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 2010  dicembre 16 Giovedì calendario

E il giudice nomina un «custode» per fare le pulci agli affari in Rai - Il giudice dell’affaire Bassini-Bocchino (Buontempo) ha autoriz­zato il custode delle quote della so­cietà cinematografica della moglie di Italo a far le pulci ai bilanci della società per tutelare i diritti di un no­to creditore che rivuole indietro un bel po’ di quattrini

E il giudice nomina un «custode» per fare le pulci agli affari in Rai - Il giudice dell’affaire Bassini-Bocchino (Buontempo) ha autoriz­zato il custode delle quote della so­cietà cinematografica della moglie di Italo a far le pulci ai bilanci della società per tutelare i diritti di un no­to creditore che rivuole indietro un bel po’ di quattrini. Se da parte di Italo e signora ci sarà ostruzioni­smo per la presa visione di questi bilanci, è presto per dirlo. Ma una cosa è certa: può dirsi in dirittura d’arrivo l’incredibile diatriba lega­le tra il faccendiere famoso alle cro­nache di Telekom Serbia, Loris Bas­sini, e la moglie dell’ex membro delle stessa Telekom Serbia, Italo Bocchino, socia della casa di pro­duzione cinematografica «Goodti­me » che da tempo naviga in acque agitate come dimostrano i bilanci, le cause in corso e i problemi sorti (e poi risolti) per il via libera della Rai alla fiction su Anita Garibaldi. A dirla in soldoni, l’uno (Bassini) rivuole indietro dai Bocchino gli 800mila euro prestati all’onorevo­le e alla consorte. L’altro (Bocchi­no) sostiene che al faccendiere di Forlì non spetta neanche un cente­simo perché i soldi al centro del contenzioso non sarebbero usciti dalla tasche di Bassini bensì da quelle di Silvana Spina, un’amica sua (e della signora Bocchino). Sul­lo sfondo l’annosa questione del­l’ordine di pagamento emesso dal giudice di Forlì, mai ottemperato dalla famiglia Bocchino per l’osti­nazione a non aprire la porta all’uf­ficiale giudiziario. Versione, que­sta, decisamente smentita dal co­lonnello finiano che anzi rivendica un’ultima decisione del giudice «di sospensiva» a lui favorevole. Il contenzioso parte da lontano. Dal 2001, allorché Bassini, a suo dire, eroga un prestito di un miliardo e 850mila lire per risanare la situazio­ne debitoria della società «Goodti­me Enterprise Di Gabriella Buon­tempo s.a.s», che dunque rimane esposta solo nei suoi confronti. A novembre 2004 Bassini inoltra la prima richiesta di restituzione. Ot­to mesi dopo la «Goodtime Sas» delle Buontempo viene messa in li­quidazione e vende il ramo d’azienda alla«Goodtime srl»(stes­so oggetto sociale e stessi soci) alie­nando così tutto l’attivo sociale, senza però cedere i debiti. Arrivia­mo all’8 maggio 2009 quando vie­ne notificato alla «Goodtime Enter­prise Di Gabriella Buontempo s.a.s» (in liquidazione) il decreto in­giuntivo ad istanza di Bassini. Lo stesso giorno la signora Buontem­po richiede la cancellazione della sua «Sas» dal Registro delle Impre­se, materialmente eseguita il 9.6.2009 (il che comporta che, dal­la data di cancellazione, la fallibili­tà della società è limitata ad 1 an­no). E qui le cose si complicano: dalla data di notifica del decreto in­giuntivo (8 maggio 2009) fino alla data di sospensione della provviso­ria esecutorietà del decreto (17 di­cembre) sono stati eseguiti due pi­gnoramenti alla «Goodtime Sas», uno presso la residenza della signo­ra Buontempo, un altro presso la casa di cui risulta usufruttuaria: tut­ti con esito negativo. Nessuno ha mai aperto all’ufficiale giudiziario. In porto è andato invece il pignora­mento delle quote della «Goodti­me srl » di proprietà di Lady Bocchi­no, pignoramento poi sospeso, sul quale il giudice di Roma ha nomi­nato un custode delle quote.