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 2010  dicembre 17 Venerdì calendario

CINA E INDIA UNITE DALLA LINEA TELEFONICA RISERVATA


Una linea diretta. “Un telefono rosso”. Da una parte il primo mi­nistro indiano Manmohan Sin­gh. Dall’altro quello cinese Wen Jiabao. Il vertice di tre giorni tra India e Cina – nonostante il nodo delle dispute terri­toriali – sancisce l’abbraccio tra i due giganti asiatici con la creazione di una linea di comunicazione riservata.
«In diplomazia la comunicazione è mol­to importante soprattutto per due Pae­si come India e Cina che sono chiama­ti a guidare molti cambiamenti in futu­ro », ha detto la segretaria agli Esteri in­diana, Nirupama Rao.
Anche ieri è stata però l’economia a te­nere banco. Dopo la firma su contratti da 16 miliardi di dollari (più di quelli portati a casa da Barack Obama che si è “fermato” a quota 10 miliardi di dol­­lari), ieri Elefante e Dra­gone hanno annuncia­to una serie di misure per rafforzare le relazio­ni bilaterali, fissando «un nuovo obiettivo commerciale bilaterale di 100 miliardi di dolla­ri entro il 2015», quasi raddoppiando la cifra attuale. In questo ambi­to, si dice ancora, «le due parti hanno convenuto di introdurre misure per pro­muovere maggiori esportazioni indiane verso la Cina in modo da ridurre il deficit com­merciale dell’India». Sulla spinosa questione delle divergenze in so­speso – «comprese quelle riguardanti le frontiere – le parti si «impegnano a risolvere tali divergenze al più presto attraverso nego­ziati pacifici». Per il premier cinese Wen Jiabao le relazioni fra India e Cina, ri­guardando «le due nazioni in via di svi­luppo più importanti del mondo», van­no «aldilà degli obiettivi bilaterali ed hanno ormai assunto un significato strategico e globale».
Al di là della retorica ufficiale, restano a­perte molte incognite. Come si legge su
AgiChina 24 «l’India teme un’alluvione di beni cinesi a basso costo, capace di bloccare la crescita dell’industria ma­nifatturiera nazionale. Nuova Delhi chiede vigorosamente a Pechino di ri­durre lo squilibrio nella bilancia com­merciale tra i due Paesi attraverso un maggiore accesso ai mercati cinesi per le sue imprese di information techno­logy e per i prodotti agricoli e metallur­gici ». Non mancano i sospetti. L’India teme di perdere il controllo sull’Oceano in­diano. La Cina ha infatti stretto una se­rie di alleanze che New Delhi percepi­sce come una “collana di perle” che po­trebbero strangolarla. Dal Pakistan allo Sri Lanka, dal Bangladesh al Myanmar Pechino guadagna una serie di accessi, grazie a porti costruiti con capitali ci­nese. Serviranno per gli approvvigiona­menti energetici. Ma l’India teme che un giorno serviranno da base per la ma­rina militare cinese.