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 2010  dicembre 15 Mercoledì calendario

Maso si sposa in segreto e a marzo sarà libero - «Ai ragazzi che mi scrivo­no e mi raccontano che voglio­no uccidere i genitori, dico di fermarsi, di ragionare, di ricuci­re i rapporti

Maso si sposa in segreto e a marzo sarà libero - «Ai ragazzi che mi scrivo­no e mi raccontano che voglio­no uccidere i genitori, dico di fermarsi, di ragionare, di ricuci­re i rapporti. Non ho potuto sal­vare me stesso, almeno ci pro­vo con gli altri. Perché quando uscirò di qui, anche queste co­se, forse, mi serviranno per ini­ziare una nuova vita». Tele­gramma di Pietro Maso, spedi­to ai suoi inquietanti fan, un pa­io d’anni fa, all’epoca del suo primo permesso di semiliber­tà. Buoni propositi di un killer spietato. Di uno che, era il 17 aprile 1991, assieme a tre com­plici, riuscì a uccidere selvag­giamente, a colpi di spranga, i suoi genitori: Antonio Maso e la moglie Maria Rosa Tessari. E quel «riuscì», badate bene, non è affatto casuale, visto che ci aveva provato già due volte. La prima con un ordigno rudi­mentale, confezionato con due bombole a gas, la seconda tentando, deliberatamente, di investire la madre. Processato e condannato a trent’anni di carcere Pietro Maso ha cercato inutilmente in tutto questo tempo di farsi dimenticare, bat­tagliando a corrente alternata solo per conquistare gli ago­gnati permessi di semilibertà. Fino al 7 Aprile di tre anni fa quando lasciò temporanea­mente, per la prima volta, il car­cere di Opera, alle porte di Mila­no. Da allora molti permessi­premio sono seguiti e Maso ha lasciato quotidianamente la sua cella per andare a lavorare. Perché, sostiene convinto, Don Guido Todeschini, il suo padre spirituale «Pietro Maso è un’altra persona, è cambiato. Ha fatto un serio cammino di fede e conversione». Già, così cambiato da conoscere, fre­quentare e corteggiare una ra­gazza milanese di buona fami­glia, Stefania Occhipinti. Così cambiato da sposarla in gran segreto alcuni mesi fa, come ci rivela, ostentando in prima pa­gina la foto esclusiva della cop­pia a spasso per Milano, il sett­i­manale Chi che sarà in edicola oggi. Il quale settimanale forni­sce anche i dettagli dell’unio­ne: la coppia ha scelto il rito del matrimonio canonico, cioè so­lo religioso e si è sposata in una chiesa in provincia di Verona (sì, avete letto bene: in chiesa, dove, curiosamente persino i divorziati non sono granché graditi, specie se si azzardano a chiedere la comunione), il rito è stato officiato dal parroco di quella chiesa e alla cerimonia erano presenti due suore e don Guido Todeschini, figura deter­minante nel nuovo cammino di fede intrapreso dall’ex vi­veur che inseguiva il denaro fa­cile. Matrimonio e conversio­ne a parte l’agghiacciante ge­sto compiuto a Montecchia di Crosara, nel Veronese, da Pie­tro Maso è ancora piuttosto vi­vo nella memoria degli italiani ed è «entrato» a «buon diritto» nella disgustosa antologia del noir italiano.Sia per l’efferatez­za di quel doppio delitto, sia per le motivazioni che aveva­no spinto quel diciannovenne, con la mania della bella vita, ad arrivare a tanto: spartirsi con gli altri complici l’eredità dei suoi genitori. Per questo moti­vo lui e gli altri tre sciagurati, in­dossando tute da lavoro e ma­s­chere di carnevale si erano ap­postati in casa, in attesa che la coppia rientrasse da una riu­nione in parrocchia. Un aggua­to barbaro quanto facile, fin troppo facile. Un agguato e un piano che, Pietro e i suoi tre complici, confessarono dopo tre giorni di interrogatori e do­po mille, inutili tentativi di far passare quel delitto spietato e premeditato per una rapina fi­nita nel sangue. E con la confes­sione del duplice omicidio, la scoperta sconvolgente, che il piano di Pietro prevedeva an­che l’uccisione delle sue due so­relle, per poter rimanere l’uni­co erede di famiglia. Dimenti­cavamo di aggiungere che, in una delle sue numerose uscite dal carcere, Pietro Maso si è an­che imbattuto, di certo «casual­mente », nel re dei paparazzi Fa­brizio Corona e con lui è finito sulla copertina di un altro pe­riodico di gossip nel giugno scorso mentre magari stava trattando,ma è solo un’ipotesi. Il prezzo di qualche esclusiva. D’altra parte nel marzo del 2011 Pietro Maso potrebbe ot­tenere la libertà totale sebbene con alcune restrizioni come l’obbligo di firma, di residenza o il divieto di espatrio e allora potrà decidere di sposarsi in Comune e depositare ufficial­mente gli atti del matrimonio. Va bene la conversione ma gli affari restano pur sempre affari E se lui ai ragazzi in crisi e infero­citi con i genitori scrive: «Mi ero perso, e in carcere ho solo cer­cato di ritrovarmi» che cosa può capitare di meglio che ri­trovarsi con Corona?