Roberta Zunini, il Fatto Quotidiano 18/12/2010, 18 dicembre 2010
“ADESSO VOGLIONO SMANTELLARE IL SECOLO”
La voce di Flavia Perina perde lo scanzonato accento romanesco quando, nel primo pomeriggio di ieri, la sorprendiamo leggendole al telefono l’articolo uscito al mattino su Libero. Dal titolo inequivocabile: “Salviamo il Secolo d’Italia ma la Perina deve lasciare”. La rabbia fredda conferisce alla voce del direttore del Secolo, un accento quasi neutro quando le chiediamo se sia sorpresa. “Il comitato dei garanti non ha mai voluto discutere una linea editoriale e ora cerca di farmi fuori strumentalizzando l’amministratore unico, Enzo Raisi, con la scusa del risanamento del bilancio.
Davvero non se l’aspettava ?
Il punto è un altro. È la malafede di chi sta nel comitato che è andata oltre il livello di guardia.
Cioè?
Se a questi stessero davvero a cuore le sorti del giornale, accetterebbero di discuterne con me la linea, io sono sempre stata disponibile. Invece non l’hanno mai voluto fare. Un’altra prova è la noncuranza che hanno mostrato dopo Mirabello. Sfruttando quel momento di cambiamento si sarebbero potute incrementare le vendite del giornale con un investimento minimo nella distribuzione. Invece non abbiamo potuto farlo perchè ci hanno rifiutato l’anticipazione del debito che prima era sempre stata accordata. E ora usano la scusa del debito per contestare l’attuale amministratore. Tengo a sottolineare che è grazie a Raisi che il giornale è riuscito a sopravvivere. È lui che l’ha risanato.
Sembra che il documento messo a punto ieri l’altro nell’assemblea dei soci miri alle dimissioni di Raisi da amministratore unico, così da poter nominare un nuovo consiglio di amministrazione a cui affidare la gestione del giornale?
Appunto vogliono farlo passare per uno che non ha saputo risanare il giornale mentre in realtà vogliono colpire me. È un’operazione scorretta. Che mostra il disastro di valori frutto del connubio tra la mentalità aziendalista berlusconiana e il retaggio autoritario dei Partiti-chiesa.
Chi vorrebbero mettere al suo posto secondo lei?
Per come la vedo io, il punto non è il direttore. Il problema per il comitato dei garanti, dei Gasparri e degli altri colonnelli, non è chi mettere come direttore, è l’esistenza stessa del Secolo. Se fossero interessati all’esistenza del giornale avrebbero proposto un’alternativa. A oggi hanno proposto una specie di terna. Ma non c’è stata discussione, ripeto, mai.
Vuol dire che vorrebbero addirittura smantellare il giornale?
Sì, perché per loro è solo un fastidio. Il Secolo con la sua linea propositiva, pluralista, aperta alla rilettura storica, è un sassolino che potrebbe contribuire a inceppare la macchina della propaganda di questo Pdl.
Ne è certa?
Del resto il Secolo non è il loro giornale di riferimento. Hanno già Libero e il Giornale che sfornano ciò che chiedono. Due pagine di intervista a La Russa? Due pagine, nessun problema . Noi non facciamo così. Per questo siamo scomodi.
Comunque economicamente non è che il suo giornale stia benissimo?
Non è questo il loro problema. E poi se facessi come vogliono loro, il giornale non ne gioverebbe, perché andrei a inserirmi in un settore del mercato già ampiamente occupato dai giornali berlusconiani. Ciò che dà fastidio è la nostra libertà d’opinione, la pluralità di idee.
Insomma gli “squadroni della morte”, come li ha definiti Briguglio al Fatto, ora sono passati a colpire il Secolo?
Possiamo dire che mentre in Parlamento il massimo della pressione l’hanno esercitata in vari modi poco prima del voto, oggi hanno spostato il tiro. Su di noi. Ma non riusciranno a cancellare una testata storica come il Secolo.