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 2010  dicembre 14 Martedì calendario

Tre voti decisivi È rissa alla Camera (+infografica) - Finisce con i deputati del Pdl che sventolano il tricolore, gridando «dimissioni dimissioni» all’indirizzo della sedia più alta, desolatamente vuota, quella di Gianfranco Fini

Tre voti decisivi È rissa alla Camera (+infografica) - Finisce con i deputati del Pdl che sventolano il tricolore, gridando «dimissioni dimissioni» all’indirizzo della sedia più alta, desolatamente vuota, quella di Gianfranco Fini. Ore 13.45 finiscono i due giorni più nervosi della legislatura: Berlusconi ha vinto, Fini ha perso. Il governo incassa la fiducia al Senato (162 sì, 135 no, 11 astenuti) e alla Camera (314 no, 311 si, 2 astenuti) con pochi voti di scarto. Ma che fatica. L’ultima mediazione Ci prova per ultimo Pasquale Viespoli, che durante le dichiarazioni di voto al Senato consegna un bigliettino al premier. Il premier lo legge e senza alcun commento glielo restituisce. Viespoli prova a ridargli il foglietto ma Berlusconi rinnova l’invito a riprenderselo. È finita, si va alla conta. Fli si astiene (al Senato vale come voto contrario) ma la maggioranza incassa voti in più del previsto: Fosson (Union Valdotaine), Villari (Misto), Burgaretta (Mpa, poi espulso dal partito) e Cuffaro (ex Udc). Le trattative alla Camera Fino al momento prima del voto gli indecisi vengono corteggiati e lusingati. Il capogruppo Pd Dario Franceschini parla a lungo con Bruno Cesario, Massimo Calearo, Domenico Scilipoti ma senza grandi risultati. Tutti e tre voteranno a favore del governo. E anche il finiano Silvano Moffa viene chiamato dal premier. Le puerpere Tutte e tre si presentano in Aula. Giulia Bongiorno e Federica Mogherini raggiungono Montecitorio in macchina, Giulia Cosenza in ambulanza. La Bongiorno vota su una sedia a rotelle. E tutte e tre seguono le indicazioni dei propri gruppi. Parla di Pietro, il Pdl esce Il leader Idv Antonio Di Pietro attacca Berlusconi affermando che il suo «impero di cartapesta è al capolinea». Quindi lo invita a consegnarsi ai magistrati. Il Cavaliere con la mano gli fa cenno che se lo può scordare e esce dall’Aula. Lo seguono tutti i deputati Pdl e molti ministri. Solo Gianni Letta ascolta paziente ogni intervento senza battere ciglio. La rissa tra Fli e Lega Molti indecisi attendono la seconda chiama per vedere se il proprio voto sarà determinante. Solo quando si accorgono di essere l’ago della bilancia escono allo scoperto. Così Cesario, Calearo e Scilipoti alla fine votano a favore del governo tra gli applausi della maggioranza. E così fanno anche l’ex Idv Antonio Razzi (ora «Noi Sud») e le finiane Maria Grazia Siliquini e Catia Polidori. Dopo il voto della Polidori, Giorgio Conte (Fli) grida: «Troia!». E volano parole grosse anche tra leghisti e finiani. Conte e Fabio Granata (Fli) corrono verso i deputati del Carroccio per rispondere agli insulti, bloccati dal possente Crosetto (Pdl) e dai commessi. Al Senato, il capogruppo del Pdl Maurizio Gasparri, dopo il «no» della finiana alza il dito medio della mano non appena la Tv inquadra Fini.