Maximilian Cellino, Il Sole 24 Ore 14/12/2010, 14 dicembre 2010
LA BCE PRONTA A RICAPITALIZZARE
Un aumento di capitale per evitare che potenziali perdite sui titoli di stato detenuti in portafoglio mettano a rischio la propria solidità patrimoniale. Questo stanno facendo le banche commerciali, sollecitate anche dalle nuove regole di Basilea 3, questo potrebbe fare a breve la stessa Banca centrale europea (Bce). Secondo indiscrezioni raccolte da Reuters nel tardo pomeriggio di ieri, Francoforte starebbe infatti pensando a un’operazione di ricapitalizzazione tale addirittura da raddoppiare l’attuale dotazione di 5,8 miliardi di euro.
Una mossa, quella del presidente Jean-Claude Trichet, che avrebbe un suo significato, nel momento in cui la Bce è impegnata in un piano di riacquisto di bond sovrani di paesi «periferici» come Irlanda, Grecia e Portogallo. Proprio ieri l’Eurotower ha comunicato di aver comprato la scorsa settimana titoli per circa 2,7 miliardi di euro: una quota superiore agli 1,9 miliardi dell’ottava precedente e che porta a oltre 72 miliardi l’ammontare ritirato dal mercato da quando a maggio ha avuto inizio con la crisi greca il piano di intervento. Ma anche un quantitativo che da più parti si ritiene insufficiente per raggiungere l’obiettivo.
Da qui la necessità di dare un’accelerazione al piano e pure l’esigenza di cautelarsi rafforzando il patrimonio. «Preoccupano le perdite potenziali che potrebbero derivare dal programma di riacquisto di bond: al momento riguarda quantità modeste, ma cosa potrebbe avvenire se il piano fosse incrementato e se d’improvviso i titoli comprati dovessero valere il 30% in meno?», ha spiegato infatti una fonte di una banca centrale dell’Eurozona alla Reuters.
E poco importa se sulla vicenda la Bce non ha rilasciato alcun commento o se portare a termine l’operazione potrebbe rivelarsi piuttosto complicato, viste le difficoltà in cui si dibattono molte delle 27 banche centrali nazionali dell’Ue, che dell’istituto centrale sono azioniste. La realtà è che sul mercato le indiscrezioni si sono fatte sentire quasi immediatamente, dando all’euro la forza di superare quota 1,34 dollari e di portarsi sui livelli di 3 settimane fa in modo quasi del tutto inaspettato. Per tutta la giornata la valuta comune aveva in effetti recuperato terreno proprio sulle prospettive di un aumento delle risorse da mettere a disposizione dei paesi europei in difficoltà e di un’accelerazione nel piano di riacquisto dei bond. Un tema di cui presumibilmente si discuterà giovedì e venerdì prossimo al vertice Ue e che con il possibile aumento di capitale della Bce si arricchisce di un nuovo elemento.
Considerare il movimento dell’euro a sé e senza inserirlo nelle dinamiche dei mercati valutari potrebbe essere però fuorviante. Ieri infatti anche il dollaro ci ha messo del proprio, indebolendosi nei confronti di tutte le altre principali valute, dell’oro e del petrolio, tornati e sfiorare rispettivamente i 1.400 dollari l’oncia e gli 89 dollari al barile. Contro il biglietto verde ha giocato in generale l’attesa per ulteriori mosse di stimolo monetario negli Usa: un’attesa doppia, visto che dalla riunione del comitato monetario della Federal Reserve di oggi potrebbero giungere novità sul piano da 600 miliardi annunciato giusto un mese fa e che al Senato era in discussione l’estensione del piano di sgravi fiscali adottato dall’amministrazione Bush.
Un compromesso, quest’ultimo, che secondo Moody’s potrebbe avere effetti negativi sulle capacità di rimborso del debito da parte di Washington e mettere ulteriormente a rischio quella «tripla A» che qualche mese fa sembrava impensabile. Il dollaro ha poi allargato le perdite dopo l’improvviso cambio di direzione dei rendimenti del Treasury decennale, prima balzati fino al 3,40% (massimi da maggio) e poi nuovamente scesi al 3,25%. Il movimento ha reso meno appetibili le attività denominate nella valuta americana e ridotto in un sol colpo da 40 a 31 punti base il differenziale di tasso dei titoli Usa rispetto ai bund tedeschi, l’elemento che più di ogni altro gli operatori tengono sotto osservazione in questi giorni.