Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  dicembre 19 Domenica calendario

MUCCASSASSINA: UN MUGGITO VI SEPPELLIRÀ

Muccassassina, tutto attaccato, tutto d’un fiato. Eppure, sono già passati 20 anni, 20 anni di movimento e cultura glbt, gay-lesbo-bisex-trans, galassia di orgoglio, dignità e solidarietà a geometrie variabili. In principio, fu il centro sociale Villaggio Globale, l’ex mattatoio capitolino che diede alla serata più trasgressiva dell’Urbe e – forse – dell’Italia tutta, un titolo da B-movie, da horror animalista: la vittima sacrificale si ribella al suo aguzzino, la vacca si fa killer, muccassassina. Ma a spargersi non è il sangue, bensì il divertimento, sorretto da una testa pensante: il Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli, che – siamo a fine ’90 – abbina alla lotta per i pari diritti di omo e transessuali, all’elaborazione politica e all’assistenza sanitaria il “governo” della notte. Dal Grigionotte di Trastevere alla Centrale del Latte di Piazza Vittorio fino, appunto, al Villaggio Globale, dove la serata ha l’imprimatur di Luciano Parisi e il logo ludico-ferale (creato da Francesco Simonetti e Rossano Marchi) di una mucca con la falce. Il “vaccino” funziona: sulla pista si balla il vogueing lanciato da Madonna, la creatività richiama, tra gli altri, Roberto D’Agostino, Nichi Vendola e Amanda Lear. Ma è solo l’inizio, e l’evoluzione è dietro l’angolo: nel ’93 la direzione artistica passa al giovane transgender pugliese Vladimir Luxuria, che apre la nicchia glbt a fenomeno di costume, con l’odierna sala stampa vaticana (l’ex cinema Castello) per location e l’effetto flou per parola d’ordine: “I gay cercavano visibilità, io ho cercato fosforescenza”. Sull’elettro-refrain degli Snap, Rhythm is a Dancer, Muccassassina richiama Moana Pozzi, Laura Betti e Aldo Busi, sostenendo il Circolo Mieli e la prevenzione dell’HIV, che già si era portata via uno dei nostri meglio scrittori, Pier Vittorio Tondelli.
MA, PER DIRLA con Derek Walcott, ora e sempre è feast on your life. Come party comanda: Halloween, Capodanno, Sanremo Drag e il primo Gay Pride italiano (’94). In cattedra sempre Luxuria, Muccassassina gioca tra trash e underground, mixa extravaganza e politica, approdando nella stagione ’96-’97 all’attuale Qube di Portonaccio: c’è chi muore (Versace e Lady D) e chi festeggia l’opera prima (Ferzan Ozpetek con Il bagno turco), chi si spoglia (Centocelle Nightmare) e chi se la dà a gambe (le Spice Girls Baby e Sporty, vittime di troppo affetto), mentre 3 è il numero perfetto dei differenti sound per ogni piano. Sembra ieri, ma è già domani: ricordi e speranze, dancefloor e backstage, dragqueen e gogo-boys, e folla, folle, indifferenziate ma non indifferenti, perché ogni venerdì sera il Circolo si autofinanzia così, insieme a 4000 persone chiamate amici. Ce n’è da riempire un album di famiglia, ovviamente allargata, e qualcuno c’ha pensato: torsi nudi e scolpiti, perle e slip, due danzatori campeggiano nel blu dipinto di blu della copertina, sopra una scritta rosa shocking, MUCASSASSINA. Edito da Postcart (40 , con un ingresso omaggio al venerdì del Qube), è “un viaggio fotografico nel venerdì notte più trasgressivo d’Italia”, con l’odierno art director Diego Longobardi e la presidente del Mario Mieli Rossana Praitano a fare le presentazioni e 21 fotografi – da Giorgia Alba a Renato Vitelli, passando per Philippe Antonello, Giovanni Cocco e Gambalvo&Napolitano – a scrutare gratuitamente volti, emozioni e make-up di questa XX stagione. “Almeno una volta nella vita bisogna esserci stati a Muccassassina. Meglio spesso…”, dice la Praitano, e gli scatti che seguono spiegano perché: tra palco e retropalco, pubblico e artisti, il party che muggisce si fa sentire, eccome, nelle coreografie e nei chiaroscuri, le espressioni carpite e le pose esibite, i muscoli gonfiati e l’ironia maliziosa.
INSOMMA, nell’anno del coming out di Ricky Martin e della professione di fede eterosessuale di Renato Zero, Muccassassina celebra i due decenni su carta (il volume è bello e patinato) e su pista, con il dj Peter Rahuofer gueststar dell’anniversario, nuove macchine sceniche, il solito entusiasmo e una dedica: “A coloro che l’hanno ideata, a tutti quelli che vi hanno lavorato e ancora vi lavorano, e a tutti quelli che la amano – scrive Longobardi – non solo come luogo d’intrattenimento, ma come oasi di libertà. La libertà di essere se stessi, senza condizionamenti e senza paure”. Perché se quest’anno il Qube è stato bersagliato dalle bombe molotov dell’omofobia, l’ambizione e la missione rimangono quelle delle origini: Villaggio Globale. E allora un muggito vi seppellirà.