[A. MALA.], La Stampa 14/12/2010, pagina 19, 14 dicembre 2010
5 domande a Catherine Assange madre di Julian: «Mi ha assicurato che non mollerà» - In questo circo bizzarro che è diventato il processo Assange, mentre plotoni di giornalisti inseguivano i raffinati testimonial venuti a esprimere fisicamente la propria solidarietà al fondatore di WikiLeaks (dal regista Ken Loach a Bianca Jagger, dallo scrittore Hanish Kureish a Fatima Bhutto), Catherine Assange, la madre di Julian, si sedeva in una delle appena dodici poltroncine riservate al pubblico durante l’udienza
5 domande a Catherine Assange madre di Julian: «Mi ha assicurato che non mollerà» - In questo circo bizzarro che è diventato il processo Assange, mentre plotoni di giornalisti inseguivano i raffinati testimonial venuti a esprimere fisicamente la propria solidarietà al fondatore di WikiLeaks (dal regista Ken Loach a Bianca Jagger, dallo scrittore Hanish Kureish a Fatima Bhutto), Catherine Assange, la madre di Julian, si sedeva in una delle appena dodici poltroncine riservate al pubblico durante l’udienza. Signora Assange, ha paura per suo figlio? «Sono preoccupata naturalmente, non sono diversa dalle madri di tutto il mondo e Julian deve fare i conti con questo massiccio attacco di forze con cui è difficile confrontarsi». In questa aula però non si discute di WikiLeaks, ma delle accuse pe stupro che arrivano dalla Svezia. Chi è davvero suo figlio? «Quando me l’hanno detto quasi non capivo. Ho chiesto solo: ma chi, il mio Julian? Poi mi sono ripresa e ho agginto: lasciate stare, non c’è nessuna possibilità, Julian non violenta le donne. Lui è un uomo coraggioso. Pochissime persone sarebbero in grado di sopportare la pressione che sta sopportando lui». È riuscita a parlargli? «Questa mattina, al telefono. Per dieci minuti». Che cosa le ha detto? «Che le sue convinzioni non si indeboliscono, che resta fedele ai suoi ideali e che neanche le circostanze attuali gli faranno cambiare idea. Certo, è arrabbiato. Ha lanciato un appello al mondo perché protegga i suoi famigliari e le persone che lavorano con lui da questi attacchi immorali. La sua è una battaglia per la libertà». La libertà su cauzione sembra vicina . «Sono felice, molto felice. Un sacco di gente è dalla sua parte. E certamente lo sono io».