Riccardo Sabbatini, Plus24 18/12/2010, 18 dicembre 2010
QUEI RATING “SCORRETTI” TARGATI UE
L’Unione europea non trova pace con le agenzie di rating. Appena approva una regolamentazione, subito ne annuncia un’altra. Era già accaduto nel 2009 quando, varando un barocco sistema di vigilanza, Bruxelles preannunciò una successiva semplificazione. Il medesimo copione si è ripetuto in questi giorni. Mercoledì il parlamento europeo ha modificato il regolamento del 2009 attribuendo al neonato regulator comunitario dei mercati, l’Esma, i compiti di registrazione e sorveglianza su chi valuta la solidità dei crediti. Ma allo stesso tempo, con una consultazione appena avviata, l’attenzione si è già spostata sulle tappa successiva, un’intervento regolatorio che entra nel merito dei giudizi di rating (soprattutto con discusse disposizioni riguardanti i debiti sovrani). Nel regolamento appena approvato vi sono passi in avanti rimarchevoli. Ad esempio, il potere affidato all’Esma che per la prima volta potrà compiere direttamente ispezioni senza preavviso o richiedere la documentazione telefonica dei soggetti indagati. Per non parlare dell’iter sanzionatorio che affida ad un «funzionario indipendente» le indagini istruttorie ed al consiglio dell’organismo le decisioni finali. Perplessità solleva invece l’incerto regime di disclosure sulle sanzioni. Queste diverranno pubbliche se la divulgazione «non comprometta gravemente i mercati finanziari o non danneggi in modo sproporzionato le parti in causa».
L’attuale regolamentazione sancisce la «non interferenza con il contenuto dei rating o con le relative metodologie» ma, al tempo stesso, impone all’Esma di valutare la «conformità» a «metodologie rigorose, sistematiche,continuative e soggette a convalida sulla base dell’esperienza storica». Rimane, in queste proposizioni un’ambiguità che la pratica dovrà chiarire. Tanto più che nella nuova consultazione si ipotizzano sanzioni civili nel caso di rating «scorretti». Giudicati da chi? Ma ciò che maggiormente preoccupa nella regolamentazione che viene annunciata è l’ipotesi di una agenzia pubblica europea dei rating che avrebbe il compito di assegnare i giudizi sul debito sovrano dei governi. Il conflitto d’interesse tra compiti di stabilità e di trasparenza all’interno dell’eurozona diverrebbe stridente. Immaginate che scena con la nuova agenzia che abbassa il rating di un paese europeo e il comitato continentale sui rischi sistemici che lancia l’allarme sulle conseguenze? Gli euroburocrati, evidentemente, non immaginano.