Wei Gu, La Stampa 18/12/2010, 18 dicembre 2010
LA CINA AZZARDA UN PASSO VERSO LA VALUTA GLOBALE
Qual è la prossima mossa nei piani cinesi per creare una divisa globale? Molti banchieri di Hong Kong sperano che sia l’offerta pubblica iniziale denominata in yuan. La borsa di Hong Kong afferma che le Ipo in yuan potrebbero essere una realtà nel 2011. Ma potrebbe essere più difficile di quanto pensino attirare investitori ed emittenti. Consentire alle società di raccogliere yuan vendendo azioni al di fuori della Cina potrebbe creare un circolo virtuoso. La disponibilità di azioni ad alto rendimento incoraggerebbe più stranieri a detenere yuan. A quel punto, le società potrebbero essere più propense a usare la valuta cinese per pagamenti commerciali. Nascerebbero più prodotti finanziari e Pechino si avvicinerebbe gradualmente al suo sogno di detronizzare il potente dollaro statunitense.
Eppure le Ipo in yuan non attireranno gli emittenti senza alcuni grandi cambiamenti. Prendiamo la liquidità. A Hong Kong, la mania delle Ipo fa sì che un modesto accordo di 500 milioni di dollari possa facilmente attirare 50 miliardi di dollari di ordini. Ma a Hong Kong gli investitori devono pagare in anticipo tutte le azioni che ordinano, non soltanto quelle che alla fine ricevono. Con appena 33 miliardi di dollari di depositi in yuan a Hong Kong alla fine di novembre, la domanda di Ipo in yuan sarebbe molto limitata.
I controlli dei capitali della Cina sono un altro ostacolo. Le Ipo in yuan piacerebbero molto alle società cinesi che non possono quotarsi in Cina oppure agli stranieri che vogliono capitali da investire in Cina. Ma per riportare yuan in Cina è necessaria un’autorizzazione ufficiale che può richiedere mesi, se non anni. I forti sostenitori delle Ipo in yuan, inclusi i possibili consorzi di collocamento titoli e la borsa, non sono scoraggiati. Essi sostengono che le transazioni in yuan non possono avere un grande debutto, a meno che le persone al di fuori della Cina non ottengano un buon rendimento. Potrebbero aver ragione. Ma quanto più insistentemente il mercato diffonde le voci, tanto più incline potrebbe essere Pechino a procedere con il suo ritmo.