ALESSANDRO ALVIANI, La Stampa 17/12/2010, èagina 28, 17 dicembre 2010
I capelli rinascono dalle cellule staminali - Se un giorno, dopo anni di sconfitte brucianti, di costose operazioni o di alternative fatte in casa, milioni di calvi, quasicalvi o futuri calvi riusciranno finalmente a vincere la loro battaglia quotidiana contro lo specchio di casa, dovranno ringraziare due ricercatori con il loro stesso problema
I capelli rinascono dalle cellule staminali - Se un giorno, dopo anni di sconfitte brucianti, di costose operazioni o di alternative fatte in casa, milioni di calvi, quasicalvi o futuri calvi riusciranno finalmente a vincere la loro battaglia quotidiana contro lo specchio di casa, dovranno ringraziare due ricercatori con il loro stesso problema. Il professor Roland Lauster e il suo collega Uwe Marx, entrambi del Politecnico di Berlino ed entrambi stempiati, stanno sperimentando un procedimento che potrebbe mandare in soffitta i rimedi contro la calvizie usati finora. Niente più viaggi nell’Europa dell’Est per risparmiare su interventi che non fanno altro che trapiantare i capelli della nuca in altre zone desolatamente deserte della testa. Niente più sedute in bagno nella speranza di nascondere con un colpo di spazzola l’implacabile stempiatura. La soluzione a cui stanno lavorando a Berlino è altrove: nelle cellule staminali. Il team di Lauster, formato da una ventina tra biotecnologi e medici, è riuscito per la prima volta al mondo, partendo dalle staminali, a coltivare in laboratorio un follicolo pilifero completo di capello. Il procedimento è semplice: si sottopone il paziente a una biopsia (indolore) e si isolano le cellule staminali, che vengono riprodotte in laboratorio per ottenere i follicoli. Il vantaggio, rispetto al trapianto tradizionale applicato oggi, sta nel fatto che con una sola biopsia si possono ottenere vari follicoli. La moltiplicazione dei capelli persi: per molti un sogno che potrebbe diventare presto realtà. Certo, per ora il il follicolo coltivato è più sottile di un capello normale. Eppure a Berlino guardano già avanti. Al più presto tra cinque anni il metodo potrebbe essere rifinito in modo tale da venir applicato anche ai trapianti, chiarisce Uwe Marx. Nell’attesa, il follicolo nato dalle staminali potrà servire a vari scopi. I ricercatori non puntano infatti solo ad aiutare le persone per le quali i 100 mila capelli posseduti in media da un uomo sono un lontano ricordo. Altrettanto importante è un secondo obiettivo: ridurre gli esperimenti sugli animali. I follicoli potranno infatti essere usati anche per sperimentare l’efficacia delle sostanze usate nell’ industria cosmetica e farmaceutica. Invece di provare l’eventuale tossicità di una crema su un animale, basta applicarla al follicolo da laboratorio e analizzarne la reazione. Del resto già oggi i test sugli animali per studiare la stempiatura non hanno senso, chiarisce Uwe Marx: «Nessun animale ha il problema della caduta dei capelli: la calvizie non ce l’hanno gli scimpanzé né gli elefanti né le giraffe». In fondo, aggiunge, i rimedi venduti oggi nelle farmacie si basano spesso su sostanze sviluppate per affrontare problemi completamente diversi, dalla pressione alta al cancro alla prostata. «Se avessimo a disposizione un modello alternativo, potremmo risparmiarci i test sugli animali». E questi ultimi non sarebbero i soli ad approfittarne: dal 2013 l’industria della cosmetica non potrà più testare sugli animali le sostanze usate per i propri prodotti e dovrà trovarsi delle alternative. Non a caso a Berlino non lavorano solo al follicolo in vitro. Un team ha creato dei mini-organi (tra cui un mini-fegato), li ha impiantati su un biochip grande 2,4 centimetri per 6 e li ha messi in collegamento attraverso un sistema che simula la circolazione umana. Sul chip potranno essere testati gli effetti di nuovi prodotti cosmetici o nuovi medicinali.