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 2010  dicembre 14 Martedì calendario

LA RIVOLUZIONE DELLO CHEF UN SOLO PIATTO NEL MENÙ

Giovedì gnocchi, venerdì gnocchi e sabato pure. Il pranzo è servito. E pazienza che la scelta sia, a dir poco, limitata. Il bello è proprio quello. È la rivoluzione del piatto unico: il monopasto che sta cambiando le abitudini alimentari della capitale del mondo.
Anche perché il minimalismo gastronomico che oggi fa tanto tendenza porta la firma di uno chef d´incontestabile prestigio, Daniel Holzman, un signore che ha incrociato le pentole nella cucina del lussuosissimo "Le Bernardin" prima di lanciarsi in un locale dal più prosaico ma non meno appetitoso nome di "The Meatball Shop". Possibile?
La sua dichiarazione di guerra è chiara: «Siamo la generazione cresciuta da McDonald´s o al drive in: quelli erano i posti alla moda quando eravamo giovani e squattrinati. E allora perché non creare, oggi, il ristorante per la nostra generazione? Un ristorante che si rifaccia a quel tipo di concetto ma proponga tutta la qualità che ci aspetteremmo oggi».
L´idea ha funzionato. E al menu di "Le Bernardin" che vi fa naufragare tra una scelta tutto pesce di 13 crudi, 11 scottati e 12 ben cotti, per il modico prezzo di 110 dollari, "The Meatball Shop" risponde con le sue quattro-polpette-quattro servite con la vostra scelta di salsa e contorno, focaccia o panino, per l´esorbitante prezzo, si fa per dire, di 14.25 dollari. Dice bene il New York Times: «Nella città dalle opzioni gastronomiche senza fine, dove i menu galoppano per pagine intere e un solo antipasto può contenere un´intera lista della spesa di ingredienti, questi posti offrono poca o addirittura nessuna scelta». O mangi questa minestra o ti butti dalla finestra: e New York si è buttata.
MacBar, per esempio, offre solo "mac&cheese", cioè i maccheroni e formaggio della nonna, declinandoli però in dodici varietà. Il successo del locale di NoLita, la zona alla moda così chiamata appunto perché a Nord di Little Italy, ha provocato la nascita al sempre trendy East Village del rivale S´Mac. Hill Country Chicken, un locale alla campagnola nella metropolitanissima zona di Madison Square, offre come dice la parola stessa solo e soltanto pollo. Mentre Flex Mussels tiene sempre fede alla sua etichetta mettendo in tavola soltanto cozze su cozze su cozze: preparate in ben 23 varietà.
Perché alla fine il segreto del monopasto è questo. Un solo cibo ma presentato al meglio. E soprattutto con un numero di varianti così numerose da permettere ai clienti di affacciarsi spesso. Una possibilità, questa, che si avvicina praticamente all´infinito nella città che un bel libro di Annie Hauck-Lawson e Jonathan Duetsh ha giustamente ribattezzato "Gastropolis", dove tre secoli di melting pot hanno prodotto un delizioso mix anche a tavola, dalle bagels di tradizione ebraica servite in salsa greca fino alla nostra lasagna ormai diventata un classico portoricano.
Qualità e scelta. Velocità e risparmio. Basta lunghe meditazioni davanti al menu. Spuntino gustoso e poi via al lavoro. O, la sera, al cinema. Ma il successo del piatto unico si spiega anche con un´altra caratteristica tutta newyorchese: la ricerca del meglio. Dalla guida settimanale di Time Out a siti specializzati come MenuPages.com, passando per le bibbia gastronomica Zagat, ogni settimana qui spunta la classifica sul miglior sandwich, il miglior hamburger, la migliore lasagna, il miglior cappuccino. Così la vocazione imprenditoriale della città degli affari sta trasformando in business la domanda dei consumatori: offrendo, appunto, i ristoranti monopasto che già nel nome dichiarano il loro mono-menu. Pensare che una volta era la povertà a obbligare le vecchie osterie a un piatto al giorno: «Giovedì gnocchi, venerdi pesce, sabato trippa». È come il vintage: il vecchio che avanza. A tavola.