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 2010  dicembre 17 Venerdì calendario

Dagotraduzione di un articolo del Financial Times - Inghilterra, Francia e Germania, durante il summit dei leader europei a Bruxelles ieri sera, hanno messo in piedi uno sforzo clandestino per assicurarsi il congelamento del budget europeo fino al 2020, una mossa che farà infuriare la Polonia e i paesi più poveri dell’Unione

Dagotraduzione di un articolo del Financial Times - Inghilterra, Francia e Germania, durante il summit dei leader europei a Bruxelles ieri sera, hanno messo in piedi uno sforzo clandestino per assicurarsi il congelamento del budget europeo fino al 2020, una mossa che farà infuriare la Polonia e i paesi più poveri dell’Unione. In particolare, David Cameron, primo ministro inglese, ha messo in atto una privata opera di convincimento con i leader degli altri paesi europei che investono nell’UE più di quanto ricevano. Questo nella speranza che un gruppo di Stati (fino a 10) firmasse una lettera a favore del blocco del budget. Sarkozy e Merkel hanno appoggiato la lettera, ma volevano tenerla segreta, per evitare uno scontro diplomatico in un momento in cui la crisi dell’euro sta già mettendo a dura prova la tenuta dell’Unione. Quando nella notte sono trapelate le indiscrezioni sulla lettera, è emersa la rabbia dei paesi che guadagnano di più dal budget UE da 141,5 miliardi € e di quelli che vedono le spese di Bruxelles come una spinta fondamentale per l’integrazione europea "Siamo mobilitati", ha detto un funzionario polacco. "La mossa non ci ha sorpreso". Intanto, il presidente della Commissione Europea Barroso, era furioso per l’iniziativa, secondo il racconto dei diplomatici presenti. Tocca a lui condurre la discussione sul prossimo budget europeo, per il periodo 2014-2020. Un diplomatico esperto nella materia ha rilevato come Barroso sia stato aggirato con una manovra tipica dei leader europei che maggiormente contribuiscono al bilancio UE, simile a un accordo fatto dagli stessi paesi nel 2003, poco prima dell’approvazione del budget 2007-2013. Lo stesso diplomatico ha anche rivelato che Regno Unito e Germania hanno concluso accordi taciti sulla Politica Agricola Comune (PAC), molto amata dalla Francia, affinché rimanga sostanzialmente intatta. Allo stesso modo, il rimborso di bilancio che spetta al Regno Unito non verrebbe toccato. Con il blocco del budget in termini reali - che addirittura diminuirebbe nel periodo considerato, in proporzione alla ricchezza totale europea - i grandi perdenti saranno i paesi che fanno affidamento sui fondi strutturali per dare una spinta alle loro economie. I funzionari inglesi hanno negato l’esistenza del mega accordo sul rimborso e sulla PAC. Ciononostante, l’appello di Cameron per un budget più contenuto sarebbe un trionfo negoziale assolutamente necessario per il leader inglese, che ha subito le ire dei parlamentari Conservatori per la sua debole presa di posizione contro l’aumento della spesa europea. Cameron è già sotto tiro per aver approvato una nuova revisione del trattato UE - che crea un meccanismo permanente per il salvataggio di stati e istituzioni finanziarie in difficoltà - senza aver ricevuto delle contropartite da Bruxelles. La campagna di Cameron per bloccare il budget lo ha messo in una traiettoria di sicuro scontro con la Polonia, che è la più grande beneficiaria di fondi europei, e sarebbe il paese colpito più duramente in caso di limiti al budget. L’anno scorso, ha ricevuto 6,5 mld € netti dall’Europa. I polacchi hanno cominciato a raccogliere l’appoggio di altri paesi dell’Europa centrale e orientale, anche loro tra i paesi che ricevono più di quanto investono. Ieri, hanno incontrato Barroso per discutere delle loro preoccupazioni. La Germania ha già firmato una dichiarazione congiunta con la Francia a supporto di una forte Politica Agricola Comune, a cui va la maggior parte del bilancio europeo. E questo ha alimentato le paure dei polacchi: senza levare soldi alla PAC, andranno tagliati ai fondi di coesione europei, destinati principalmente ai nuovi stati membri. Il tema è molto delicato, perché la Polonia contava di gestire la discussione sul budget durante il suo turno di presidenza UE, nella seconda metà del 2011. Un accordo preventivo delle tre grandi potenze europee le sottrarrebbe questa prerogativa e sminuirebbe la sua autorità. "Quello che per noi è più importante è che il budget non sia ridotto in maniera sostanziale", ha detto Donald Tusk, primo ministro polacco, subito prima del summit.