Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  dicembre 16 Giovedì calendario

FIAT PERDE TERRENO IN EUROPA

L’auto europea continua a perdere colpi, anche se la frenata è meno brusca dei mesi precedenti; prosegue però la caduta dei volumi e della quota di mercato del gruppo Fiat, penalizzato anche dall’andamento negativo del mercato italiano. Intanto, per quanto riguarda la trattativa sul possibile nuovo contratto per lo stabilimento di Mirafiori, ieri Emma Marcegaglia – presidente di Confindustria – ha annunciato per oggi, dopo la consulta dei presidenti, «una risposta del sistema» all’uscita temporanea della newco Fiat da Confindustria. Secondo quanto si apprende, il direttivo di Viale dell’Astronomia avrebbe appoggiato la linea della presidente; dal dibattito sono emerse perplessità sull’ipotesi di modificare le regole della rappresentanza per consentire, come chiederebbe Fiat, solo ai sindacati firmatari dei contratti di entrare nei delegati aziendali. L’effetto sarebbe quello di escludere di fatto la Fiom aumentando di conseguenza il rischio di conflittualità, soprattutto nelle aziende in cui la stessa Fiom è maggioritaria. La Marcegaglia potrebbe incontrarsi di nuovo con Sergio Marchionne, amministratore delegato della Fiat, martedì prossimo. Il sindaco di Torino Chiamparino ha detto ieri che «il contratto dell’auto non è un tabù» e ha invitato a riflettere sul fatto che «le punte più avanzate, sia dal punto di vista delle condizioni dei lavoratori che rispetto al salario, sono situazioni in cui vige una forte struttura di contratto aziendale e una contrattazione generale molto più di quadro». Tornando ai dati diffusi ieri dall’Acea (l’associazione dei costruttori), a novembre sono state vendute in Europa 1.106.600 auto; il calo sullo stesso mese del 2009 è del 6,5% contro il -16,1% di ottobre. Nei primi 11 mesi dell’anno le immatricolazioni sono scese a 12.736.100 unità (-5,1% rispetto al 2009). Le vendite del gruppo Fiat scendono in misura più consistente: -23,7% a novembre con un saldo degli undici mesi a 971.200 unità, quasi 200mila meno del 2009 (-16,9%). Il gruppo torinese afferma che «il forte rallentamento registrato nei mercati europei con maggiore presenza Fiat è la principale causa di questo calo delle vendite», oltre al fatto che «per la sua gamma di vetture ecologiche il marchio Fiat è il più condizionato dalla mancanza di incentivi nei principali mercati». Tra gli elementi positivi la risalita di Alfa Romeo (+25%) grazie alla Giulietta immatricolata dal lancio in 28mila unità. Per quanto riguarda le rivali, è proseguita a novembre la flessione di Ford (-14%) e Toyota (-20%); cresce General Motors e prosegue il recupero dei marchi di lusso Bmw (+19,8%), Mercedes (+6,5%) e Audi (+2,4%). L’Anfia stima una chiusura del 2010 «intorno a 13,5 milioni di unità (-6,7% sul 2009), lontano dal picco del 2007 pari a 15.959.000 unità». Più ottimista il Centro studi Promotor, che vede «nell’intero anno le immatricolazioni intorno a 13.780.000 unità». Per mettere i dati in prospettiva può essere utile uno sguardo a prima della grande crisi, ovvero al 2007; confrontando le quote di mercato di allora con quelle dei primi 11 mesi del 2010, Fiat subisce un calo relativamente lieve, dal 7,8 al 7,6%, interamente dovuto ai marchi Alfa Romeo e Lancia. I maggiori perdenti, sempre in termini relativi, sono Opel (dall’8,4% al 7,2%) e le case giapponesi: queste ultime scivolano dal 14,6% al 12,7%, con un tonfo dal 5,9% al 4,4% per Toyota. Chi ha guadagnato? Soprattutto il leader di mercato Volkswagen (+1,6% con la somma dei suoi marchi), i gruppi francesi – sia Renault (+1,6%) che Psa (+0,6%) – e le coreane Hyundai/Kia (+0,8%). La perdita di quota del Lingotto avviene però con una torta di mercato complessiva in forte contrazione: tra i 2 e i 2,5 milioni di auto rispetto al 2007; le cose difficilmente andranno meglio nel 2011, poiché l’unico debutto di un modello ad alti volumi sarà quello della Lancia Ypsilon cui si aggiungeranno i primi modelli su base Chrysler.

Sul futuro di Termini, intanto, il ministro Romani si appresta domani a chiudere gli incontri con la short list di aziende rimaste in campo per rilanciare il sito.