Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  dicembre 20 Lunedì calendario

Nina Simone (Eunice Kathleen Waymon), Tryon (Carolina del Nord) 21 febbraio 1933, • Sesta figlia del diacono John Divine Waymon e della reverenda Mary Kate Waymon • Origini africane, indiane e irlandesi, cresciuta tra i pastori battisti metodisti • Il padre, John Divine, analfabeta, soprannominato "il fischiatore" perché sapeva fischiare su due toni contemporaneamente, da giovane si guadagnava il pane esibendosi come ballerino e cantante professionista, poi, da sposato, lavorò in tintoria, come barbiere e infine divenne predicatore • La madre, affettuosa, pudica, pia, poco calorosa con la prole • Eunice, che a quattro anni restò ad accudire il padre malato a casa mentre la mamma lavorava e i fratelli andavano a scuola • Eunice, che a Tryon venne soprannominata "il piccolo prodigio" per le sue doti musicali, a 5 anni divenne la pianista ufficiale della cappella metodista di Tryon • A sei anni iniziò a prendere lezioni di pianoforte da una signora bianca, Muriel Massinovitch e da allora si dedicò al pianoforte per tutta la sua giornata

Nina Simone (Eunice Kathleen Waymon), Tryon (Carolina del Nord) 21 febbraio 1933, • Sesta figlia del diacono John Divine Waymon e della reverenda Mary Kate Waymon • Origini africane, indiane e irlandesi, cresciuta tra i pastori battisti metodisti • Il padre, John Divine, analfabeta, soprannominato "il fischiatore" perché sapeva fischiare su due toni contemporaneamente, da giovane si guadagnava il pane esibendosi come ballerino e cantante professionista, poi, da sposato, lavorò in tintoria, come barbiere e infine divenne predicatore • La madre, affettuosa, pudica, pia, poco calorosa con la prole • Eunice, che a quattro anni restò ad accudire il padre malato a casa mentre la mamma lavorava e i fratelli andavano a scuola • Eunice, che a Tryon venne soprannominata "il piccolo prodigio" per le sue doti musicali, a 5 anni divenne la pianista ufficiale della cappella metodista di Tryon • A sei anni iniziò a prendere lezioni di pianoforte da una signora bianca, Muriel Massinovitch e da allora si dedicò al pianoforte per tutta la sua giornata. A dieci anni le organizzarono un fondo per farle continuare a studiare piano in un istituto l’anno in cui sarebbe andata alla scuola secondaria. Doveva diventare la prima concertista classica nera d’America • Grazie ai soldi racconti dal fondo, a dodici anni Eunice venne iscritta al liceo Allen, dove avrebbe dovuto passare i prossimi tre anni • Intanto si era fidanzata con un il figlio dei vicini, Edney Whiteside, un indiano, che però le preferì un’altra ragazza • Diplomata al liceo Allen dopo tre anni di studi, usò gli ultimi soldi del Fondo per iscriversi a un corso estivo presso la Julliard School di New York per preparasi all’esame di ammissione presso il Curtis Institute di Philadelphia. Ma all’esame venne scartata • «Nessuno mi aveva detto che il colore della mia pelle avrebbe segnato sempre una differenza, qualunque cosa avessi fatto nella vita. Ho ricevuto questa lezione amara al Curtis Institute» • Per i quattro anni successivi, Eunice si paga le lezioni di pianoforte, si guadagna da vivere insegnando canto ai bambini di Philadelphia, si paga anche per un anno le sedute da una psichiatra e si trova una stanza in affitto • Conosce un giorno una prostituta d’alto bordo, Faith Jackson, che la porta con sé ad Atlantic City, dove, per ottanta dollari la settimana, accettò di suonare e cantare al Midtown Bar & Grill, una bettola del New Jersey. Scelso un soprannome, Nina come niña (bambina in spagnolo) e Simone come la Signoret in "Casco d’oro", un film che l’aveva colpita • Restò per l’estate, poi tornò a Philadelphia, e l’estate dopo ancora ad Atlantic City. Di ritorno a Philadelphia, decise di provare l’esperienza del bar e mandò via tutti i suoi allievi • Iniziò a suonare nei club di Philadelphia e d’estate sempre ad Atlantic City, dove aveva maggiore successo. Un giorno la vide Jerry Fields, un agente newyorkese di buona reputazione attirato da una voce: "Una giovane donna di colore suona musica classica, pop, gospel, insomma, una specie di jazz, in una bettola di Atlantic City. È straordinaria". Fields ne rimane entusiasta • Conobbe poi un chitarrista, Alvin Schackman, con cui improvvisò una jam session: da allora non si separarano mai più • Iniziò a suonare sempre più spesso, pubblicò il suo primo album, sposò Don Ross, un ragazzo che aveva conosciuto ad Atlantic City, un peso morto che beveva e si drogava e dopo due anni lo lasciò. Continuava però a credere che la sua carriera sarebbe stata da pianista classica, prendeva lezioni di pianoforte •