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 2010  dicembre 14 Martedì calendario

BUROCRAZIA DA 10 MILIARDI ECCO LA SUPER-ZAVORRA CHE SOFFOCA IL FEDERALISMO -ROMA

Partitocrazia e burocrazia rischiano di uccidere il federalismo nella culla. Una palla al piede che costa 9,8 miliardi, che consente alle Regioni italiane di pagare gli stipendi del personale, di mandare avanti l´intera macchina amministrativa, di mantenere 1.123 consiglieri, 246 assessori e di retribuire un notevole numero di componenti delle commissioni consiliari. L´allarme giunge dai dati, appena pubblicati, della Copaff, la commissione composta da Tesoro, enti locali e uffici statistici cui è affidato il monitoraggio del federalismo fiscale. La classifica che le cifre del 2009 consentono di elaborare dice che l´Italia della politica regionale procede a più velocità e, in alcuni casi, nel caos. La considerazione che si raccoglie in sede tecnica e politica è unanime: quando si chiederà ai cittadini di adeguarsi ai «costi standard» della sanità non si potrà evitare di ridurre i «costi standard» di politica e burocrazia.
Per la voce «ordinamento degli uffici, amministrazione generale e organi costituzionali» chi fa la figura migliore sono le Regioni che si avviano a diventare «modello» o «benchmark». La Lombardia che ogni anno impegna 61 euro per ogni cittadino per mantenere la propria classe politica (17 assessori e 80 consiglieri) e le proprie strutture amministrative. Segue la Liguria che con una cifra poco più alta, circa 78 euro procapite, «mantiene» 40 consiglieri e 13 assessori. C´è poi il Veneto che con i suoi 60 consiglieri regionali e 13 assessori presenta alla fine dell´anno un ticket-politica di 86 euro per ciascun cittadino.
Ma è nei posti alti della classifica delle Regioni dove si spende di più per mantenere classe politica e burocrazia che arrivano i casi più clamorosi, ripartiti equamente tra estremo Nord, Centro e Sud. La Val d´Aosta, che come Regione autonoma ha alcune costose funzioni in più rispetto alla media, spende ben 1938,1 euro procapite, che in termini assoluti si traducono 246,2 milioni all´anno: una cifra cui si arriva sommando le spese per la macchina amministrativa alle retribuzioni e ai costi sostenuti per mantenere 36 consiglieri, 9 assessori e 6 commissioni consiliari. Al secondo posto della black list, e senza alibi, il Molise che arriva a chiedere ad ogni cittadino un contributo virtuale di 333,3 euro per 9 assessori e 30 consiglieri Regionali. Ma il vero mastodonte di politica e burocrazia è la Sicilia: qui il conto alla fine dell´anno sale a 1 miliardo e 445 milioni, 288,9 euro a cittadino, per una assemblea regionale composta di 90 membri (la più numerosa in Italia) 13 assessori e ben 13 commissioni consiliari.
Preceduto da Sardegna e Friuli Venezia Giulia, arriva il Lazio dove le spese in termini assoluti sono assai rilevanti: la macchina politico amministrativa costa ogni anno 1 miliardo e 399 milioni, ovvero 248,8 euro pro-capite. Nella Regione che ospita la Capitale d´Italia ci sono ben 73 consiglieri, 15 assessori e 16 commissioni consiliari (i cui presidenti - come nota uno studio della Uil dedicato ai costi della politica - hanno diritto a segreteria, auto blu e indennità maggiorata). Nel Lazio c´è inoltre un´altra particolarità: il numero dei consiglieri dovrebbe essere stabilito dallo statuto, ma è possibile una deroga in base ai risultati elettorali, così si è saliti da 70 a 73 consiglieri.
Se si volge lo sguardo al solo costo del personale la situazione è ancora più sperequata: la Sicilia, ad esempio, spende ogni anno 1,7 miliardi, una cifra che quasi raggiunge i 2,3 miliardi che spendono le 15 regioni a statuto ordinario messe insieme. «E´ indicatore di una logica della spesa pubblica che è utilizzata per creare occupazione piuttosto che per aumentare la produttività e i servizi», commenta Luca Antonini, presidente della Copaff che sta rivedendo e omogeneizzando i dati dei bilanci regionali. Un altro ostacolo sulla strada del federalismo.