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 2010  dicembre 15 Mercoledì calendario

DA ESCHILO A ORWELL, LE «BIBBIE» DI JULIAN

In prigione l’unico quotidiano che gli danno è il tabloid sensazionalistico Daily Express, secondo il suo avvocato. Julian Assange è più un tipo da autori russi e classici greci, secondo la giornalista australiana Suelette Dreyfus, che lo conosce bene: con lui ha scritto nel 1997 Underground, un libro sugli hacker. Dreyfus racconta sul Sydney Morning Herald che per Assange i libri sono importanti quanto i computer. Uno sguardo alle sue letture rivela che l’immagine di contestatore dell’ordine costituito— solitario, assediato e pronto al sacrificio— che ha proiettato di sé rispecchia le caratteristiche dei suoi eroi letterari. Uno dei suoi romanzi preferiti è «Buio a mezzogiorno» di Arthur Koestler (1940), che descrive la detenzione e il processo-farsa di un uomo innocente di nome Rubashov nel periodo delle purghe staliniane. Ex rivoluzionario, viene arrestato senza accuse chiare. Con la tortura cercano di fargli confessare un complotto contro il Numero 1, l’ignoto capo del governo. Rifiuta, verrà giustiziato senza giusto processo. Ma dalla cella riesce a comunicare con un altro prigioniero battendo sui tubi, e gli passa storie e informazioni. Secondo Dreyfus, «è un caso di vita che imita l’arte» . Oltre a George Orwell e Kurt Vonnegut, altra icona per Assange è Aleksandr Solženicyn con la sua testimonianza degli orrori dei gulag — specie Il primo cerchio. «Com’è vicino alle mie vicende! — scrisse nel 2006 —. Il processo contro di me da ragazzo fu il culmine. Conoscere lo stato per quello che è! Vedere attraverso quell’apparenza che le classi istruite giurano di odiare ma poi seguono servilmente!» . Eschilo, Euripide e Sofocle gli offrirono «le lenti attraverso cui giudicare la moralità della società» , e li lesse al figlio come fiabe, secondo Dreyfus. Ama citare l’anarchico tedesco Gustav Landauer ma anche il presidente Usa Roosevelt (contro il «governo invisibile» ), ma chiudeva spesso le email con una frase di Antoine de Saint-Exupéry, autore del Piccolo principe: «Se vuoi costruire una nave, non reclutare gente per raccogliere legna, non assegnare compiti e lavoro, ma insegna loro ad anelare all’immensità infinita dei mari».
Viviana Mazza