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 2010  dicembre 16 Giovedì calendario

LA CROCIATA CONTRO I MANGA "VIETATO IL SESSO ESTREMO"

Tutti leggono i fumetti manga in Giappone, manga di ogni genere, lettori di ogni età, sesso e condizione sociale. Sali su un qualsiasi vagone di qualsiasi linea della metropolitana e noti che nove passeggeri su 10 sono immersi nella lettura di un manga. Se sbirci le immagini di questi fumetti, ti rendi conto che sei su 10 raffigurano scene piuttosto estreme, sesso e violenza, stupro e assassinio. Sono ormai decenni che le cose vanno avanti così ma mercoledì scorso la municipalità di Tokyo ha preso una sofferta decisione: ha proibito la vendita di manga violenti, porno-pedofili e sessualmente perversi ai minori di 18 anni, scatenando la protesta degli editori, dei disegnatori e ovviamente dei lettori.
Il primo Ministro Naoto Kan, di centro sinistra, è intervenuto proponendosi come mediatore nel tentativo di convincere la grande e potente comunità dei mangaka, i creatori dei fumetti, e tutto il mondo che gira intorno a questo business miliardario, onore e gloria della cultura pop giapponese, a non boicottare la grande fiera internazionale del manga e delle anime (i cartoni animati giapponesi), programmata a Tokyo per il prossimo mese di marzo. Questa è infatti la minaccia delle più importanti case editrici, come la Kodansha e la Kadokawa, vere e proprie industrie dai fatturati astronomici che l´hanno subito buttata in politica, sottolineando il fatto che il governatore della municipalità di Tokyo responsabile di aver imposto la misura censoria, è Shintaro Ishiwara, un ultraconservatore il quale in questo modo «attenta alla libertà di espressione e di creazione artistica». Immediatamente la municipalità ha accettato di fare eccezione per le produzioni che possono vantare eccezionali meriti artistici, attribuendo però al giudizio insindacabile di una propria commissione la valutazione dei manga da considerare opera d´arte. Ma con quali criteri verrà giudicato il valore artistico?
Nei manga il sesso c´è sempre, più o meno estremo. Ce ne è moltissimo, per esempio, nei fumetti per ragazzine che piacciono moltissimo a ragazzi e uomini maturi, come ha dimostrato il famoso caso del serial killer Miyazaki Tsutomo, un tipografo di 26 anni che fece a pezzi quattro bambine e che aveva una fantastica collezione di manga per giovanette che pare lo avessero ispirato, con le loro storie sado-porno a commettere quegli atroci delitti. All´epoca, era il 1989, vi fu un appassionato dibattito sulla questione della cultura giovanile e sulle deviazioni sessuali che certa letteratura illustrata era accusata di fomentare, presentando generi di manga che sembravano indirizzati a una data categoria di lettori, le ragazzine per esempio, ma che in realtà, con le loro storie e immagini di fanciulle dagli occhioni sgranati, costrette a soggiacere ai sadici che le torturano e violentano, piacevano soprattutto ai maschi, non sadici o violenti dichiarati ma tuttavia in quel modo eccitabili.
Oltre alla categoria degli shojo manga, quelli cioè per ragazzine che possono avere contenuti del genere, sono molto popolari altri manga in teoria sempre per giovanette come i rorikon manga, cioè i Lolita ("erre" e "elle" in giapponese si fondono), che agli uomini piacciono tantissimo, dove le giovanissime sono infantilizzate e assoggettate anche se, alla fine, trionfano sempre in nome della supremazia del sesso femminile che in Giappone non è più ormai, nella realtà sociale, il sesso debole.
In quasi tutta la produzione dei manga, dai capolavori indiscussi ai fumetti dozzinali, serpeggia comunque sempre un´attenzione morbosa ai temi della sessualità, temi che possono essere soltanto suggeriti oppure esplicitamente resi in immagini crude, ma dove il denominatore comune è l´atteggiamento di rifiuto degli stereotipi di identificazione sessuale. Si tratta cioè, nel bene e nel male, di forme anticonformiste di protesta, come in tutti i generi di manga associati alla cultura gay o di tutti coloro, e sono tanti, che non riescono a relazionarsi con l´altro sesso. L´atteggiamento che si rivela è quello di un maschile che esprime odio e desiderio verso il femminile e rimpianto per i privilegi di quando "eravamo samurai".
Anche se il panorama della letteratura manga è molto più complesso e sfaccettato di così, è tuttavia chiaro che la proibizione di vendere manga porno ai minori di 18 anni è destinata a essere un buco nell´acqua. Si può proibire di vendere un manga per ragazzine a un anziano signore? Ovvio che no. Eppure lì dentro sta il bello, pardon, il porno.