ANTONIO FRASCHILLA, la Repubblica 16/12/2010, 16 dicembre 2010
L´EFFETTO-TRADITORI "ACCENDE" L´IDV DE MAGISTRIS ATTACCA, DI PIETRO LO ZITTISCE - ROMA
Nervi tesi in casa Italia dei valori. Dopo il voto di fiducia che ha visto protagonisti il duo Razzi-Scilipoti, che hanno lasciato il partito di Di Pietro per abbracciare il governo, nel bunker degli anti-berlusconiani qualcosa rischia di rompersi. Perché le critiche non arrivano solo dal Pd, ma anche da autorevoli esponenti interni. In primis l´eurodeputato Luigi de Magistris: «Quanto accaduto è colpa dei criteri di selezione nell´Idv», attacca il magistrato, che fa irrigidire Di Pietro e scattare la replica del capogruppo alla Camera Massimo Donadi e del portavoce nazionale Leoluca Orlando. Entrambi consigliano a de Magistris «d´informarsi e partecipare di più alla vita del partito prima di parlare».
In realtà nel gruppo dirigente c´è sempre più una spaccatura tra l´ala legata al leader Di Pietro e i due europarlamentari Sonia Alfano e de Magistris, ai quali viene rimproverato un atteggiamento «troppo altezzoso», come spiega un deputato dipietrista della prima ora. Di certo c´è che all´indomani del voto di fiducia, de Magistris punta il dito contro «chi ha scelto i candidati»: «Purtroppo non possiamo escludere il ripetersi di altri casi Razzi-Scilipoti - dice il magistrato nel corso del programma tv KlausCondicio - La colpa è dei criteri con cui sono stati selezionati». Poi l´affondo: «Sono stati preferiti personaggi servili o peggio equivoci, occorre una svolta - dice - basterebbe scegliere persone con una storia limpida e cristallina, coinvolgendo gli uomini e le donne del nostro partito». De Magistris chiede più partecipazione e ribadisce la necessita di una «cabina di regia».
La frasi dell´ex magistrato arrivano a Di Pietro: «Non ho alcuna intenzione di commentarle», dice prima di affidare il compito di una risposta a Donadi. «Quelle di de Magistris sono frasi ingenerose e ingiuste, forse dovute a una mancanza di conoscenza, perché non sa che il partito ha già una cabina di regia che è l´ufficio di presidenza, che tra l´altro ha scelto di candidare lui a Bruxelles - dice Donadi - Voglio poi rassicurarlo: sulla lealtà di tutti i parlamentari del gruppo sono pronto a mettere la mano sul fuoco». Anche il portavoce nazionale del partito, Orlando, ribatte a de Magistris: «Sul caso Razzi-Scilipoti la colpa di quanto accaduto è di chi li ha corrotti», dice prima di lanciare una frecciatina all´ex pm di Catanzaro: «Non penso sia utile fare certe dichiarazioni, il modo migliore per aiutare il partito è quello d´impegnarsi in prima persona».
De Magistris comunque scuote l´Idv proprio nei giorni in cui piovono critiche al partito di Di Pietro anche dai democratici Enrico Franceschini a Massimo D´Alema. «Agli esponenti del Pd che definiscono questo il governo di Scilipoti e Razzi, ricordo che dovrebbero chiamarlo anche l´esecutivo di Calearo e Cesario - dice il deputato Antonio Borghesi - Se stanno pensando a un´alternativa senza di noi allora lo dicano». Sulle polemiche tra Idv e Pd interviene anche lo stesso Di Pietro: «Se ci dovessimo mettere a fare la conta dei traditori, nessuno nel centrosinistra potrebbe scagliare la prima pietra - dice - Impegniamoci invece a costruire l´alternativa attraverso le elezioni e il cambio della legge elettorale».