LIANA MILELLA, la Repubblica 11/12/2010, 11 dicembre 2010
LA PROVA DI FORZA SFOCIA IN UNO SCAMBIO E CADE IL TEOREMA DEL COVO DI COMUNISTI - ROMA - C´è
chi ipotizza uno scambio. Avvenuto alla Corte. Qualcosa per la sinistra. E qualcosa per la destra. Alla presidenza un giudice di sinistra, De Siervo. Per quell´unico voto, ironizza lui, «per il quale adesso si lacerano pure le Camere». Per Berlusconi, invece, l´importante boccata d´ossigeno del rinvio del legittimo impedimento. Un mese. Con i processi congelati. Salvo che lui non cada. Ma potrebbe essere anche di più se l´udienza dovesse slittare, per qualche sopravvenienza che lo stesso De Siervo non esclude, a fine gennaio.
I maligni raccontano questo a palazzo della Consulta. Dove le fonti ufficiali s´affannano a edulcorare quanto è avvenuto, a fornire una versione dove tutto si normalizza. Anche quelle tre votazioni al posto dell´unica con cui sono stati eletti gli ultimi ex presidenti. Non ci sarebbe una resa dei conti tra giudici di destra (sponsor di Quaranta) e giudici di sinistra (agit-prop di De Siervo), ma solo una querelle sulla presidenza breve o lunga. Il rinvio della sentenza sulla legge ponte? Solo la necessità di evitare una «curiosa coincidenza» con la fiducia.
Ma le cronache pettegole del palazzo antistante il Quirinale svelano altro. Di una lotta a coltello sul nome del presidente. Durata per settimane. Di un forcing per far vincere Quaranta, figura di giudice conservatore che diventa, e non solo per quest´elezione, ma anche per quella che ci sarà ad aprile quando De Siervo lascerà la Corte, il vessillo di una revanche della destra che vuole riaffermare il suo potere sul giudice delle leggi. Una lista possibile di come si sia votato circola anche. Si tratta di ipotesi che più d´uno giudica attendibili. Ma che ovviamente sono facilmente smentibili, visto che il voto è segreto e le schede vengono bruciate a elezione avvenuta. Avrebbero scritto sulla scheda il nome di Quaranta i due giudici che andarono a cena con Berlusconi e Alfano, Mazzella (era lui l´ospite) e Napolitano. Poi Frigo, l´avvocato sponsorizzato da Ghedini. Il magistrato Criscuolo, ma per dissapori con De Siervo. Con loro Finocchiaro e la Saulle. Dall´altra parte Cassese, Tesauro, Gallo, Grossi, Silvestri, Maddalena, Lattanzi, l´ultimo arrivato. In più, com´è ovvio, da una parte Quarata, dall´altra De Siervo.
Otto a sette. E crolla il teorema di Berlusconi che la Corte sia un covo di comunisti. Almeno sette su 15 non lo sono. Pur se eleggono De Siervo, rinviano il legittimo impedimento. Danno a Berlusconi un mese, nel quale adesso può accadere di tutto. Perfino, ipotesi accreditata ma ben difficile da realizzare, che il governo si salvi e vari una modifica alla legge oggetto di giudizio nel tentativo di bloccare il parere della Consulta. Comunque un mese in cui la norma "regalata" da Casini al premier per stoppare il processo breve resta in vigore nel pieno della sua forza.
Il neo presidente De Siervo nega tutto. Nessun «regalo», soprattutto da lui che - o per prevenire attacchi, o comunque per renderlo subito ben manifesto prima che qualcuno vada a rovistare nel suo passato - una storia politica a sinistra ce l´ha, anche se nella sinistra della Dc. E pure la dirigenza degli organismi rappresentativi. Lo racconta nella conferenza stampa. Ma, sottolinea, stiamo parlando di decenni fa. Poi ci sono solo lo studio e gli incarichi all´università. E gli hobby («Sono un grande camminatore, raccolgo funghi, nuoto in apnea, scio e insegno a sciare ai nipoti. Ma adesso mi preoccupa dover avere la scorta»). Resta la palese contraddizione. Un presidente che arriva dalla sinistra e la maggioranza della Corte hanno sottoscritto il rinvio della possibile bocciatura del legittimo impedimento. Che, finché sarà presidente, fa dormire sonni tranquilli al Cavaliere.