Marco Sabella, CorrierEconomia 13/12/2010, 13 dicembre 2010
PETROLIO. LE AZIONI DELL’ORO NERO TORNANO A GALLA
Con il greggio nuovamente a 90 dollari il barile, i mercati finanziari riscoprono il fascino delle petrolifere. E dopo un rialzo strisciante durato alcuni mesi (+20% da giugno) le valutazioni dell’oro nero potrebbero, secondo Goldman Sachs, tornare sopra i cento dollari nel corso del 2011.
Il segmento Oil&Gas dell’indice Stoxx 600 ha interpretato favorevolmente questa ripresa dei prezzi, visto che utili e fatturato di tutte le società del settore traggono beneficio da quotazioni più elevate della materia prima. In tre mesi le valutazioni dell’Oil&Gas sono infatti salite dell’8% contro un rialzo medio dello Stoxx 600 pari al 3,73%.
Adesso, secondo analisti e fund manager, gruppi come Eni, Total, Repsol in Europa, oppure Chevron e Occidental negli Stati Uniti, potrebbero mettere a segno performance ancora maggiori.
Recupero
«Tanto più che, se si esclude l’ultimo trimestre di rialzi, le major petrolifere europee devono recuperare la sottoperformance di circa l’8% che hanno registrato da inizio anno», spiega Federico Mobili, gestore azionario globale in Bnp Paribas. «Mettendo insieme i due elementi — rialzo del prezzo del greggio e sconto nelle valutazioni — ritengo che nel corso del 2011 il petrolifero sarà uno dei comparti più interessanti e potrà battere anche del 10% l’andamento dell’indice generale», aggiunge.
Stime di rialzo ancor più generose provengono dagli analisti di Ubs. «Il potenziale medio di rialzo è di circa il 22%», sostiene uno studio di scenario realizzato per il 2011. Gli investitori, tuttavia, devono tenere presente che il comparto petrolifero è molto differenziato.
Il segmento con il migliore potenziale è giudicato quello delle grandi conglomerate. E fra queste Eni è fra i titoli preferiti, con un giudizio di Deutsche Bank e di Ubs. Per quest’ultima il prezzo-obiettivo del Cane a sei zampe è di 20 euro, un di oltre il 15% rispetto ai prezzi di oggi. Gli analisti di Citi, che nel giudicare i titoli includono anche i i dividendi, reputano che il di Eni (guadagno in conto capitale più rendimento per dividendi) potrà essere anche del 30%.
I gestori di Bnp Paribas preferiscono invece Total e Repsol. La prima per ragioni valutative, visto che i prezzi del colosso francese dell’energia sono rimasti indietro di circa il 10% rispetto alla media del listino. Mentre Repsol, una delle società migliori del 2010, con una performance dell’11% da inizio anno ha un alto potenziale di sviluppo soprattutto nei paesi dell’America Latina. Anche secondo Deutsche Bank Repsol è un
con un prezzo-obiettivo a 22,50 euro, contro le attuali quotazioni di circa 20. Gli analisti di Société Générale, infine, promuovono Royal Dutch Shell con un buy, un potenziale di rialzo di circa il 10%.
Critiche
Cautela invece sulle prospettive di British Petroleum, che dopo aver recuperato una parte delle gravissime perdite subite dopo l’incidente alla piattaforma petrolifera del Golfo del Messico è ancora sotto di circa il 24% e dovrà fronteggiare un esborso per i risarcimenti non ancora quantificabile.
Infine un segmento molto brillante ma già «arrivato» del comparto oil&gas è quello delle società di servizi «le più sensibili alla ripresa del prezzo del petrolio», ricorda Mobili. Le aziende del comparto, hanno registrato rialzi fortissimi, come Saipem +41%, o la francese Technip, +34% «e difficilmente potranno andare molto oltre nel prossimo anno», afferma il gestore. Da notare, infine, nel settore della raffinazione il giudizio di Equita su Erg e la valutazione di Crédit Suisse su Saras.
Marco Sabella