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 2010  dicembre 13 Lunedì calendario

La vita che ricomincia quando non si entra più in un Casinò - Esci che incredibilmente è già sera

La vita che ricomincia quando non si entra più in un Casinò - Esci che incredibilmente è già sera. Saluti cortesemente il portiere gallonato e sei certo che dal tuo at­teggiamento non possa affatto ca­pire come è finita. Un volto e uno sguardo, il tuo, sottilmente ma percettibilmente sorridenti. Nessun evidente rammarico. Ricordi perfino di passargli, qua­si sfiorandogli la mano, l’ultimo «luigi». Percorri a passo normale i due o trecento metri che ti separano dall’ auto e, camminando, lanci di quando in quando uno sguardo al lago, scuro e in qualche modo mi­naccioso vicino alla riva, lucente di riflesso e festoso sull’altra spon­da, verso la città. Nessun preciso pensiero. Aspetti. Sai che tra poco l’affanno pren­derà il sopravvento e cerchi di pro­crastinare quell’istante. In macchina, seduto le mani in grembo, rifletti - se possibile senza davvero riflettere - su piccole cose e, per cominciare, se girare subito la chiave e partire o fermarti un qualche momento a pensare. Ed eccoti, poi e d’incanto, in viag­gio Ti aspettano casa e la vita vera. I momenti, le ore quando capita, di cercata e consapevole sospen­sione dalla realtà sono alle spalle. E’ andata male e, per quanto tu conosca benissimo la risposta, co­minci a chiederti del come e del perché, prima, avessi pensato che potesse andare differentemente. A parte tutto - e non dovevi di­menticarlo - non sei in ’gobba’ e non solo per quel che riguarda la roulette. Pare che da ultimo non te ne va­da bene una. Hai chiuso lo studio, non lavori e in famiglia sembra non sappiano cosa fare di te. E hanno ragione. Ti verrebbe voglia di pensare a un domani purchessia, ma non ce la fai. Il punto… Certo, devi fare il punto della si­tuazione. Sei confuso, ma senti che hai bi­sogno di un distacco, di un gesto che significhi qualcosa, che dimo­stri a te stesso che vuoi cambiare. Occorre una svolta. Sei quasi alla frontiera. L’ultimo distributore di benzina a sinistra. Mentre ti fanno il pieno, vai alla toilette. Un minuto e, tirata fuori dal por­tafoglio la carta d’identità, la strap­pi un quattro, otto, sedici pezzi, la butti nel water e fai scendere l’ac­qua. Ecco, adesso, senza documenti, nei casinò non puoi più entrare. Per altri non sarebbe un atto defi­nitivo. Basta denunciarne lo smarri­mento e rifarla, ma tu non sei fatto così. Tu sai smettere. Di nuovo alla guida e ti accorgi di stare meglio. Tutto considerato, pensi, non è stata una cattiva giornata. Fra poco, ora lo sai, ne verranno di migliori.