Aldo Grasso, Corriere della Sera 13/12/2010, 13 dicembre 2010
SORPRESA: SI GUARDA SEMPRE PIU’ TV
Prevedibile e imprevedibile: il bilancio di questa prima parte della stagione — la più importante, come sempre — è meno scontato del previsto. Fra gli aspetti più inattesi il forte aumento dei consumi televisivi: da 245 minuti medi al giorno (4 ore e 5 minuti) nel periodo equivalente del 2009 a 261 minuti medi nel 2010 (4 ore e 21 minuti). Attesa, invece, la maggiore frammentazione dell’ascolto, che ha premiato l’offerta digitale. La riflessione interessante nasce dalla correlazione fra questi due dati: cresce l’offerta, si frammenta la fruizione, ma aumenta anche il consumo.
La televisione, insomma, torna più attrattiva che mai: generalista e popolare, capace di fare da «arena condivisa» e orologio sociale, ma anche tematica e di nicchia, per rispondere a interessi più specifici (fa un certo effetto il successo sul digitale terrestre della prima wagneriana della Scala: un’opera difficile, messa in onda in diretta da Rai5, che ha attratto uno share di tutto rispetto, lo 0,87%, con punte di oltre 250mila spettatori). Abbastanza prevedibile, in questo quadro, l’arretramento delle grandi generaliste: a soffrire di più è Canale 5, che si ferma al 18,7% di share in prime time, pur conservando la leadership nel cosiddetto «target commerciale», col 20,9% di share.
Tiene meglio Raiuno, col 20,6% di share in prime. Piuttosto imprevedibile, invece, il ranking, la classifica, dei programmi: per la prima volta, in un periodo di garanzia, in testa non c’è un’ammiraglia, ma Raitre, col programma-evento di Fazio e Saviano « Vie niviacon me » (8.765.000 spettatori medi). Oltre al calcio, nella zona alta c’è molta fiction, e anche in questo caso Raiuno ha azzeccato più titoli («La leggenda del bandito...», «Preferisco il paradiso...») di Canale 5.
In collaborazione con Massimo Scaglioni, elaborazione Geca Italia su dati Auditel.
Aldo Grasso