FLAVIA AMABILE, La Stampa 14/12/2010, pagina 2, 14 dicembre 2010
Roma sotto assedio Un giorno di roghi barricate e scontri - Lo sapevano tutti che ieri sarebbe stata una giornata senza pietà
Roma sotto assedio Un giorno di roghi barricate e scontri - Lo sapevano tutti che ieri sarebbe stata una giornata senza pietà. Gli studenti l’avevano annunciato ovunque, su siti e profili Facebook. E la polizia l’aveva capito dalle intercettazioni del giorno precedente. Eppure è accaduto lo stesso, per cinque lunghissime ore Roma è stata vittima della follia e della violenza di un gruppo non numeroso ma ben organizzato e armato di Black bloc, anarchico insurrezionalisti, centri sociali che con gli studenti in realtà hanno poco a che vedere. Alla fine il bilancio riporta il calendario indietro di molti anni: centodieci feriti - 50 tra i manifestanti, 60 tra gli agenti - 41 manifestanti fermati, otto auto bruciate, semafori spaccati, cassonetti incendiati, 100 linee di tram e bus deviate e 5000 corse perse, traffico impazzito, un totale di almeno 840 mila euro di danni considerando anche gli scontri della scorsa settimana. Il sindaco Alemanno annuncia che si costituirà parte civile contro gli autori dei danni e evoca gli anni di piombo. «Non dobbiamo tornare agli anni ’70», avverte e chiede una reazione da parte di tutte le istituzioni affinché ci sia uno «scatto di orgoglio» per evitare nuovi episodi del genere. Il primo scontro avviene intorno a mezzogiorno a piazza Venezia, a poca distanza dalla residenza di Berlusconi. La scaramuccia dura poco ma è già più chiaro che si fa sul serio e si aspetta solo l’esito del voto alla Camera sulla mozione di sfiducia al governo per decidere come agire. Sono le 13,17 quando il corteo arriva all’altezza di corso Rinascimento. Il Senato è a pochi metri di distanza, blindatissimo e proibitissimo. I ragazzi che hanno il casco lo indossano, gli altri coprono il viso con le sciarpe. Da tre carrelli “presi in prestito” in qualche supermercato vengono distribuiti palloncini pieni di liquido azzurro. Inizia il lancio contro la polizia, accompagnato da insulti, carte, oggetti, uova, palloncini, ma anche petardi e fumogeni. La polizia tiene per un po’, poi parte con i lacrimogeni. E finalmente arriva la notizia. Il corteo inizia ad urlare di gioia. Sono pochi secondi, si è diffusa la voce che il governo sia caduto. Errore. Quando capiscono che Berlusconi ha ottenuto la fiducia, la reazione è violentissima. I gruppi più violenti si impadroniscono della manifestazione. Comincia l’assalto alle banche: vengono distrutti i bancomat di Unicredit, Intesa, Deutsche Bank di corso Vittorio. Contro quest’ultima banca viene anche lanciato il palo di un cartello stradale. Il corteo prosegue. All’altezza dell’Ara Pacis c’è una Mercedes nera super lussuosa parcheggiata sotto palazzo Marescalchi. «Ricchi di merda, ricchi di merda», grida qualcuno. Tre ragazzi vestiti di nero, con caschi e sciarpe intorno al viso, si avventano contro l’auto con le loro mazze. Rompono i vetri e gettano dentro un candelotto. In un attimo il rogo si alza fino al terzo piano. Lo stesso avviene con una Smart e una Rover poco dopo. E’ solo l’annuncio di quello che sta per accadere a via del Corso dove il pomeriggio di shopping prenatalizio si trasforma in terrore: di nuovo sanpietrino, fumogeni, sassi, assi di legno, fioriere divelte, vetrine spaccate. Gli agenti caricano, intervengono le camionette blindate per respingere i violenti verso piazza del Popolo. Vorrebbero disperderli. In realtà ha inizio la battaglia finale.