FILIPPO CECCARELLI, la Repubblica 15/12/2010, 15 dicembre 2010
E NELLA POLITICA ITALIANA TORNA IL FANTASMA DELLA VITTORIA DI PIRRO
Eroi di giornata: Pirro, indubbiamente. Re dell´Epiro (318-272 a.C.), protagonista di quella vittoria a tal punto sciagurata da risolversi in una specie di sconfitta.
Ieri, a proposito del risultato con cui il presidente Berlusconi l´ha scampata per appena tre voti di scarto, Pirro e la sua proverbiale vittoria sono stati evocati da: Anna Finocchiaro e Pierluigi Bersani, Pd, in via preventiva; poi dopo la votazione il sovrano epirota risulta essere stato menzionato da Linda Lanzillotta, rutelliana, Di Biagio, Fli, Ferrero, Rifondazione, Filippo Rossi, FareFuturo, quindi di nuovo da Bersani, da Barbareschi e da El Pais.
«Gli eserciti si separarono - scrive Plutarco con qualche cautela - e da quel che si dice, a chi esternava gioia per la vittoria Pirro rispose che con un´altra vittoria così si sarebbe rovinato». Questo accadde dopo lo scontro di Ascoli Satriano, dalle parti di Foggia, nel 279. Il re era stato chiamato in Italia dai tarantini e giunto con 30 mila soldati mercenari, tipo Scilipoti Calearo e Cesario, e soprattutto con una ventina di elefanti da guerra, animaloni che le truppe romane non avevano mai visto e che giustamente suscitarono una fifa blu (sembra anche per la puzza che emanavano).
Ora, ritornando a Montecitorio, va anche detto che il ricorso a questa storica immagine da parte di tanti è ovviamente sospetto e ancor più suona consolatorio. Per cui, a un dato momento del pomeriggio l´onorevole berlusconiana Jole Santelli ha ritenuto di dare l´altolà alla classicheggiante fantasmagoria: «A tutti coloro che cercano di consolarsi parlando di una vittoria di Pirro - ha detto - si può solo rispondere che oggi abbiamo assistito a una grande vittoria dell´esecutivo e a una grande sconfitta di tutti coloro che hanno sperato di poter sfiduciare Berlusconi», eccetera.
Ma evidentemente non è bastato, per cui sul carro di Pirro e della sua inutile vittoria sono ripartiti gli onorevoli Urso, Lumia, Strizzolo, Sereni, Evangelisti e anche l´ex presidente del Senato Franco Marini. Nessuno di loro, purtroppo, è andato oltre alla solita solfa, così come la tramanda Plutarco; mentre un suo più tardo collega storico, Paolo Orosio - ah, le delizie di Wikipedia! - conferma che il vincitore, leader instancabile e generoso, temerario e spendaccione, ne uscì senza dubbio assai malconcio, esercito devastato, amici morti, ricchezze gettate al vento; ma a Pirro attribuisce anche una frase più incisiva e in qualche modo di vaga intonazione umoristico-berlusconiana: «Un´altra vittoria così e me ne torno in Epiro da solo».
Come poi effettivamente avvenne poco più tardi, all´indomani della battaglia di Benevento, già Maleventum. Ma tant´è. Al di là di ogni scontata tifoseria, non è che le vittorie di Pirro non esistano. E infatti se ne indicherebbero qui di seguito tre anche abbastanza recenti: il voto parlamentare che nel 1993 «salvò» Bettino Craxi dall´arresto, senza però fermare il crollo della Prima Repubblica; poi i successi amministrativi della sinistra, sempre in quell´anno, a Roma (Rutelli), Napoli (Bassolino), Genova (Sanza), che in realtà finirono (anche) per alimentare la riscossa berlusconiana del 1994; e infine la vittoria di strettissima misura della coalizione guidata da Romano Prodi nel 2006.
Bene. Schiacciata com´è la politica sul presente, senz´altro Berlusconi si potrà giocare per due o tre giorni la vittoria parlamentare: come l´ennesima attestazione non solo della sua capacità mercantile, ma anche della straordinaria tempra di combattente e della regolarità con cui dà il meglio di sé quando appare messo peggio. E però: dopodomani che succede? Non penserà mica, il Cavaliere, di poter governare l´Italia con il fritto misto acquistato per due soldi al suk di Montecitorio o arruolando quello stesso Casini cui ha sottratto cinque deputati il mese scorso?
In ogni caso la storia è maestra di vita. E quella meno conosciuta lo è forse anche di più. Per cui, tornato dalle sue parti e rimessosi a fare la guerra contro macedoni e spartani, Pirro andò incontro al suo destino durante l´assedio di Argo quando una vecchia signora gli tirò, da un tetto, la classica tegola in testa.