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 2010  dicembre 13 Lunedì calendario

SFIDA IN INDONESIA PER DIFENDERE L´ULTIMO SULTANO

«Sua Maestà il Sultano Rettore dell´Universo, capo guerriero, sacerdote e Califfo che preserva la Religione» Hamengkubuwono X (HB X come lo chiamano i giornali) se l´è vista brutta negli ultimi due mesi sul trono di Yogyakarta.
Da sempre rieletto automaticamente Governatore della Provincia come suo padre, quando accettò mezzo secolo fa di far parte della Repubblica indonesiana, HB X ha dovuto minacciare le dimissioni per scongiurare l´offesa mortale alla sua dinastia lanciata dal capo del governo di Giakarta. Il presidente della Repubblica Susilo Bambang Yudhoyono aveva osato sostenere che lo speciale status di Governatore "per volontà divina" non è compatibile con il sistema democratico indonesiano. Può mantenere il suo titolo - disse - ma le funzioni amministrative sono elettive.
Subito è montata la rabbia tra i fedeli di Hamengkubuwono X, che hanno preso ad agitare lance di bambù per le strade della capitale del sultanato, che è anche la capitale intellettuale dell´Indonesia. Solo dopo giorni di grande tensione, proprio ieri il Consiglio legislativo provinciale incaricato di decidere sul delicato conflitto tra Stato e ultimo Re dell´Indonesia, nonché capo religioso dell´Islam di Giava, ha votato a grande maggioranza per una procedura tradizionale. Ovvero riconferma automatica del X Sultano senza elezioni, salvo improbabili sorprese alla prossima Assemblea plenaria.
Con lui salirà nella sala del trono, poco più in basso, il suo vice da sempre, un principe di nome Paku Alam (PA) IX, della limitrofa casata di Pakualaman. Li chiamano Hamengku - Colui che serve con giustizia il popolo - e Hamengkoni, colui che è pronto a sostituire il leader. Retaggio dell´animismo giavanese, sono diventati Protettori divini dell´Islam e del Regno. Giocando sulle stesse superstizioni, il capo di Stato Yudhoyono, ex generale giunto al suo secondo mandato presidenziale, aveva cercato di sfruttare la tremenda eruzione del vulcano Merapi che sovrasta Yogyakarta per affondare il suo colpo contro il "Protettore-Governatore-Re", lasciando intendere che i suoi poteri non avevano frenato l´ira degli spiriti del cratere, con 350 persone morte e la cenere sparsa su villaggi e strade nel raggio di decine di chilometri.
Tra le vittime il guardiano della Montagna sacra, Nonno Marijian, un settantenne che non aveva voluto lasciare le pendici del vulcano dopo essere stato incaricato da HB X in persona di sovrintendere alle cerimonie di offerta agli spiriti loci, tra le quali una rievocazione del matrimonio tra il capo della dinastia e la mitica Regina dei Mari del Sud, come avvenne secondo leggenda nel XVIII secolo.
Ma oggi che il Merapi sembra tornato al suo bonario torpore, il popolo ha ripreso fiducia nel suo re-sacerdote, un uomo piccolo senza eredi, vestito di scuro con cravatte colorate per gli eventi politici, e in abiti tradizionali durante le numerose cerimonie celebrate al fianco della sua Regina. Per difendere il suo status di Intoccabile, in 20mila sono scesi in strada guidati dai lurah, i capivillaggio, danzando attorno al palazzo dove si svolgeva il Consiglio provinciale, molti con gonne tradizionali di foglie di cocco e coltelli kris in mano. Tutti i negozi compresi quelli del distretto commerciale spesso gremito di turisti sono rimasti chiusi per paura o in segno di supporto al monarca.
Il presidente ha dovuto fare buon viso e cattivo gioco, e in una settimana ha consegnato al Sultano ben due premi, in onore del suo impegno per il programma alimentare governativo e per l´educazione. È una popolarità che HB X si è guadagnato sul campo subito dopo l´incoronazione nell´89, quando abolì la poligamia e appoggiò le riforme economiche. Sotto di lui Yogyakarta fu l´unica città a non finire a fuoco e fiamme dopo la caduta del dittatore Suharto e in tempi più recenti ha ospitato e sfamato nei cortili del magnificente Palazzo Kraton - svuotato delle 18 carrozze reali - le vittime dei tanti disastri naturali del suo regno, come dopo lo spaventoso terremoto di Yogya del 2006.
Tutto il suo credito non era bastato però lo scorso anno a sconfiggere nella gara presidenziale l´attuale capo di Stato che lo vorrebbe far fuori anche dal regno. Ci riproverà nel 2014, puntando direttamente al "trono" di Giakarta e dei 200 milioni di musulmani del grande arcipelago.
Un´operazione mai riuscita nemmeno a suo padre, terzo di un triumvirato che - secondo un rapporto circolato ben prima di WikiLeaks - la CIA americana aveva contribuito ad installare al potere nel 1967: Suharto, il ministro degli Esteri Adam Malik e Hamengkubuwono IX, Sultano di Yogyakarta, re di Mataram e imperatore di Majapahit.