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 2010  dicembre 12 Domenica calendario

Le relazioni pericolose tra il gruppo Unicredit e la Medici Enterprise - Le accuse sono completamente infondate e saranno contrastate con determinazione»

Le relazioni pericolose tra il gruppo Unicredit e la Medici Enterprise - Le accuse sono completamente infondate e saranno contrastate con determinazione». Alessandro Profumo, ex amministratore delegato di Unicredit, usa poche parole ma con fermezza nega le pesanti accuse mosse da Irving Picard, il curatore fallimentare della società di Bernard Madoff, autore della truffa da 50 miliardi di dollari. Il «liquidatore del diavolo», come viene chiamato a Wall Street Picard, che ha chiesto alle banche risarcimenti per 34 miliardi, ha presentato venerdì un’istanza presso il tribunale fallimentare di New York per recuperare 19,6 miliardi di dollari, quasi 15 miliardi di euro. La richiesta coinvolge anche Unicredit, la cui controllata Bank Austria detiene il 25% di Banca Medici, fondata dall’austriaca Sonja Kohn, considerata la principale complice di Madoff. Nelle 163 pagine del corposo impianto accusatorio, Picard chiama in causa oltre che Profumo, anche Gianfranco Gutty, che prima di andare in pensione nel 2008, era stato nel Cda di Banca Medici e vice presidente di Unicredit. E tira in ballo Alberto La Rocca, ex ad di Alternative Investment (Pai), la divisione di Pioneer (gestione del risparmio), che si occupa di distribuzione di hedge fund. Nelle quattro pagine (da 102 a 105) del fascicolo, Picard accusa Unicredit di essere in affari «con Madoff e la sua società almeno già dal 2000 attraverso la Pioneer». Una relazione pericolosa che si sarebbe, rafforzata nel 2005, quando Unicredit acquistò Banca Austria. Picard accusa Pioneer di aver investito nei feeder fund di Madoff, cioè quei fondi che raccoglievano dagli investitori denaro destinato ad alimentare lo schema Ponzi messo in piedi dall’ex presidente del Nasdaq. Il liquidatore attacca anche Profumo: «Quando era ad di Unicredit ha avuto una stretta collaborazione con la Kohn» al punto che «i dipendenti di Banca Medici aveva capito che la Kohn aveva creato il contatto tra Unicredit e Banca Austria e facilitato l’acquisizione». Unicredit aveva riscontrato «discrepanze rilevanti» nelle relazioni tra Banca Austria, Banca Medici, Banca Austria Worldwide e il fondo Primeo, con sede alle Cayman che secondo Picard ha iniettato direttamente nella società di Madoff 371 milioni di dollari e altre centinaia di milioni coi fondi feeder Herald (base alle Cayman), Alpha Prime (Bermuda) e Thema Int’l (Irlanda). «Ma piuttosto che rifiutare di fare affari con la società di Madoff - scrive Picard - Unicredit si è impegnata a proseguire lo schema illegale, nascondendo che il 100% degli investimenti di Primeo erano fatti nella società di Madoff». Un’operazione che Unicredit avrebbe reso possibile facendo chiudere a Primeo i suoi conti diretti con Madoff e investendo nella società del truffatore indirettamente con il fondo Herald e altri fondi feeder del «Sistema Medici». Per non alterare troppo la relazione con Madoff, Unicredit avrebbe assunto Radel Lesxzczynski di Banca Austria, un contatto personale di Madoff e figura chiave del fondo Primeo, per farla lavorare in Pioneer. Anche se la decisione di mettere i soldi in fondi feeder, agli investitori di Primeo costa di più in commissioni, e arricchisce invece la Kohn Banca Medici e Banca Austria Worldwide, il risultato era lo stesso, secondo Picard: «il 100% degli investimenti erano fatti nella società di Madoff». Nel 2007, Pioneer aveva pagato più di 1,3 milioni alla Banca Medici per consentire a Unicredit di avere un accesso segreto alla società di Madoff. «Lo stesso anno - continua Picard - Unicredit sancisce la sua partecipazione nello schema illegale ed entra nel Sistema Medici, facendo produrre a Pioneer falsi prospetti informativi che riguardano gli investimenti di Primeo nella società di Madoff, ma senza farvi alcun cenno. Nel 2008 la Kohn invia a Pioneer circa 10 milioni di dollari come commissioni extra del fondo Herald». Secondo l’accusa, «questi pagamenti erano il frutto dell’associazione a delinquere della Kohn con Unicredit, Pioneer, Profumo, e Gutty di investire attraverso il fondo Herald». Dopo l’acquisizione di Banca Austria, conclude Picard «Unicredit ha affidato incarichi dirigenziali ad alcuni personaggi chiave del Sistema Medici». Oltre a Leszczynski, Wilhelm Hemetsberger che nel 2006 entra nel comitato esecutivo di Unicredit. Werner Kretschmer diventato responsabile globale del retail e Friedrich Kadrnoska che nel dicembre 2005 entra nel cda di Unicredit.