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 2010  dicembre 15 Mercoledì calendario

MAGLIETTA DELLA SALUTE E NIENTE TATUAGGI. L’AZIENDA DETTA IL LOOK —

Con un lungo e dettagliato documento interno, la banca svizzera Ubs dichiara guerra alle doppie punte e alla barba di tre giorni. «Il rispetto del Dress code che impone un aspetto curato e una presentazione corretta contribuisce a comunicare i nostri valori e la nostra cultura» . E fin qui niente di strano, ma l’innocua frasetta introduttiva giustifica poi 44 pagine che il gigante mondiale del credito ha destinato ai dipendenti. Una guida onnicomprensiva, tra manuale di stile e igiene personale, che parla di reggiseni color carne, scarpe più o meno strette, frequenza delle visite dal parrucchiere (almeno una volta al mese per gli uomini), nodi Windsor semplici e doppi per la cravatta, peli superflui e uso di profumi e deodoranti. Niente è lasciato all’iniziativa del singolo: il tono è affettuosamente invadente, con l’obiettivo di trasformare uomini e donne — evidentemente in partenza semi-trogloditi — in persone civili. Anzi, pure attraenti. Il «Dresscode Ubs» fa parte di un progetto di rinnovamento delle 300 agenzie svizzere ed è stato già inviato ai lavoratori di cinque filiali-pilota. Un documento riservato realizzato con grande attenzione editoriale, troppo accurato Niente è lasciato all’iniziativa del singolo: il tono è affettuosamente invadente, con l’obiettivo di trasformare uomini e donne — evidentemente in partenza semi-trogloditi — in persone civili. Anzi, pure attraenti. Il «Dresscode Ubs» fa parte di un progetto di rinnovamento delle 300 agenzie svizzere ed è stato già inviato ai lavoratori di cinque filiali-pilota. Un documento riservato realizzato con grande attenzione editoriale, troppo accurato e inusuale per restare nei cassetti dei bancari, che quindi è finito in mano al quotidiano di Ginevra Le Temps e pubblicato integralmente online. Le perle non mancano. Per lei: gonne solo al ginocchio, con possibilità di scendere di 5 centimetri a partire dalla metà dello stesso; la camicia, bianca, non deve essere troppo stretta al seno ma neppure troppo larga perché ciò contribuisce a dare un’immagine trasandata; la biancheria intima deve essere color carne; mai portare scarpe troppo nuove o troppo strette, «perché non c’è niente di peggio di un sorriso tirato» ; è sconsigliato portare più di sette gioielli; vietati piercing e tatuaggi; i collant sono ammessi di colore grigio, nero e antracite, e bisogna ricordarsi di averne sempre con sé un paio di ricambio («una calza smagliata può essere riparata in emergenza con smalto per unghie trasparente e un po’ di fortuna, ma il danno resta visibile» ). Per lui: la punta della cravatta non deve in alcun caso entrare dentro i pantaloni; le scarpe vanno sempre indossate usando un calzascarpe per non rovinare il cuoio e non creare pieghe nei calzini («e vanno tolte avendo sempre cura di averle slacciate prima» , aggiunge l’occhiuto e severo estensore); mai tenere unghie più lunghe di 1,5 millimetri, da arrotondare comunque con una limetta; e poi il meraviglioso consiglio della nonna, la raccomandazione sentita mille volte da bambini, che inaspettatamente si inerpica su per le montagne svizzere fino a fare il suo ingresso trionfale in una delle grandi cassaforti del capitalismo internazionale: «Per ragioni estetiche e igieniche, e per questioni di benessere generale, vi raccomandiamo di portare una maglietta della salute» . Le amorevoli e soffocanti attenzioni della Ubs sono una novità in un mondo aziendale che finora si è preoccupato soprattutto se imporre o meno giacca e cravatta. In tutto l’Occidente, Italia compresa, le banche e i grandi gruppi sono soliti chiedere ai dipendenti un abito formale— con la vistosa eccezione di Sergio Marchionne e del suo pullover blu— permettendo di solito il «casual friday» , un abbigliamento più rilassato al venerdì in vista del weekend, contro il quale ha preso però posizione il ministro Renato Brunetta, almeno nella pubblica amministrazione; e senza ricorrere a lunghi manuali, nelle giornate più calde d’estate è ormai prassi rinunciare alla giacca. Un mondo a parte sono le aziende legate a Internet, dove anche in Italia vige il look «studente trasandato» (definizione di Sergey Brin, fondatore di Google). All’estremo opposto del «Dresscode Ubs» c’è la divisa di Steve Jobs: maglia nera a collo alto di cashmere e seta (130 dollari), jeans Levi’s 501 (138 dollari), scarpe da ginnastica New Balance 992 (130 dollari). E si teme che il fondatore della Apple trascuri la «maglietta della salute» cara alla Ubs.
Stefano Montefiori