Lettere a Sergio Romano, Corriere della Sera 15/12/2010, 15 dicembre 2010
LA SPAGNA DI ZAPATERO UN CONFRONTO CON L’ITALIA
Il premier spagnolo Zapatero in questi giorni vara misure economiche in favore della disoccupazione giovanile e annulla i suoi impegni all’estero per seguire la rapida approvazione delle leggi relative. Il nostro governo ignora il problema, taccia i giovani in rivolta di estremismo e di essere agitatori e schiera la polizia nelle piazze. Il premier se ne va da Putin e da Gheddafi e l’attività del parlamento è sospesa fino al 14 dicembre. Berlusconi chiede la fiducia per poter continuare ad ignorare il problema dei giovani come ha fatto per due anni e mezzo. Zapatero da oggi al 14 dicembre cerca di fare qualcosa per il suo Paese, il nostro premier cerca di comprare qualche voto per continuare a non fare niente per il nostro Paese. E ci domandiamo ancora se sia più in pericolo l’Italia o la Spagna.
Francesco Degni
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Caro Degni, due anni fa il governo Zapatero annunciò con fierezza che il reddito pro capite della Spagna aveva superato quello dell’Italia. Qualcuno osservò che il miracolo spagnolo era dovuto in buona parte allo straordinario sviluppo dell’edilizia e che si stava profilando all’orizzonte il rischio di una bolla speculativa. Ma in Italia, come è dimostrato dalla sua lettera, i confronti con altri Paesi vengono spesso utilizzati come munizioni per le nostre battaglie domestiche. E l’ammonimento di coloro che conoscevano l’economia spagnola finì per passare inascoltato. Capimmo che avevano ragione quando constatammo che la crisi di Wall Street stava colpendo duramente il sistema bancario della Spagna. Come quelle americane, anche se in misura minore, le banche spagnole avevano generosamente finanziato l’industria delle costruzioni e concesso mutui a cittadini che erano stati incoraggiati a indebitarsi. La disoccupazione era considerevolmente diminuita, ma il fenomeno era in buona parte dovuto ai cantieri edili che stavano spuntando come funghi nell’intero Paese e richiamavano operai anche dall’estero. Oggi quei cantieri sono fermi, le case sono state abbandonate in corso d’opera, gli immigrati sono stati incoraggiati ad andarsene, i futuri proprietari non riescono a pagare la rata del mutuo e le banche soffrono. L’Italia ha registrato un calo importante della produzione industriale, con tutti gli effetti negativi che questo ha comportato per il potere d’acquisto dei cittadini. Ma la sua disoccupazione è inferiore al 9%mentre quella spagnola supera il 20%. Ecco altri dati che possono permetterle di meglio valutare le diverse condizioni dei due Paesi. In Spagna il debito delle famiglie ammontava nel 2009 al 90%del Pil (Prodotto Interno Lordo), in Italia al 52%. In Spagna il disavanzo rappresentava l’ 11%del Pil, in Italia il 5,1%. Le famiglie italiane hanno risparmiato per molto tempo più delle famiglie spagnole. Ma quest’ultime, da qualche mese, hanno cominciato a comportarsi con maggiore prudenza. Il debito pubblico della Spagna (53%) è al di sotto dei parametri di Maastricht ed è considerevolmente inferiore a quello d’Italia, ma è bruscamente aumentato di 13 punti nel corso dell’ultimo anno. Come vede, caro Degni, l’economia internazionale è più complicata del modo in cui molti italiani percepiscono e descrivono la situazione del loro Paese.
Sergio Romano