Gioia Locati, il Giornale 14/12/2010, pagina 21, 14 dicembre 2010
È italiano il protettore dei capolavori del mondo - L’ospite preferito è Leonardo. I controllori più esigenti, i servizi segreti britannici
È italiano il protettore dei capolavori del mondo - L’ospite preferito è Leonardo. I controllori più esigenti, i servizi segreti britannici. Ma anche il museo del Louvre ha le sue pretese. E che dire del diamante più famoso del mondo, 108,9 carati, il Koh-i-noor sfoggiato da sua maestà la regina Elisabetta d’Inghilterra? Gioielli dal valore inestimabile, opere d’arte pluriquotate. Dagli ori della Corona britannica alla Gioconda, dalla giacca di Cavallo Pazzo alla Venere di Milo. Tutti pezzi accomunati dallo stesso bisogno di protezione. Dall’esigenza di sottrarsi a polveri, umidità, vandali o ladri. Una questione di sicurezza. O di tecnologia sopraffina. Quella che da vent’anni a questa parte è messa a punto a Trezzano sul Naviglio, a due passi da Milano: le sofisticate teche del laboratorio museotecnico Goppion sono di casa in 19 Stati, ospiti dei musei più importanti del pianeta. L’azienda - nata nel 1952 lungo le sponde del Naviglio - è quel che si dice un’eccellenza mondiale. La svolta è stata impressa negli anni Settanta dal patron Alessandro Goppion, (prima la ditta si occupava di arredi e cristalli). Oggi realizza gigantesche bolle di vetro, trasparenti e robuste come armature. Macchine a tutti gli effetti, capaci di mantenere dipinti e reperti nelle condizioni ideali, di temperatura e umidità. Qui i committenti vengono a provare i prototipi come si fa con le auto da corsa. Prendiamo la Gioconda. Dal 2005 la s u a cassaforte è firmata Goppion. Monna Lisa sorride sorniona, dall’alto della sua postazione antivandali, a quegli otto milioni e mezzo di visitatori che ogni anno si soffermano a guardala. Tra loro, in passato c’è stato chi ha lanciato pietre, chi ha spruzzato vernice, chi ha provato a rubarla. «Per lei è stata progettata una struttura complessa - dice Andrea Sartori del laboratorio museotecnico - la Gioconda è un’icona, per questo è più esposta delle altre. Le misure di sicurezza? Top secret, non possiamo rivelarle, il Louvre ci ha imposto vincoli rigidi». Racconta in proposito il direttore Goppion: «Ero diventato l’uomo che ha messo sotto teca Leonardo. Ho raccolto la sfida: garantire la sicurezza della Gioconda e allo stesso tempo esporla sotto gli occhi di tutti. Abbiamo esagerato, con cerniere e accorgimenti». Già, i tesori protetti devono avere una duplice caratteristica, da un lato diventare inespugnabili, dall’altro, nei casi di incendio ad esempio, devono poter essere «liberati » in pochi secondi. Il personale dei musei segue per questo un corso di formazione. A Trezzano è stata realizzata la vetrina più grande di tutte e completamente sollevabile: 62 metri quadrati, la superficie di un bilocale per proteggere il tappeto di Ardabil, del 1539, esposto al Victoria &Albert Museum di Londra. E il diamante della Regina? È custodito nella Torre di Londra dal 1992. «Sono arrivati a Trezzano gli 007 di sua Maestà - ricorda Goppion- Hanno portato le vetrine in prova a Londra e le hanno fatte esplodere in un hangar prima di dirci che avevamo superato l’esame». È il Musée de l’Armée di Parigi a contare il numero più alto di lastre milanesi, 460 moduli per esporre i cimeli delle forze armate. L’artista più protetto è sicuramente Leonardo. Oltre a Monna Lisa, la Dama con l’Ermellino, il San Giovanni Battista,l’Uomo Vitruviano, il codice Atlantico, il codice Leicester e gli allestimenti del Cenacolo. E a Milano? Il 22 novembre il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo verrà incastonato in un «guscio » di 5 quintali e mezzo. L’opera, di proprietà del Comune di Milano dal 1920, verrà mostrata nel nuovo museo del Novecento, all’Arengario. La teca del Quarto Stato, troppo ingombrante per le passerelle interne del palazzo, verrà issata con una gru a 11 metri di altezza e entrerà dalla balconata. Infine il museo archeologico di corso Magenta. A metà febbraio terminerà il cantiere, le armature-Goppion proteggeranno gli oggetti di epoca longobarda, i resti della necropoli etrusca di Cerveteri e le opere della Magna Grecia.