Francesco Piccolo, l’Unità 13/12/2010, 13 dicembre 2010
Quello che non bisogna fare è dare al voto di martedì significato di termine dell’era berlusconiana
Quello che non bisogna fare è dare al voto di martedì significato di termine dell’era berlusconiana. Se il governo non ottenesse la fiducia, l’idea che Berlusconi sia finito è un’idea pericolosa e controproducente - che ripeterebbe in modo banale un errore che è già stato fatto, identico, in passato. Si aprirebbe invece una fase molto delicata in cui soltanto un altro governo affidabile e condiviso potrebbe condurre il paese in un luogo meno buio e portarlo a elezioni più serene; ma la cosa al momento è molto improbabile. Quindi non andare al voto potrebbe costituire un lento e inesorabile rafforzamento (demagogico o no, poco importa) di Berlusconi. È già successo, appunto. Se invece si andasse a votare, con questa legge, il risultato sarebbe tutt’altro che scontato, e lo vedrebbe addirittura favorito. Allo stesso modo, se Berlusconi ottiene la fiducia, non ne uscirà vincitore se non per qualche giorno: dopo, deve governare con numeri risicati, con un progetto fallito, e poca credibilità. Il fatto che la sinistra non sopporti più Berlusconi, e anzi lo detesti profondamente (per tante ragioni comprensibili) non è in nessun modo determinante. Lo detesta e lo combatte dal ’94 con un doppio scarso risultato: non riesce a batterlo e intanto non ha ricostruito per sé sufficiente identità e un progetto forte. Il cammino politico per chiudere l’era berlusconiana è molto lungo e ancora pieno di passaggi difficili. Martedì questo cammino non si conclude ma, al massimo, può cominciare.