BRUNO RUFFILLI, La Stampa 16/12/2010, pagina 25, 16 dicembre 2010
Nel segno del telecomando - Al comandante Eugene F. McDonald Jr. non piaceva la pubblicità in tv. Anzi: la odiava, ed era convinto che la odiassero anche quelle centinaia di migliaia di americani che acquistavano i suoi televisori
Nel segno del telecomando - Al comandante Eugene F. McDonald Jr. non piaceva la pubblicità in tv. Anzi: la odiava, ed era convinto che la odiassero anche quelle centinaia di migliaia di americani che acquistavano i suoi televisori. Dopo la prima guerra mondiale aveva fondato la Zenith, una delle più grandi industrie di radio e tv statunitensi. Apparecchi di qualità, con mobili in mogano e valvole garantite a vita, che rischiavano però di rimanere invenduti perché la gente non poteva più seguire un programma televisivo dall’inizio alla fine, ma era costretta a sopportare le interruzioni della pubblicità. Così, poco prima del Natale 1950, lanciò il primo telecomando per la tv. Si chiamava «Lazy Bones» e sulle riviste di allora era presentato come l’ultimo sogno americano: marito e moglie in poltrona si godono lo spettacolo, il bambino ride in braccio alla madre. Il telecomando (da acquistare a parte) è un aggeggio di bachelite da stringere in pugno, con un pulsante in alto per cambiare canale. A tenerlo in pugno era l’uomo, ma in un dettaglio ingrandito compariva una mano femminile. Il potere era maschile, ma per vendere si seduceva con una donna. O chissà, quelle dita delicate servivano per dare l’idea di quanto l’apparecchio fosse piccolo e semplice da usare. Ma si collegava al televisore con un cavo lungo sei metri, inevitabile occasione di inciampi e cadute: per questo la Zenith ne presentò una versione senza fili nel 1955 (il Flashmatic) e una, ancora migliorata, l’anno dopo: lo Space Command, inventato da Robert Adler è il padre di tutti i telecomandi moderni. Nato per cancellare la noiosa reclame, il telecomando apre però un’ altra possibilità, forse più interessante: permette di saltare da un canale all’altro e di costruirsi una tv su misura, prendendo il meglio da ogni emittente («zapping»). Questo naturalmente in America, visto che in Italia fino alla metà degli Anni Settanta i canali televisivi saranno solo due: da noi il telecomando non si diffuse immediatamente e fu invece la pubblicità a trasformarsi in un genere a sé. Era il tempo di Carosello: attori e cantanti famosi prestarono il loro volto per le réclame; a vederle oggi sembrano cortometraggi più che spot. Gli Anni Ottanta portano una duplice rivoluzione. Tecnologica, con i raggi infrarossi al posto degli ultrasuoni (più affidabili, non disturbavano gli animali in casa), e sociale, perché con l’arrivo dei produttori giapponesi il prezzo si abbassa, quindi la televisione, dopo il salotto, occupa la cucina e la camera da letto. Nasce Mtv, che trasmette solo videoclip e diventa sempre più facile confondere la programmazione con la pubblicità: 10 anni più tardi, la serie «Beavis&Butthead» sarà pensata apposta per unire insieme filmati musicali, cartoni e spot in un programma che riesce a tenere incollati agli schermi anche i ragazzini. Il telecomando è ormai nelle loro mani. Oggi un terzo degli europei ha tre o più televisori in casa e anche i telecomandi si sono moltiplicati esponenzialmente: prima il videoregistratore, poi l’impianto stereo, il dvd, il computer, il decoder. La radiosveglia, il dock per iPod, il condizionatore. E domani il frigorifero e il microonde. Tutti difficili da usare (secondo l’88 per cento degli italiani) e incompatibili fra loro, tanto che il telecomando universale è diventato un gadget mitologico, che si incarna di quando in quando nei cataloghi di svariati produttori. In pochi però riescono ad affrontare le complesse procedure di programmazione e farne qualcosa più di un soprammobile. Intanto, Sony e Logitech hanno appena presentato telecomandi dotati anche di tastiera e di una specie di mouse, per comandare le tv che si collegano al web senza computer. E se l’Apple tv va in controtendenza, con un telecomando minimalista (appena tre pulsanti), le novità arrivano dai videogiochi: la Nintendo Wii e la Playstation si comandano a gesti; l’XBox con Kinect addirittura fa a meno del controller. Tra i televisori, LG offre sui modelli top un telecomando che si impugna come la bacchetta di un direttore d’orchestra, Samsung ne ha inventato uno che permette di comandare tutti gli apparecchi di casa e anche di seguire sullo schermo incorporato un programma diverso da quello della tv, mettendo fine ai litigi familiari. Assomiglia molto a un smartphone: che sia questo il nostro prossimo telecomando?