini prigionieri a scuola. Una tragica fatalità? Colpa di Bersani e D´Alema?
«Ma no, certo le colpe del Comune sono evidenti».
Quindi del sindaco, o no?
«Sì, vuole che le dica che ho sbagliato?».
Parrebbe il minimo. E anche dove ha sbagliato.
«Mi sono fidato delle previsioni che davano cinque centimetri di neve e invece ne sono caduti venticinque. Dovevo chiudere le scuole venerdì e non l´ho fatto. Non sapevo che i mezzi del comune di Firenze per spalare la neve sono inadeguati, per non dire ridicoli. Sembrano i giocattoli della Playmobile. Detto questo…».
Che non è poco, le pare?
«Non è poco e me ne assumo l´intera responsabilità. Sono errori miei. Non colpe di D´Alema».
Detto questo?
«Se anche fosse stata una giornata di sole di giugno, Firenze sarebbe saltata in aria. Quando si chiude l´autostrada del Sole e la Firenze-Pisa-Livorno, mandando caravan di camion in città, si bloccano aeroporto e ferrovia, la paralisi cittadina è inevitabile. Se poi nel disagio ci si mettono anche i ministri che vengono a far comizi e speculazioni, allora mi girano le scatole».
È una vaga allusione al ministro Matteoli, che sabato l´ha attaccata per la gestione dell´emergenza?
«Il ministro Matteoli era alla Fortezza da Basso per una cena del Pdl, che comunque si è potuta organizzare senza troppi disagi, e ne ha approfittato per dire che a Firenze città non si circolava, mentre l´autostrada era libera. Era esattamente il contrario. Ma quanto vino bevono a ´ste cene del Pdl?».
Tornando agli errori. Tanto dibattito sull´importanza di comunicare, le reti, Facebook e poi venerdì non siete stati capaci di comunicare ai fiorentini che era meglio non toccare l´auto.
«È vero. Si sono messi tutti in macchina per sfuggire al blocco proprio quando arrivavano i camion dall´autostrada. Ma ripeto, alle 20 era tutto finito e sull´Autosole c´era la gente che si preparava a dormire in auto».
I fiorentini hanno reagito bene, si sono messi a spalare da soli, hanno aiutato i senzatetto a non morire al gelo, come è accaduto in altre civilissime zone del Paese. Certo, l´hanno insultata un poco.
«Non mi sono nascosto, sono andato per strada anch´io, mi sono preso gli insulti su Facebook e de visu. E le critiche, che sono più utili».
Già che ci siamo, vogliamo anche dire che è stato un errore andare a casa Berlusconi?
«No, quello no. Il sindaco di una grande città ha il dovere di parlare col presidente del Consiglio. E se quello ti riceve in villa invece che a Palazzo Chigi, vai ad Arcore. Punto e basta».
Si è pentito di aver cercato un po´ troppa esposizione mediatica in questi mesi?
«No, ho detto quello che pensavo e che pensano in molti nel Pd. Sapevo che ogni mia mossa da quel momento in poi sarebbe finita sotto una gigantesca lente d´ingrandimento. Fa parte del gioco politico».
Se la mossa è sbagliata, secondo lei godono di più a destra o fra i suoi compagni di partito?
«A me spiace che gufino contro Firenze. Per quanto riguarda me, comunque vado avanti. Se c´è qualcuno del Pd contento di un mio errore, che dire? Beati loro che si divertono così. Le critiche che si rivolgono all´interno del Pd non sono lotte fra nemici, servono a combattere meglio l´avversario politico, il centrodestra. Perché rimane il centrodestra l´avversario, o no?»
Dipende. A questo punto debbo violare l´accordo di non parlare di politica nazionale. Allora, che cosa ne pensa dell´intervista a Bersani a "Repubblica", dell´ipotesi di alleanza con il Terzo Polo?
«Guardi, io sono qui con la vanga in mano e non è la condizione ideale per commentare la politica nazionale».
E quando deporrà la vanga?
«Ripeterò quello che sostengo da mesi. Ovvero che a inseguire Fini non si va da nessuna parte. Non mi pare che dai fatti recenti sia arrivata una smentita».
I "rottamatori" si metteranno di traverso al patto Bersani-Casini-Fini?
«Ne riparliamo a gennaio. Le reazioni della base sono chiare, mi pare. Ma per ora lasciamo stare. L´unico aspetto positivo dell´emergenza di questi giorni è di tenermi fuori dalla politica nazionale».
Non teme che i compagni di partito usino la vicenda?
«Temo che la useranno Elio e Le Storie Tese, a Firenze per il concerto di Capodanno. Fra Arcore e la neve, gli abbiamo dato un bel po´ di materiale».