Marika De Feo, Corriere della Sera 16/12/2010, 16 dicembre 2010
JUNCKER: «L’ITALIA NON CORRE RISCHI. ORA VIA LIBERA AL FONDO ANTI-CRISI»
Gli eurobond? «Abbiamo a che fare con una crisi sistemica e l’introduzione di eurobond elaborata con il ministro alle Finanze italiano Giulio Tremonti costituisce una risposta sistemica ai problemi di Eurolandia» , risponde il premier lussemburghese Jean-Claude Juncker. E il presidente 56enne dell’Eurogruppo -l’ultimo «padre dell’euro» ancora in carica -anticipa al Corriere le decisioni importanti attese oggi e domani dal Consiglio europeo. E sulla crisi con la Germania risponde di non aver mai detto che la cancelliera Angela Merkel è antieuropea. È «un malinteso» , chiarito in un colloquio telefonico con la cancelliera. Ma perché il piano è tanto avversato dalla Germania? «Perché si ritiene che gli eurobond porterebbero a un aumento dei tassi di interesse delle obbligazioni europee» . Invece? «Spronerebbero la creazione di un grande mercato obbligazionario omogeneo e molto liquido, analogo a quello degli Usa. Senza comportare aver mai detto che la cancelliera Angela Merkel è antieuropea. È «un malinteso» , chiarito in un colloquio telefonico con la cancelliera. Ma perché il piano è tanto avversato dalla Germania? «Perché si ritiene che gli eurobond porterebbero a un aumento dei tassi di interesse delle obbligazioni europee» . Invece? «Spronerebbero la creazione di un grande mercato obbligazionario omogeneo e molto liquido, analogo a quello degli Usa. Senza comportare un incremento automatico dei tassi per la Germania, l’emissione di eurobonds riguarderebbe solo una parte del debito (fino al 60%del pil) degli Stati di Eurolandia. E quindi ci sarebbe un incentivo una maggiore stabilità e una riduzione dei debiti eccessivi per poter partecipare alle emissioni meno onerose» . Come prosegue il vostro piano nel Consiglio? «Dipenderà dalla Presidenza, se potremo o meno illustrare il piano. Ma non penso che arriveremo a prendere una decisione oggi o domani. Anche se condivido le affermazioni del ministro Tremonti, sul fatto che questi piani vengono da molto lontano e andranno molto lontano, attualmente non ci sono ancora le condizioni politiche sufficienti» . Perché si dovrebbe arrivare prima a un’unione fiscale? «Tecnicamente si possono emettere eurobond senza modificare il Trattato. Comunque, la loro introduzione solleverebbe la questione sui prossimi passi dell’integrazione e del coordinamento in una eurozona sempre più interdipendente, spronati ora dalla crisi. Un primo passo è stato compiuto dal semestre europeo, decidendo di sviluppare la politica fiscale verso una maggiore attualmente non ci sono ancora le condizioni politiche sufficienti» . Perché si dovrebbe arrivare prima a un’unione fiscale? «Tecnicamente si possono emettere eurobond senza modificare il Trattato. Comunque, la loro introduzione solleverebbe la questione sui prossimi passi dell’integrazione e del coordinamento in una eurozona sempre più interdipendente, spronati ora dalla crisi. Un primo passo è stato compiuto dal semestre europeo, decidendo di sviluppare la politica fiscale verso una maggiore a prendere una decisione oggi o domani. Anche se condivido le affermazioni del ministro Tremonti, sul fatto che questi piani vengono da molto lontano e andranno molto lontano, simmetria e competitività» . E poi attraverso la maggiore leadership franco-tedesca? «Il motore franco-tedesco è un bene per l’Eurogruppo. Senza l’intesa franco-tedesca non funziona nulla. Ma nulla funziona solo perché c’è un’intesa fra i due. Serve la partecipazione degli altri Paesi, perché abbiamo bisogno di più Europa» . Che decisioni si attende dal Consiglio europeo? «Il Consiglio si concentrerà soprattutto sulla decisione per la modifica del Trattato riguardante l’euro zona. Si dirà che Eurolandia costituisce un meccanismo permanente anti-crisi per garantire la stabilità del sistema finanziario europeo. E che l’utilizzo di questo meccanismo sottopone i Paesi che ne usufruiranno dopo il 2013 a chiare condizioni, molto severe, analoghe a quelle cui sono sottoposte ora la Grecia e l’Irlanda. Poi i ministri finanziari saranno incaricati di elaborare i dettagli del meccanismo salva-stati che saranno decisi al Consiglio europeo fra sei mesi circa» . Dichiarerete la disponibilità, se necessario, a estendere i volumi del fondo salva-Stati o ad acquistare bond? «Se si dovrà fare non lo annunceremo in precedenza» . Che garanzie darete alla Bce che acquista bond, rinvia l’exit strategy e ha bisogno di un aumento di capitale? «Il Consiglio si assumerà le sue responsabilità» . Perché in un’emergenza, sotto il timore di un effetto domino, non si può obbligare il Portogallo ad attingere agli aiuti? «Non partecipo alle speculazioni del mercato. E comunque nessun paese può obbligare un altro a rifugiarsi sotto l’ombrello degli aiuti. Ma la Spagna e il Portogallo farebbero bene oggi e domani a presentare in dettaglio riforme strutturali da introdurre, oltre ai piani di consolidamento già annunciati, per chiarire come intendono mettere ordine in casa propria, e calmare le turbolenze dei mercati» . Ma come ridurre gli spreads, oscillanti fra il 2%e l’ 11%? «Il Consiglio esprimerà in modo molto chiaro la ferma disponibilità ad assicurare la stabilità della eurozona, e che i paesi dell’euro stanno adottando un "nuovo abito"con le riforme. E ribadirà che i dati fondamentali sono migliori che in Usa. Sono sicuro che i mercati coglieranno il messaggio» . Come vede la posizione dell’Italia? «Dal punto di vista politico-finanziario non vedo alcun motivo perché l’Italia possa venire punita dai mercati. Soprattutto adesso che si è allontanata la prospettiva di una crisi di governo. Il Parlamento ha approvato una manovra finanziaria da 24 miliardi con notevoli risparmi. E nonostante il debito sia al 118%del pil per il 2010, sono stati fatti notevoli sforzi per riportare in ordine i conti pubblici» . Jacques Delors di recente ha ricordato che l’euro consiste di diritti e doveri, e l’Europa ha aiutato Berlino a unificarsi. «Per questo abbiamo bisogno di migliorare la solidità dei conti, per attenerci al Patto di stabilità e, in parallelo, deve crescere anche la solidarietà fra i Paesi. Non si può richiedere ad alcuni Paesi un massimo di solidarietà senza pretendere un massimo di solidità da altri Stati» . Si è perso molto degli ideali dei padri fondatori dell’euro? «Ho l’impressione che l’eurozona si sia sviluppata in direzione di un’unione puramente razionale. E mi manca il "cuore"europeo, la visione degli ideali e valori europei. La razionalità ci spinge verso un’unione più stretta ma questa, da sola, non è sufficiente a sviluppare la zona euro per i prossimi dieci anni» . Chi sono i nemici dell’euro? «Abbiamo a che fare con un problema del debito sovrano. Non è l’euro a essere in crisi. Anzi. È rimasto sorprendentemente stabile e sarebbe assurdo un ritorno alle vecchie monete, che avrebbero risentito molto di più della crisi».
Marika de Feo