GIUSEPPE VIDETTI , la Repubblica 16/12/2010, 16 dicembre 2010
DUE IENE A SANREMO "BASTA TV DI NICCHIA LO DOBBIAMO A MAMMA"
La prossima edizione delle Iene sarà la decima. «Ci sentiamo schiavi del ruolo? Sììììì», rispondono in coro Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu, che in quindici anni di televisione hanno trasformato con ironia, caparbietà e professionismo un programma cult in un appuntamento di prima serata. «Il nostro ormai è un rapporto coniugale», sbotta Bizzarri. «Meno male che per spezzare la routine mi sono sposato», gli fa eco Kessisoglu. Ma per spezzare la routine i due fanno anche teatro, si rilassano con Camera Cafè, fanno puntatine al cinema (il 20 gennaio esce Immaturi di Paolo Genovese in cui sono protagonisti con Raoul Bova e Ambra Angiolini). Ma si fa un po´ fatica a immaginarli sul palco dell´Ariston, a Sanremo, a condurre (dal 15 al 19 febbraio) la 61esima edizione del Festival insieme a Gianni Morandi, Belén Rodriguez e Elisabetta Canalis.
Le Iene a Sanremo, e chi se l´aspettava?
Luca: «Figuriamoci noi».
Paolo: «Tutta colpa di Morandi. Ci ha confidato eravamo nel pacchetto fin dall´inizio».
L: «Speravamo che Mediaset, che sembrava non proprio felicissima, mettesse il veto».
A sentire voi pare sia stata una scelta irrinunciabile.
L: «Nel momento stesso in cui ci hanno ventilato l´idea ho pensato alla mia mamma, a quando cominciai a fare l´attore di teatro vent´anni fa; mi propongono di presentare il Festival di Sanremo e che faccio, dico di no? Mi sembrava una cosa innaturale per uno che fa il mio mestiere, alla mia età».
P: «Mi sono messo in una prospettiva americana. Chi negli Usa rifiuterebbe un´apparizione alla notte dei Grammy? Da noi c´è sempre molta diffidenza verso ciò che è popolare. E´ uno show, un grande spettacolo, l´ultimo varietà rimasto in piedi. Vivaddio che ci hanno chiamati».
Il problema è che artisti di alto profilo nicchiano sempre di fronte a Sanremo, uno spettacolo nazionalpopolare che non si rivolge certo al pubblico delle Iene.
L: «Se ci avessero proposto di fare Sanremo con altri personaggi avremmo rifiutato. Ma Gianni è un pezzo di storia, della nostra storia, lavorare con lui, è un´esperienza che capita una volta nella vita».
Cosa si aspetta da due guastafeste come voi?
L: «Avremo un dignitoso ruolo di co-conduttori, quindi credo che quello di disturbatori sarà ridotto al minimo. In ogni caso le nostre parti comiche non le riveleremo neanche a Morandi prima della diretta».
P: «Ma io voglio che ci siano anche gli annunci solenni, quelli del tipo di Pace-Panzeri-Pilat… Anzi, andiamo lì apposta per quello. Fare Sanremo è come entrare in chiesa, bisogna rispettare la liturgia. Non andiamo a fare la rivoluzione, ma certo qualche danno lo combineremo».
Negli stacchetti delle Iene date sfoggio di grande erudizione musicale. Non vi ci vedo incollati alla tv ad ascoltare canzonette.
L: «Si sbaglia, la prima cosa che mi è venuta in mente quando ci hanno proposto il Festival sono stati i Queen all´Ariston...».
P: «…E Peter Gabriel che attraversa il teatro appeso a un cavo cantando "Shock the monkey".
L: «Ma ricordo anche Alice, un´apparizione, anche dal punto di vista erotico».
P: «Al Bano e Romina che cantavano tenendosi per mano… ricordi indelebili, cose che lasciano un segno».
L: «Quindi come si faceva a dir di no? Sarebbe stato da vigliacchi rifiutare. Eppoi dopo tanti anni di tv di nicchia, di cinema, di teatro, di doppiaggio, un evento nazionalpopolare ce lo concederete».
Quale dei vecchi Sanremo avreste accettato di fare con altrettanto entusiasmo?
L: «Bonolis ha fatto un ottimo Festival, anche se io sono rimasto affezionato a quello di Fazio, forse perché c´era la Casta».
P: «Alla fin fine quelli che mi sono rimasti più in testa sono "i Baudi", perché solo Pippo ha un rapporto serio, vero con gli artisti. Quel momento di cordialità e di verità che c´è dopo l´esibizione riesce a stabilirlo solo lui».
L: «Poiché Sanremo è una liturgia, il Festival presentato da lui è come la messa officiata dal Papa».
Qualche perplessità a meno di due mesi dall´evento?
L: «La verità è che è un tipo di televisione che non conosciamo troppo bene. C´è una differenza enorme tra il pubblico delle Iene e di Camera Cafè e quello di Sanremo, quindi non ci resta che stare al gioco degli autori quando ci dicono: " Fidatevi su RaiUno è così"».
P: «Forse dovremo fare un passo indietro e pensare anche a quel che piace al pubblico, non solo a quello che piace a noi».
Neanche appiattirsi su Sanremo sarebbe un´idea vincente.
L: «Non lo faremo, ma bisogna stare attenti a non mancare di rispetto al Festival, che ha una sua grammatica. Morderemo, certo, ma facendo attenzione a non scrivere in una lingua che il grande pubblico ignora».
P: «Per tornare alla liturgia, se ti piace indossare i bermuda sai anche che non puoi andarci in chiesa».
E se Sanremo vi cambiasse le prospettive e vi proponessero Domenica in?
L: «Se andrà bene, ci permetteremo il lusso di scegliere, se andrà male ci dovremo accontentare di quel che passa il convento».
P: «Intanto il motivo principale per cui abbiamo accettato è che dura solo cinque giorni».