Roberta Camesasca, varie, 18 dicembre 2010
PRESEPE VS ALBERO DI NATALE, PER VOCE ARANCIO
«Ma a te... te piace ’o presepe?». «No. Nun me piace!» (da Natale in casa Cupiello).
Albero di Natale o presepio? Dovendo scegliere, i lettori di VoceArancio preferiscono il primo, votato dal 59% dei 1.062 visitatori del sito che hanno partecipato al sondaggio online nelle ultime due settimane (il 41% ha optato per il presepio).
Il 44% degli italiani, quasi una famiglia su due, li farà entrambi. Il 13% non farà nulla. In testa ai motivi che spingono a fare l’albero o il presepio c’è l’influenza della tradizione. Poco più di un 10% degli italiani li fa per accontentare i bambini. Molti fanno l’albero per creare una atmosfera di allegria, di colori e di calore familiare (27%). Che il Natale sia soprattutto festa familiare lo dimostra il fatto che i meno propensi a fare albero e presepio sono gli anziani e le persone sole (Fonte: Confesercenti-Swg).
Su Google, presepio e presepe: 1.728.000 risultati; albero di Natale: 858.000.
Quest’anno comprare un albero e addobbarlo costa il 3,8% in più rispetto al 2009: 111,40 euro invece di 107,30 euro. Il rincaro maggiore lo ha avuto l’albero vero, aumentato del 4,6% rispetto allo scorso anno (45 euro contro 43), mentre il finto del 2,1% (47 euro contro 46). Più care anche le decorazioni: 5,5% per un set di 100 luci (19 euro contro 18) e 5,5% per le palle (9,5 euro per il set da 8 contro 9 euro). Invariati i puntali, con un prezzo medio di 9, 90 euro (Fonte: Adoc).
Rispetto al 2001, il classico albero di Natale sintetico (circa due metri) è aumentato del 291%. Per gli addobbi, le variazioni variano addirittura tra il 72% e il 554%. Ad esempio, dodici palline costano il 181% in più rispetto al 2001 (Fonte: Federconsumatori e Adusbef).
La Coldiretti stima che, per Natale, saranno acquistati circa 6 milioni di abeti veri, per una spesa complessiva di 140 milioni di euro. Quelli artificiali, saranno poco più di 5 milioni.
Il costo di un albero vero varia dai 10 euro a più di 500 euro, a seconda delle dimensioni, della varietà e del vaso in cui è riposto l’albero.
In Italia la coltivazione dell’albero di Natale è concentrata prevalentemente in Toscana (province di Arezzo e Pistoia) e in Veneto, anche se si registrano notevoli importazioni dai Paesi dell’Est europeo (in particolare dalla Romania). La maggior parte sono abeti rossi (Picea), la specie più semplice da coltivare, poi, in misura minore, l’abete bianco (Abies alba) e l’abete normandiana (Abies normanniana). Gli abeti hanno anche una loro valenza ambientale: sono coltivati soprattutto in terreni marginali altrimenti destinati all’abbandono e contribuiscono a migliorare l’assetto idrogeologico delle colline e a combattere l’erosione e gli incendi.
L’albero che dal 1931 viene allestito ogni anno al Rockefeller Center di New York deve essere alto almeno 20 metri e largo 11.
L’albero della Casa Bianca è un pino canadese che arriva da Lehighton (Pennsylvania) ed è alto sei metri. L’albero di piazza San Pietro a Roma è un abete rosso di 34 metri che viene dai boschi di Luson (Bolzano). Quello di piazza Duomo, a Milano, è un altro abete rosso: alto 48 metri e 75 centimetri e sponsorizzato da Tiffany. Inizialmente quest’ultimo era stato “bloccato” perché Letizia Moratti non era d’accordo sulla percentuale che lo sponsor avrebbe dovuto dare in beneficenza (2% delle vendite, oltre un minimo garantito di 20 mila euro). Trovato l’accordo (9% delle vendite del periodo natalizio e un minimo garantito di 100 mila euro), il 5 dicembre è stato acceso. Diversamente l’albero, che arriva dalla Val di Sole, avrebbe dovuto essere pagato dal Comune.
«Cosa c’è di più geniale di un pino di plastica? Dura una vita e non lascia aghi ovunque. E in più si può sistemare dappertutto» (Adalberto Cremonese, Libro della buona creanza).
«Gli alberi di Natale di plastica prodotti soprattutto in Cina sono ottenuti con materiali che comprendono anche varie leghe metalliche e plastiche tipo polivinilcloruro (Pvc) e polietilene tereflalato (Pet) che comporta un notevole dispendio di energia ed è fonte di inquinamento nel processo di produzione, durante il trasporto e per lo smaltimento» (Fonte: Coldiretti).
Secondo i calcoli della Coldiretti, per la produzione di un albero finto si emettono complessivamente 23 chilogrammi di anidride carbonica. L’albero naturale coltivato in vivaio, invece, consuma energia per fertilizzanti e lavorazioni meccaniche ma durante il periodo di accrescimento in vivaio, circa 5 o 6 anni, sottrae anidride carbonica dall’atmosfera con un bilancio energetico finale favorevole di 47 grammi di anidride carbonica tolta dall’atmosfera per pianta, senza contare che un ettaro di alberelli produce ossigeno per 45 persone. A conti fatti, sei milioni di abeti significano 282 mila chili di anidride carbonica in meno. L’acquisto, invece, di circa mezzo milione di alberi di plastica all’anno provoca la liberazione di 11,5 milioni di chili di anidride carbonica, pari all’inquinamento provocato da sei milioni di chilometri percorsi in auto.
Per il Natale 2010, la Coldiretti ha proposto un albero fatto con prodotti alimentari: mele, arance, limoni, mandarini, clementine, peperoncini, collane di pasta, frutta secca e biscotti fatti in casa. Addobbare in questo modo un albero di un metro e ottanta costa intorno ai 20-25 euro, quattro-cinque volte meno di quello classico (100-120 euro). In più si profuma la casa, si riscoprono le tradizioni del passato, si rispetta l’ambiente e non si butta via niente.
Nella periferia di Parigi, un pasticciere francese ha realizzato un albero di cioccolato fondente: quattro tonnellate di peso, alto 10 metri, è decorato da bottoni, praline di cacao e zucchero a velo.
Originale, pratico ed ecologico, è l’albero di Natale realizzato al 100% con fibre di cartone riciclato. Resistente, può essere riutilizzato più volte negli anni e decorato a piacere. Si monta e si smonta facilmente, poi, una volta ripiegato, occupa meno spazio di un normale albero artificiale. Disponibile in tre modelli, è in vendita sul sito www.collectionreno.renodemedici.it a partire da 19 euro.
Nel 2006, Arnold Schwarzenegger, governatore della California, scelse per il Parlamento di Sacramento un albero alimentato a idrogeno.
Per scegliere l’albero di Natale giusto, la Coldiretti ha elaborato un vademecum. Preventivare l’acquisto della pianta con qualche giorno di anticipo per dare modo all’albero di adattarsi al nuovo ambiente e distendere bene i rami. Misurare l’altezza del soffitto di casa, per non trovarsi con un albero troppo alto. In vivaio, scegliere alberi italiani, che non sono stati trasportati per lunghe distanze con mezzi inquinanti. Inutile cercare l’abete perfetto: ogni esemplare ha un lato meno ricco di rami nella parte cresciuta verso nord. A casa, l’albero va sistemato in un luogo luminoso, fresco e lontano da fonti di calore e da correnti d’aria. Non usare addobbi pesanti per non spezzare i rami e non spruzzare neve sintetica e spray colorati. La terra nel vaso va mantenuta umida, ma non troppo bagnata. Passate le festività, se non si può piantare in giardino, è meglio portarlo presso il rivenditore, il Comune o il Corpo forestale dello Stato.
I punti vendita Obi hanno lanciato la campagna “Sempreverde semprevivo”. Acquistando al costo di 10 euro un abete e riportandolo, con il relativo scontrino di acquisto entro il 9 gennaio, si riceverà un buono pari al suo prezzo. Stessa iniziativa da Ikea: 12 euro e 99 centesimi per un esemplare di Picea Abies (170 cm) e chi lo riconsegnerà tra il 5 ed il 12 gennaio del 2011 avrà diritto ad un buono sconto. Per ogni albero restituito Ikea devolve 3 euro al Wwf in difesa dell’orso marsicano.
Michelle Hunziker al presepio preferisce «l’albero con tante palle». Pro-albero: Demetra Hampton, Mara Venier, Patrizia Pellegrino, Mita Medici, Alviero Martini.
La tradizione del presepio risale a San Francesco che, nel 1223, realizzò a Greccio la prima rappresentazione vivente della Natività, in uno scenario naturale, con personaggi reali come pastori, contadini, frati, nobili.
«Solo il presepe si adatta a ogni luogo: sulle Alpi i pezzi sono di legno, a Napoli di terracotta, a Lecce di cartapesta, e al Sud il popolano è colto nell’atto di mangiare spaghetti mentre al Nord sta per affrontare una polenta d’oro. L’abete è imposizione omologante che spalma sul pianeta una specie tipica del Nordeuropa o dell’alta montagna. E che nessuno provi a tirare in ballo inesistenti tradizioni celtiche o cosmiche, sto parlando di un fenomeno che attiene all’idolatria contemporanea, non all’antico paganesimo: il primo esemplare fu addobbato in Germania quattro secoli dopo il presepe francescano; a Parigi arrivò nel 1840; in Italia dopo la seconda guerra mondiale, piazzato dai mercanti nel tempio famigliare dal quale va cacciato al più presto. Gli abeti devono starsene lassù sulle montagne, per la gioia degli scoiattoli, e il presepe quaggiù per la gioia degli uomini. […]» (Camillo Langone, Manifesto della destra divina, Difendi, conserva, prega!).
Il presepio base quest’anno costa l’1,5% in più rispetto al 2009: 117 euro contro 115 euro. Più cari gli accessori naturali come paglia, muschio e sassi (+14,2%), gli accessori per il fuoco (+4,7%) e le statuine grandi (+9,1% per il set). Un set natività costa in media 28,00 euro, il 4% in più dell’anno scorso (26,90 euro). Il 15% delle famiglie italiane ha deciso però di comprare villaggi natalizi, in resina o porcellana, ispirati alla tradizione anglosassone, in aggiunta o in sostituzione del presepio stesso. Il costo medio oscilla tra i 45 e i 60 euro, con prezzi che possono superare anche i 100 euro (Fonte: Adoc).
Un’usanza popolare, diffusa soprattutto tra la metà del ’700 e la metà dell’800: allestire in casa presepi di carta. Si acquistavano stampe con personaggi vari, si ritagliavano, si montavano su bastoncini di legno, si infilzavano sulla base di cartone che faceva da terreno. Ogni anno venivano stampate figurine nuove che si potevano aggiungere al gruppo. Di presepi così ne sono rimasti pochi data la deperibilità del materiale. Nella chiesa di San Marco, a Milano, ce n’è uno in mostra tutto l’anno.
Qualche anno fa, la catena di negozi John Lewis presentò un presepio dove c’erano la Madonna, il bue, l’asinello e tutto il resto, ma mancava san Giuseppe. Il presepio fu pensato per i figli di donne single o ragazze madri.
A Bussolengo la rassegna «Rap», «Riciclo, arte e presepi», oltre duecento Natività realizzate da 4mila studenti, con materiale di scarto: bottiglie di plastica, gusci di uova, scatole di cereali e lattine di pelati.
Per chi volesse provare a costruirsi capanne e pastori, il sito www.leonpresepi.it offre un corso online in otto video-lezioni per apprendere l’arte presepistica. Per chi cerca articoli vari, c’è presepi.com, bertonipresepi.it, filcos.com, sisinnipresepi.it, ilpresepedinapoli.it …
Al bagno Obelix di Marina di Ravenna è stato inaugurato il presepio di sabbia: centodieci tonnellate di materia e figure alte tre metri. Al Gardaland Sea Life Aquarium, il presepio è stato inserito in una vasca con “stelle marine dalle corna rosse” e “stelle Panettone”.
Nei presepi di via San Gregorio Armeno, a Napoli, alcune statuine raffigurano personaggi contemporanei. Tra le novità di quest’anno: Julian Assange, Giancarlo Tulliani, Fabio Fazio, Roberto Saviano. I pezzi più venduti: Maradona, con la torta per i suoi 50 anni e Silvio Berlusconi, con la clava “bunga-bunga”, accompagnato da una Ruby in terracotta. Una statuetta media (circa 13 cm) costa 25 euro. La più costosa arriva anche a 1.500 euro.
A Manerbio, lo scorso anno, a Natale, i ladri portarono via la statuetta del Bambin Gesù dal presepio allestito davanti alla chiesa parrocchiale. Il giorno dopo, sparì anche l’asinello.
«Si dice che a Natale tutti quanti sono buoni/ chi fa l’albero e chi fa il presepio/ è la notte di Gesù. / Per fare un bel presepio ti ci vogliono i pastori, / una capanna, Giuseppe, Maria ed il piccolo Gesù. / Per esempio un bel presepio può costarti una fortuna / se ci metti l’asinello con il bue riscaldante. / Sta scendendo già la neve, buon Natale a tutti quanti! […] » (Presepio Imminente di Elio e Le Storie Tese).