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 2010  dicembre 18 Sabato calendario

ANCHE IL PAPA DÀ LA FIDUCIA A SILVIO

E adesso, cari moraloni del sesto comandamento, immacolati fustigatori della mignottocrazia berlusconiana e improbabili sanluigi col giglio in mano? Che cosa farfuglierete adesso che a far saltare i vostri depositi di ipocrisia e a lasciarvi basiti in mutande ci si mette addirittura il Papa?
Ben vi sta: ve la siete cercata e infine l’avete trovata. Volevate un’apocalittica condanna dall’alto dei cieli, un fulmine divino che incenerisse il depravato Silvio e i suoi festini annaffiati con sanbitter e bunga bunga.
Scomunica? E invece no, tutto il contrario: avercene di governanti come lui.
E mica lo dice un Fisichella qualsiasi o qualche monsignore sempre pronto a prestare l’estrema unzione al centrodestra. È il Papa a tessere l’elogio del Cavaliere, fino al ringraziamento per ciò che ha fatto in difesa della libertà della Chiesa e della fede cristiana. Soprattutto per come si è battuto contro il «tentativo di eliminare il crocifisso dai luoghi pubblici»: «si è mosso in conformità a una corretta visione della laicità e alla luce della sua storia, cultura e tradizione».
Parole che dovrebbero fischiare come pietre alle orecchie di quelli che vorrebbero imporre, ma solo agli avversari, il cilicio di una morale e castità a doppia mandata e a convenienza variabile, alla maniera delle teocrazie islamiche.
Papa Ratzinger non ci casca e punta al sodo: in politica, ciò che conta sono gli atti pubblici, le decisioni che condizionano la vita sociale e civile del popolo e non i comportamenti della vita privata o gli eccessi tra le lenzuola.
La difesa e la promozione della libertà religiosa è il primo test del buongoverno. Ricorda Benedetto XVI che i primi 150 anni di storia italiana hanno insegnato che quando si è cercato di negare o emarginare la fede e la «collaborazione tra comunità civile e religiosa, si sono causati pericolosi squilibri e dolorose fratture nella vita sociale del Paese». Pure oggi, ricorda il Papa, assistiamo ad aperte violazioni della libertà religiosa. Ed ecco allora la politica che fa la differenza: «di fronte a questa dolorosa realtà la società italiana e le sue autorità hanno dimostrato una particolare sensibilità per la sorte di quelle minoranze cristiane, che, a motivo della loro fede, subiscono violenze, vengono discriminate o sono costrette ad una forzata emigrazione dalla loro patria».
Beh, pochi sono i governi che possono
esibire elogi di tal fatta: vengono da un Papa che ha riconciliato alla fede laicità e ragione.
Non piacerà alla sinistra tanto prestigioso imprimatur, ma non sarà la sola a rodersi l’anima. Che dirà, ad esempio il poltronista ribelle Gianfranco Fini, già scornato nel suo tentativo un tantino golpista di ribaltare il governo uscito dalle urne? Prima di accusare il Cavaliere dovrebbe confrontare il suo programma con quello ricordato dal Papa: dalle coppie di fatto, alla fecondazione artificiale al testamento biologico. Tardiva e anche un po’ goffa l’ultima sortita del ravveduto presidente della Camera che rimpiange “le radici cristiane dell’Europa“ dopo aver passato mesi a compiacere i più estremisti tra gli sponsor del purismo laicista. Gli stessi che sul primo euro-pronunciamento (un anno fa) contro i crocefissi in aula inscenarono la danza della pioggia, celebrando la fine della dittatura cattolica e vaticana, facendosi beffe del sentire comune, della tradizione e delle convinzioni di gran parte della popolazione italiana.
Le parole di Papa Ratzinger dovrebbero interessare anche da quei leader che sull’aggettivo cristiano fondano il loro marketing politico ma poi non resistono al fascino di proposte indecenti. L’Udc di Pier Ferdinando Casini, ad esempio, in perenne bilico tra l’ostentata identità cattolica e inconfessati giochini di potere più spesso celati sotto l’orgogliosa rivendicazione di autonomia dal centrodestra berlusconiano.
Ecco, Fini e Casini, futuristi, centristi e compagni della sinistra disunita rileggano il messaggio del Papa e se ne facciano una ragione. Questa: sul piano delle libertà civili, della promozione della vita e del sostegno alla famiglia, Berlusconi ha fatto di più e meglio di tanti altri premier da nascoste virtù private e palesi vizi pubblici. Lasciate in pace la coerenza personale e i precetti dell’etica, consiglia il Papa, e guardate a quanto questo governo in difesa della libertà e dignità del nostro popolo. Come a dire: siate più laici e meno farisei.