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 2010  dicembre 13 Lunedì calendario

PROFUMO: PREPARO IL RIENTRO (CON CALMA)

Tornerà sotto i riflettori questo venerdì. Per l’inaugurazione dell’anno accademico della Residenza universitaria Torrescalla, ateneo milanese dell’Opus Dei, dove parlerà, si è scritto, di meritocrazia.
Sono passati quasi tre mesi da quando Alessandro Profumo ha lasciato la guida di Unicredit, sfiduciato dal consiglio di amministrazione in seguito alle tensioni con le fondazioni azioniste. L’istituto dove è stato 15 anni. Dove era entrato come capo della pianificazione quando ancora si chiamava Credito italiano, ne era poi diventato direttore generale e, infine, e per 13 anni, amministratore delegato.
Ma già a pochi giorni da quelli confusi della sua uscita, mentre lo si vedeva girare in moto per Milano, arrivare ai seggi per votare alle primarie del centrosinistra milanese o seduto allo stadio ad assistere alle partite dell’Inter, sono iniziati a girare i sulla sua nuova collocazione.
C’è chi lo ha «posto» a capo di un gruppo italiano come Telecom (ipotesi che lui ha smentito, l’unico intervento fatto fino a oggi). Chi ne ha delineato una carriera in politica. Chi lo vuole arruolato da grandi istituti stranieri come Bank of America o Barclays dove, peraltro, come ha scritto il quotidiano online sarebbe libero di andare visto che il patto di non concorrenza con Unicredit riguarda solo Italia, Germania e Austria, cioè i territori più presidiati dalla banca milanese. Chi, ancora, è invece sicuro che sceglierà la strada di fare da sé: imprenditore in proprio e non necessariamente nella finanza ma magari nell’industria. Due milioni di euro dei 40 della sua super-liquidazione di cui si è molto parlato (composta da tre annualità dovute, come da contratto, in caso di interruzione del rapporto di lavoro; più i relativi contributi; più la clausola di non concorrenza) li ha dati a don Colmegna; una parte degli altri 38 l’ha incassata; l’ultima, la attende. Per molti, comunque, una decisione di Profumo sarebbe vicina.
Insomma, cosa farà l’ex capo di Unicredit? «Per il momento rifletto — si limita a dire Profumo, raggiunto al telefono mentre si trova all’estero per uno dei molti viaggi che ha fatto in queste settimane —. Mi sono preso un periodo di tempo per raccogliere idee e ipotesi di utilizzo del mio tempo futuro. Voglio decidere con tutta calma continua. D’altra parte, quando una persona ha avuto un periodo intenso come quello che ho vissuto io è giusto staccare e riflettere con calma. In questo momento non c’è alcuna ipotesi né reale né realistica». Ma, allora, Telecom? «Come ho già detto, a me nessuno ha mai parlato di Telecom. Non capisco perché siano state messe in giro queste voci». Di altro e di altri nomi, non parla.
L’ex amministratore delegato di Unicredit definisce, quella che sta passando, «una fase di ascolto», in cui «raccogliere tutte le idee possibili, magari per scartarne qualcuna e approfondirne altre. Ma in questo momento è sbagliato — tiene a sottolineare — non solo prendere una qualsiasi strada, ma pure solamente parlarne perché verrebbe in qualche modo interpretata». D’altra parte, prosegue, «ciò che è successo è stato talmente inatteso e improvviso... Non stavo certo pianificando il mio futuro a breve. Per questo è meglio fermarsi e cercare di capire, anche all’interno del proprio contesto familiare, visto che non sono solo, che cosa si vuole fare come tipologia di attività, come dimensioni e come ambito geografico. Insomma, le variabili da considerare sono molteplici ed è ancora presto per tirare le fila. Non ho alcuna fretta».
Maria Silvia Sacchi