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 2010  dicembre 17 Venerdì calendario

A Bruxelles si discute La Bce passa ai fatti (+tabella) - Mentre nei saloni di palazzo Justus Lipsius si ragiona sui massimi sistemi, a Francoforte si decide

A Bruxelles si discute La Bce passa ai fatti (+tabella) - Mentre nei saloni di palazzo Justus Lipsius si ragiona sui massimi sistemi, a Francoforte si decide. La Banca centrale europea ha inviato ieri un forte segnale politico ai ventisette capi di Stato e di governo dell’Ue riuniti a Bruxelles annunciando la decisione di aumentare il capitale sociale da 5,76 a 10,7 miliardi. Una mossa che «riflette l’aumentato rischio di credito» afferma l’Eurotower che, in pochi mesi, ha sborsato 72 miliardi per comprare titoli di stato e puntellare i Paesi coi conti più fragili. Il presidente Jean-Claude Trichet vorrebbe che l’Unione facesse qualcosa d’analogo e raddoppiasse il suo fondo anticrac da 750 miliardi. Dai leader arrivano però solo le decisioni già scontate, almeno per il momento. Può essere il vertice «della aspirata concordia» o «della paura», le due cose coincidono. Intimoriti dalla possibilità che i malanni greci e irlandesi contagino Portogallo e Spagna, i grandi capi dell’Unione hanno cercato soprattutto toni comuni per affrontare le sfide future. Risultati della prima giornata (si chiude oggi): fronte compatto sull’impegno a «fare tutto ciò che è necessario per garantire la stabilità dell’euro»; intesa sulla creazione di un fondo anticrisi permanente (dal 2013) per intervenire a sostegno di chi nell’Eurozona rischiasse di fallire; via libera a una «leggera modifica al trattato», senza referendum si precisa, per dare un senso più compiuto alla strategia. Il dibattito sui dettagli slitta alla primavera, sperando che il clima sia migliore. «I mercati non possono fare a meno di recepire questa unità di intenti», ha assicurato il premier spagnolo Zapatero, capo di uno dei governi sotto osservazione. Ha aiutato la pazienza con cui i leader sono venuti incontro alla Germania, che all’ultimo momento ha chiesto altre puntualizzazioni. Ne consegue che l’utilizzo del fondo anticrisi avverrà «se indispensabile» e che l’erogazione dei finanziamenti garantiti sarà sempre vincolata a strette condizioni. Sedati anche i britannici, con un importante accordo - frutto di un’intesa tra francesi e tedeschi alla quale s’è unita anche l’Italia - che si profila sul congelamento del bilancio comunitario dal 2011. Si è fatto un gran parlare dietro le quinte dell’ipotesi di istituzionalizzare il ricorso agli eurobond per raccogliere almeno in parte i mezzi necessari per finanziare i bilanci sovrani. Il presidente dell’Eurogruppo Jean Claude Juncker, autore della proposta insieme col ministro Tremonti, ha confermato di averne discusso con la Merkel, «e non era la prima volta». Le emissioni a dodici stelle piacciono al parlamento europeo, ma non al premier svedese Reinfeldt. I tedeschi non ne vogliono sapere e il direttore del Fmi, Dominique Strauss-Kahn, dice che sarà meglio valutarli più avanti. Il francese di Washington vorrebbe comunque più sostanza. «L’approccio è frammentario - ha detto a Bloomberg -, il Consiglio europeo non otterrà molto». «Bisogna lavorare e non parlare», avverte il presidente della Commissione, José Manuel Barroso. Buona idea. La nuova governance dell’Eurozona si avrà in marzo, con la stretta sulla sorveglianza di bilancio e sui debiti. È una prospettiva che preoccupa l’Italia che, alla fine, potrebbe riuscire a disinnescarla. Ci sarà tempo per discutere l’eventuale raddoppio del fondo anticrac e duellare sugli eurobond. Trichet a cena ha illustrato ai Ventisette la sua ricetta di consolidamento dell’area euro e le ragioni del raddoppio del capitale Bce, motivato dalla volatilità e dal peso dei mercati finanziari che cresce. Qualcuno sussurra che pure la Bce avrebbe dei problemi, ma non c’è conferma. L’Eurozona risponde con una paginetta in cui invita a consolidare i debiti, a portare i deficit sotto il 3 per cento entro il 2013, a fare le riforme e rafforzare il Patto di stabilità che governa la moneta unica entro l’estate 2011. Un testo di principi. Che, pure, nella tarda sera di ieri era ancora soltanto una bozza.