Eugenio Fatigante, Avvenire pag. 22 17/12/2010, 17 dicembre 2010
I CONTI CORRENTI PIU’ CARI D’EUROPA
I conti correnti bancari in Italia costano troppo, sono i più cari in Europa. Il ritornello parte stavolta da Bruxelles che annuncia un’inchiesta sulle disparità di costo esistenti fra i vari stati membri. Ma l’Abi replica contestando i dati della Commissione Ue: la spesa media in Italia non è di 246 euro annui a cliente, come sostenuto ieri da Michel Barnier, commissario Ue al Mercato interno, ma è meno della metà, ovvero 114 euro secondo le ultime rilevazioni della Banca d’Italia o 116 euro, prendendo invece a riferimento le elaborazioni (su diversi profili di utilizzo di un conto) della stessa associazione bancaria presieduta da Giuseppe Mussari. L’Abi puntualizza inoltre che prezzi a prima vista più convenienti sono stati offerti in Europa da operatori che «hanno registrato gravi elementi di squilibrio fra attivo e passivo», compromettendo con ciò la stabilità del sistema bancario: un riferimento a quei gruppi bancari che hanno fatto massiccio ricorso ad aiuti di Stato, cosa non avvenuta da noi. Al di là dello scontro sulle cifre, la Commissione di Bruxelles vuole comunque dalle singole banche europee «risposte concrete e precise» sulle cause che portano a far costare uno stesso prodotto (il conto corrente) in modo anche assai diverso fra stato e stato. E proprio per rendere evidente questa disparità Barnier ha citato il caso italiano, come emblema in negativo della situazione: «In Italia la media è di 246 euro l’anno, la più cara in Europa, mentre in Olanda il costo è di 43 euro. Perché questa differenza?», si è chiesto il commissario rendendo nota l’inchiesta che i suoi servizi condurranno insieme a quelli del commissario ai consumatori. La conclusione di questa indagine è attesa, al più tardi, per metà del 2011. «Noi vogliamo la trasparenza e risposte concrete e precise», ha aggiunto Barnier avvertendo che, se non arriveranno, «le esigeremo per legge» entro la fine dell’anno prossimo. Il tema dei conti correnti bancari è stato affrontato da Barnier in occasione della presentazione della bozza di regolamento che fissa dal 2012 la piena realizzazione del Sepa, lo spazio unico dei pagamenti bancari in euro. Un sistema che potenzialmente, secondo alcune proiezioni, potrebbe ridurre il costo globale del mercato dei pagamenti per 123 miliardi in 6 anni, a tutto vantaggio delle imprese e dei consumatori. La replica dell’Abi, in ogni caso, va al di là delle cifre: da palazzo Altieri si ricorda che il confronto sui prezzi dei servizi bancari «deve tenere in conto i diversi modi di fare banca oggi in Europa». Nel ripetere di aver già introdotto regole pro-consumatori come l’Isc (l’indice sintetico di costo), l’Abi si dice comunque pronta a fornire a Barnier ogni informazione necessaria, pur ritenendo che «non occorra alcuna indagine specifica data l’immediata reperibilità dei costi dei nostri servizi».