ETTORE LIVINI, la Repubblica 18/12/2010, 18 dicembre 2010
BINARI GELATI E POCHI SPARGISALE IL GRANDE FLOP DEL PIANO TRASPORTI - MILANO
La maledizione del venerdì 17, per una volta, non c´entra. L´Italia paralizzata ieri da un´ondata di gelo e di neve ampiamente preannunciata non è figlia del malocchio ma del tragico ritardo negli investimenti infrastrutturali (in piccole e grandi opere) accumulato negli ultimi anni. Dietro la pirotecnica politica degli annunci si nasconde una realtà ben diversa: i soldi stanziati davvero per la "manutenzione" ordinaria del Belpaese (la riparazione dei buchi nelle strade, la messa in sicurezza degli argini, l´adeguamento delle strutture aeroportuali e ferroviarie) sono ridotti al lumicino. Nel 2009-2010 le risorse pubbliche destinare alle infrastrutture sono scese al livello più basso degli ultimi vent´anni, certifica l´Associazione italiana dei costruttori edili (Ance). E il 2011 andrà ancora peggio con un ulteriore taglio del 14% alle cifre a disposizione.
Sono rimaste al palo – salvo per l´alta velocità – tutte le grandi opere: la legge obiettivo ha dieci anni di vita ma solo il 20% delle opere previste è stato terminato mentre per il 55% non è stato nemmeno aperto un cantiere. Ma non decollano nemmeno gli interventi d´urgenza: degli 11 miliardi stanziati dal Cipe nel 2008 per rilanciare l´economia con i lavori necessari a sistemare le strade, i ponti, i boschi e i fiumi nazionali (quelli che a ogni perturbazione lasciano con il fiato sospeso la Protezione civile) sono stati spesi ad oggi solo 44 milioni. Non si riescono a utilizzare nemmeno i soldi che ci sono davvero. Dei 19 miliardi destinati dal Fas agli interventi nel Sud per i lavori previsti tra 2000 2 2006 più del 30% è bloccato su opere realizzate per meno del 10%. E l´ambizioso piano 2007-2013, all´alba di fine 2010, non è arrivato nemmeno alla chiusura dell´istruttoria tecnica.
Non c´è da stupirsi dunque se bastano due dita di neve per mandare in tilt il traffico sulle strade italiane, se il termometro sotto zero fa saltare le linee aeree delle ferrovie. E se pochi millimetri di pioggia sono sufficienti per far esondare torrenti e fiumi, con i danni moltiplicati dalla selvaggia speculazione che si è mangiata anche le rive dei corsi d´acqua: il 77% dei comuni italiani ha dato l´ok alla costruzione in aree pericolose sulle sponde per incassare (visti i tagli di trasferimenti statali) i preziosi oneri di urbanizzazione. Ma nel 42% dei casi gli enti locali – calcolano Legambiente e Protezione civile – non hanno provveduto nemmeno alle necessarie opere di consolidamento e conservazione. L´Anas, ad esempio, non vedrà nemmeno un centesimo di soldi pubblici nel 2011 per la manutenzione ordinaria della rete nazionale. E per il secondo anno consecutivo dovrà affidarsi ai pedaggi sul suo network (né più né meno che una forma di tassa indiretta) per fare almeno gli interventi improrogabili. Gli stanziamenti pubblici per le Fs nel 2011 sono stati sforbiciati di un 10% rispetto alla cifra già ridotta prevista dalla finanziaria. E Aeroporti di Roma, dopo aver annunciato in pompa magna un piano di sviluppo da 3,6 miliardi, ha confermato ieri che in assenza dell´ok del governo all´aumento delle tasse aeroportuali rallenterà i lavori la politica di investimenti (tra 2010 e 2011 spenderà 185 milioni...) necessari per portare Fiumicino a standard di servizi europei.