Paolo Canè, “la Repubblica” 17/12/2010, 17 dicembre 2010
«Chi organizza una festa è libero di invitare chi vuole. Ma se è ai giovani che ci si rivolge, se questo vuole essere un tuffo nel passato per raccontare un secolo di tennis italiano a quei ragazzi che come me amano questo sport e magari sognano di raggiungere traguardi importanti, se l’intento dell’evento-celebrazione del 18 dicembre è questo non posso negare che la pur rispettabile scelta della Federazione di non invitarmi mi abbia lasciato l’amaro in bocca»
«Chi organizza una festa è libero di invitare chi vuole. Ma se è ai giovani che ci si rivolge, se questo vuole essere un tuffo nel passato per raccontare un secolo di tennis italiano a quei ragazzi che come me amano questo sport e magari sognano di raggiungere traguardi importanti, se l’intento dell’evento-celebrazione del 18 dicembre è questo non posso negare che la pur rispettabile scelta della Federazione di non invitarmi mi abbia lasciato l’amaro in bocca». (Paolo Canè, ex azzurro di Coppa Davis cui non è arrivato l’invito per celebrare i 100 anni della Federazione Italiana Tennis)