LAURA MARI MARIA ELENA VINCENZI, la Repubblica 16/12/2010, 16 dicembre 2010
SEDICI ANNI, FIGLIO DI UN EX AUTONOMO SCATTA IL FERMO DEL RAGAZZO CON LA PALA - ROMA
La Digos gli ha bussato a casa con il buio. Lui non c´era. È arrivato dopo un po´, con il padre e l´avvocato. «Eccomi». Sedici anni. Un «minorenne» come gridava lui ai poliziotti che martedì pomeriggio lo tenevano stretto per caricarlo sulla camionetta. Un ragazzino, "l´uomo con la pala", confuso per un infiltrato. Per la questura di Roma un «soggetto già noto alle forze di polizia e riconducibile ad ambienti di estrema sinistra». Per quello che racconta la sua biografia, un adolescente che frequenta un liceo di Prati, quartiere della buona borghesia romana. Che ha la politica in casa, il padre ha militato, tanti anni fa, in Autonomia Operaia. Una coscienza politica, si dirà, per quanto si possa avere una coscienza politica a 16 anni, anche se si è "gente di piazza" con un precedente per rissa. È un teenager quello delle foto, con la giacca beige, la sciarpa bianca a coprirgli il volto, i jeans e le scarpe da ginnastica. La sagoma, più che il viso, simbolo della giornata di Roma.
Il tam tam era iniziato ieri mattina: quel piumino color sabbia era ovunque. Immobilizzato nelle foto e immobile anche in strada. Mentre i suoi "compagni", gente che magari nemmeno conosceva, si avventavano su un finanziere, lui se ne stava lì, a guardare. Fermo. Nella mano destra, alzata, lo sfollagente. Nella sinistra un paio di manette aperte. Poi eccolo di nuovo. Un´altra scena. Tiene in mano un bidone e cerca di lanciarlo ai finanzieri in divisa antisommossa, "parati" davanti a lui. E, di nuovo, quello stesso giubbotto beige, che, con una pala tra le mani, cammina accanto ai blindati della celere in corso Rinascimento, davanti al Senato. Intorno a lui il silenzio, surreale. Come se fosse il set di un film. Tanto da sollevare un dubbio: chi è quella persona che sta in tutte le foto, ma sembra non intervenire mai? Si è pensato all´infiltrato, peggio, al provocatore. Ad una persona, magari un poliziotto, che stava lì solo per esacerbare gli animi.
Le stesse sequenze che lo hanno reso l´uomo del giorno, alla fine lo hanno scagionato, per un verso, e inchiodato, per un altro. Non era un provocatore, no. Solo un adolescente che, dopo aver sfilato le manette e il manganello al finanziere che i suoi "compagni di piazza" avevano costretto a terra, non sapeva che fare. Se non tenerli stretti in mano e guardare quello che stava accadendo davanti ai suoi occhi da militante forse ancora troppo immaturi. L´atteggiamento di un ragazzino che, dopo averle volute e strappate, con quelle manette non sa bene che fare.
Sono bastate poche ore agli agenti della Digos per trovare alcune immagini a volto scoperto e identificarlo. In serata è stato fermato. Un ragazzo con precedenti per rissa, dicono in questura. Che passerà la notte in una casa di accoglienza e poi verrà affidato al Tribunale dei minori. Per lui le accuse, tra le altre, sono anche di rapina di manganello e manette. Sono le immagini, ancora una volta, a prendersi gioco di lui: in alcuni scatti, rintracciati dalla Digos, lo si vede sfilare gli oggetti dalle tasche del finanziere. Non c´è dubbio, è lui. Quello con la giacca beige. Quello della pala, delle manette, del manganello e del bidone. Quello di via del Corso e di corso Rinascimento. Martedì era bastato dire che era minorenne per scampare al fermo, per non salire su quella camionetta. Ma ieri, dopo un giorno da presunto provocatore, la sua età non è bastata più a salvarlo. La Digos aveva già suonato al suo citofono.